Bicentenario della Nascita del Re Vittorio Emanuele II
IL PRIMO RE D’ITALIA E ROMA CAPITALE
Il 14 Marzo 2020 ricorre il Bicentenario della Nascita del Primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, Padre della Patria, il Re che portò alla proclamazione del Regno d’Italia e a Roma Capitale. Quest’anno il 20 Settembre si celebreranno anche i 150 Anni della Breccia di Porta Pia, una felice coincidenza che Noi Italiani non possiamo non ricordare. La lista dei Centenari potrebbe continuare, dal momento che l’Italia è una terra ricca di Storia, di Cultura e di Uomini Illustri.
Ma ci limitiamo a ricordare un altro importante centenario, che riguarda la Breccia di Porta Pia, immortalata dal bellissimo dipinto del napoletano Michele Cammarano, in cui sono ritratti i Bersaglieri nell’atto di varcare la Breccia e di entrare nella Città Eterna. Ebbene Michele Cammarano morì il 21 Settembre 1920, quest’anno ricorre il Centenario della sua morte. Nel 1920 si celebrava il Cinquantenario di Porta Pia, che il pittore festeggiava il 20 e il giorno dopo si spegneva, lasciando in Noi sempre viva la fiamma del ricordo con la sua opera.
La Capitale ricorda la figura del Sovrano sia nei monumenti e sia nell’assetto urbanistico. Con il nuovo piano urbanistico del 1873 e poi dopo la morte del Re nel 1878, Piazza Venezia diventava il cuore della Terza Roma, definizione di mazziniana memoria, dopo la Roma dei Cesari e la Roma dei Papi, la Roma del Popolo, la Roma Capitale trovava in Piazza Venezia una posizione centrale, sintesi della Storia d’Italia. Punto di riferimento diventava il Vittoriano, il Monumento dedicato al Re Vittorio Emanuele II, costruito dopo la sua morte per onorare il Padre della Patria, per celebrare la memoria del Re e del Processo di Unificazione Nazionale. Per tale motivo venne da subito chiamato anche Altare della Patria, definizione usata già dall’architetto Giuseppe Sacconi. Il Vittoriano è un libro di pietra e di bronzo, che racconta la Storia dell’Unità d’Italia ad opera del Re Vittorio Emanuele II.
Al centro del monumento è posta la statua equestre del Re Vittorio Emanuele II, (scultore Chiaradia, poi realizzata da Gallori), che esprime la volontà di sottolineare sia un legame con l’antico, in riferimento alla statua del Marco Aurelio in Campidoglio e sia un voler rimarcare la figura del Sovrano, visto come un re combattente, guida militare e legittima durante le patrie battaglie risorgimentali, combattute per l’indipendenza, l’unità e la libertà. Inoltre si voleva evocare il ruolo del Re, Capo delle Forze Armate, come previsto dall’Articolo 5 dello Statuto Albertino. Il progetto di Sacconi si ispirava alla tradizione greco-romana e al gusto per la classicità, intendendo esaltare la Storia di Roma e d’Italia, che proprio sul Campidoglio trovavano la loro sintesi ideale.
Osservando il Basamento della statua equestre dello scultore Eugenio Maccagnani si vedono scolpite intorno al grande blocco di botticino (la pietra bianca con cui è costruito il Vittoriano) 14 Statue femminili, che rappresentano le gloriose città della Storia d’Italia. Ciascuna statua è riconoscibile dallo scudo su cui è posto lo stemma della città e da una serie di attributi simbolici, che ne esaltano le caratteristiche storico e culturali.
Al centro in una posizione d’onore, che volge lo sguardo su Piazza Venezia, troviamo la statua di Torino, prima Capitale d’Italia, dal 1861 al 1865, con una pesante armatura e una grande spada, che simboleggia la tradizione guerriera della città e di Casa Savoia, sullo scudo è raffigurato il toro araldico, simbolo della città.
