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Il 142° Anniversario della Fondazione dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon

LE GUARDIE DEL PANTHEON 
CUSTODI DI VALORI ANTICHI SEMPRE ATTUALI

Il 9 Gennaio del 1878 moriva a Roma il Primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II Padre della Patria, all’età di 58 anni. Il 17 Gennaio vennero celebrati i Solenni Funerali al Pantheon, alla presenza delle Alte Cariche del Regno, dei Sovrani il Re Umberto I e la Regina Margherita, numerosi militari e circa 250 veterani e reduci dalle patrie battaglie, che in quest’occasione realizzarono il primo picchetto di Guardia d’Onore alla Tomba del Re. Gesto spontaneo, silenzioso ed esplicito, che diede vita all’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, la più antica associazione combattentistica d’Italia. Ancora oggi si mantiene vivo quel giuramento effettuato nel lontano 1878, quando quei primi soldati devoti si impegnarono a prestare “in turno il servizio d’onore della guardia alla Tomba del Re Vittorio Emanuele II al Pantheon”. 
Bisogna precisare, tuttavia, che il primo nucleo dell’Istituto fu costituito da un gruppo di ufficiali che durante le battaglie risorgimentali fondarono un sodalizio tra i veterani e i reduci dalle patrie battaglie, con lo scopo puramente assistenziale. Ma sarà solo dopo la morte del Re Galantuomo, che questi diversi comitati, nati in tutta Italia si riunirono e stabilirono la sede centrale, dove tuttora si trova, in Via della Minerva 20, a Roma vicino al Pantheon.
Con l’approvazione del Re Umberto I il 18 Gennaio del 1878, il giorno dopo i Solenni Funerali, lo scopo puramente assistenziale del Sodalizio venne elevato a un fine altamente simbolico.

L’Istituto attualmente fa parte di Assoarma, istituzione che tiene insieme le associazioni combattentistiche, è un Ente Morale sotto la Vigilanza del Ministero della Difesa e il Presidente dell’Istituto fin dalla Fondazione è sempre stato scelto tra i soci che provenivano dal servizio permanente delle Forze Armate o dei Corpi Armati dello Stato, al fine di “tenere i necessari collegamenti con le Istituzioni civili dello Stato, con le Forze Armate e conservare stretti rapporti di collaborazione con le Associazioni Combattentistiche d’Arma italiane ed estere” (Art. 2 dello Statuto dell’Istituto).
Dal 1960 ne possono far parte non solo i militari, ma “tutti coloro, uomini e donne, che di ineccepibile condotta morale e politica, avessero dato ripetute prove di attaccamento all’istituzione monarchica ed alla Casa Savoia, purché raggiunto il 21° anno di età”. L’Istituto è patriottico, apolitico e apartitico e si propone com’è stabilito nell’articolo 2 del suo Statuto “di fornire una Guardia d’Onore alle Tombe dei Sovrani d’Italia, quale tributo di riconoscenza per l’Augusta Casa Savoia che portò all’unità e alla grandezza della Patria; mantenere vivo il culto della Patria e del senso dell’Onore; esaltare, custodire e tramandare le glorie e le tradizioni militari della Patria”.
L’Istituto si sostiene con le sole quote associative, il che assicura l’indipendenza più assoluta della sua Missione.

Tutti gli anni la domenica prossima al 17 Gennaio si svolge una Solenne Cerimonia per celebrare, in occasione dei Solenni Funerali al Pantheon del Padre della Patria nel 1878, la fondazione dell’Istituto delle Guardie. Quest’anno domenica 19 Gennaio una rappresentanza di tutte le Delegazioni presenti in Italia e nel mondo si è riunita a Roma nel 142° Anno della Fondazione dell’Istituto. E’ stata deposta una corona all’Altare della Patria, cuore sacro del Vittoriano, il Monumento al Re Vittorio Emanuele II, dedicato com’è scritto sui due propilei all’Unità della Patria e alla Libertà dei Cittadini.
Il Corteo delle Guardie in divisa, preceduto dalla Fanfara dei Bersaglieri e dal Principe Emanuele Filiberto di Savoia, nipote dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II, dal Vittoriano ha sfilato dirigendosi al Pantheon, luogo di sepoltura dei Sovrani d’Italia, dov’è stata officiata una Santa Messa. Durante la sfilata le guardie hanno effettuato una breve sosta in silenzio e in posizione di Attenti davanti alla storica sede dell’Istituto, a cui ha fatto seguito il passaggio delle Autorità Militari e Istituzionali, del Medagliere Nazionale e dei Labari delle Delegazioni, che si sono disposti con ordine all’interno del Sacro Tempio.

Il legame tra l’elemento militare e civile è sempre stato forte nell’Istituto, come attesta il Medagliere Nazionale, costituito da un drappo di seta azzurro Savoia, sul quale sono cucite le Medaglie al Valor Militare, concesse ai membri del Sodalizio, dal 1848 fino ai nostri giorni.
Tra i decorati ricordiamo i Sovrani di Casa Savoia, il Duca invitto Emanuele Filiberto, Giuseppe Garibaldi, Alfonso Ferrero della Marmora, Giacomo Medici del Vascello, il Principe Maurizio Gonzaga del Vodice, Aurelio Baruzzi, che nel 1916 dopo la presa di Gorizia, “nella stazione innalzava la prima bandiera italiana”, Don Giovanni Mazzoni cappellano militare, fino agli eroi dei nostri giorni come il Generale di Divisione Carabinieri il Dott. Umberto Rocca e l’Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, caduto a Catania il 2 Febbraio del 2007.
Questi Italiani esemplari, militari e anche Guardie d’Onore, con il loro tributo di Onore, Sangue e Gloria costituiscono un esempio per Noi e per le nuove generazioni.

Quest’anno l’Istituto sarà particolarmente impegnato nel ricordare due eventi fondamentali per la Storia d’Italia e per Casa Savoia, il 200° Anniversario della Nascita del Re Vittorio Emanuele II, Padre della Patria (14 Marzo 1820) e il 150° Anniversario della Breccia di Porta Pia (20 Settembre 1870). Suggestivi e profetici i versi del poeta Luigi Cibrario scritti alla nascita del Re “A Te commesso è d’Italia il Destin”.

Mantenere viva la memoria del Processo di Unificazione Nazionale è un dovere imprescindibile di ogni italiano e di tutte le persone colte, per una Guardia d’Onore è anche una Missione.

NOI GUARDIE D’ONORE

CUSTODI DI VALORI ANTICHI SEMPRE ATTUALI (Preghiera del Sodalizio)

Sta come torre ferma che non crolla                                 Giammai la cima per soffiar dei  venti.             (Purg. V, 14,15)

Per ulteriori approfondimenti rimandiamo alla lettura del Testo

Alfonso Marini Dettina “STORIA E RUOLO DELLA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON”.

                                                                          Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

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