Al Miulli spetta il primato pugliese nella correzione dell’insufficienza mitralica non invasiva
Quando il cuore dà segni di stanchezza, perché le valvole cardiache non funzionano più bene, forse non è ancora tutto perduto. Anche in pazienti affetti da più patologie e, per questo, non candidabili all’intervento di cardiochirurgia tradizionale (cioè a cuore aperto), possono essere sottoposti oggi a una terapia risolutiva minimamente invasiva.
All’ospedale Miulli di Acquaviva la correzione dell’insufficienza della valvola mitrale per via percutanea (cioè semplicemente attraverso la puntura di una vena) è una realtà consolidata. A confermare il primato della Cardiologia del Miulli vi è innanzitutto l’elevato numero di pazienti trattati, il più alto in Puglia.
Ad oggi, infatti, sono 31 le persone che hanno beneficiato della correzione percutanea dell’insufficienza mitralica e il loro follow-up a medio e lungo termine risponde alle aspettative di un miglioramento della qualità di vita.
A ciò va aggiunta la possibilità di scelta terapeutica sulla valvola, poiché il Miulli è l’unico centro in Puglia in grado di proporre la riduzione dell’anello mitralico per via percutanea oltre che l’intervento diretto sui lembi valvolari, e tutto questo grazie all’operatività di una equipe interamente pugliese.
Già da 3 anni, in base a specifiche caratteristiche cliniche ed anatomiche, è in corso una sistematica selezione dei pazienti affetti da insufficienza mitralica e suscettibili di correzione efficace del difetto valvolare, sui quali viene anche realizzato un follow-up strutturato.
L’intervento di correzione dell’insufficienza mitralica è tradizionalmente affidato ai cardiochirurghi che, tuttavia, in molti casi (circa nel 50% delle insufficienze “secondarie”) non possono procedere a causa dell’età avanzata dei pazienti o delle loro patologie associate, spesso così invalidanti da rendere l’intervento tradizionale troppo pericoloso per i pazienti stessi.
In questi casi, la correzione per via percutanea è l’unica valida alternativa, poiché ugualmente efficace ma molto meno invasiva e gravata da una bassissima incidenza di complicanze.
Gli interventi possibili al Miulli, realizzati per via percutanea, consistono nel posizionare un anello attorno alla valvola per ridurne la larghezza e quindi anche il grado di insufficienza (impianto di “Carillon”) e/o posizionare uno o più punti metallici esattamente dove i lembi valvolari risultano maggiormente incontinenti (intervento di “MitraClip”).
In particolare, ad oggi, l’equipe operatoria della Cardiologia del Miulli ha sottoposto 8 pazienti ad impianto di Carillon e 23 pazienti ad intervento di MitraClip; tre pazienti hanno ricevuto entrambe i trattamenti, beneficiando dell’intervento sia sull’anello che sui lembi mitralici.
La dott.ssa Katya Lucarelli, il dott. Vito Casamassima e la dott.ssa Federica Troisi eseguono la procedura interventistica di MitraClip in un clima di grande sinergia con i cardioanestesisti del Miulli e si occupano anche di screening e follow-up dei pazienti.
Gli studi internazionali pubblicati in Letteratura Scientifica mostrano risultati contrastanti circa l’efficacia della procedura di MitraClip. La dott.ssa Lucarelli e la dott.ssa Troisi spiegano che la ragione di queste divergenze è ben nota e risiede nella corretta selezione dei pazienti da sottoporre a intervento.
Tra tutti i candidati, ovvero tra tutti i pazienti con insufficienza mitralica, bisogna selezionare quelli con difetto realmente importante e, attraverso l’esecuzione di un ecocardiogramma transesofageo mirato allo studio della valvola e delle cavità cardiache, individuare quelli con specifiche caratteristiche anatomiche e valvolari che li rendono particolarmente suscettibili di correzione per via percutanea.
Solo questi pazienti traggono realmente beneficio dall’intervento stesso. Un ottimo intervento, quindi, a patto di riconoscere il “giusto paziente”!