Accanto a Torino alla sua destra, la statua di Firenze, seconda Capitale d’Italia dal 1865 al 1870, rappresentata nelle sembianze di Beatrice, omaggio al Padre della Lingua Italiana, il Sommo Poeta Dante Alighieri, con il capo cinto d’alloro, richiamo alla poesia. Sullo scudo è presente il Giglio fiorentino, simbolo della città. Ricordiamo che quando Firenze divenne Capitale nel 1865, ricorrevano i 600 Anni della nascita di Dante (1265) e per celebrare la doppia ricorrenza il Centenario e Firenze Capitale, venne eretto il Monumento a Dante in Piazza Santa Croce, dello scultore Enrico Pazzi. Inoltre la figura di Beatrice è evocativa del Tricolore, e fa riferimento a una scena del Purgatorio, nel trentesimo canto quando Dante incontra Beatrice.
Il verde, il bianco e il rosso, colori che per Dante evocano le tre virtù teologali, speranza, fede e carità, sono anche i colori che indossa Beatrice quando appare a Dante per la prima volta nella Divina Commedia.
Sopra candido vel, cinta d’uliva, donna m’apparve,
Sotto verde manto, vestita di color di fiamma viva.
(Purgatorio, XXX, 31-32-33)
Dall’altro lato di Torino, sempre in posizione dominante su Piazza Venezia, troviamo la statua di Venezia, che guarda verso la piazza e soprattutto verso Palazzo Venezia, sede dell’Ambasciata Austriaca presso la Santa Sede fino alla Grande Guerra, 1916. Venezia è rappresentata con gli abiti dei Dogi veneziani e sullo scudo il leone in molèca, ossia nella posizione del granchio.
Ai lati del basamento si trovano due grandi Targhe. Dal lato di Via dei Fori Imperiali è presente una Targa con l’Iscrizione “PER LEGGE DEL 16 MAGGIO 1878” sorretta dalle statue delle due Repubbliche marinare Amalfi e Pisa, a simboleggiare il ruolo chiave del Parlamento per la Monarchia Costituzionale dei Savoia. Infatti l’iscrizione ricorda che l’idea di costruire un Monumento al Padre della Patria fu una scelta del Parlamento, che promulgò la Legge del 16 Maggio 1878, subito dopo la morte del Re, su proposta del Ministro Giuseppe Zanardelli.
Dal lato del Teatro di Marcello è posta un’altra importante Targa con l’Iscrizione “VITTORIO EMANUELE II PADRE DELLA PATRIA”, che ricorda l’iscrizione posta sulla Tomba del Re al Pantheon. Questo significativo appellativo fu dato all’Imperatore Augusto, dopo la Fondazione dell’Impero e la pacificazione, si ritenne doveroso attribuirlo anche al Primo Re d’Italia, dopo la Proclamazione del Regno d’Italia e la conseguente pacificazione. Dopo la caduta dell’Impero Romano l’Italia è sempre stata divisa, bisognerà attendere l’Augusta Casa Savoia, per realizzare la sua unificazione. La Targa è sorretta da due statue, che rappresentano Mantova e Urbino, città che intrinsecamente richiamano il Pantheon. Se si osserva la testa del Sovrano si può notare che il suo sguardo è rivolto verso il Pantheon, luogo della sua sepoltura.
Altro riferimento all’Unità d’Italia lo si può trovare sul sommoportico, formato da un colonnato, su ciascuna colonna è posta una statua femminile, alta 5 metri, in totale sono 16 e corrispondono alle 16 regioni d’Italia dell’epoca, ciascuna statua fu scolpita da uno scultore possibilmente proveniente da quella regione. Anche questa scelta di far collaborare diversi artisti italiani rafforza il valore simbolico del monumento dedicato al primo Re d’Italia, artefice dell’Unità Nazionale. Dunque tutti erano tenuti a dare un contributo nel campo dell’Arte, così come lo avevano dato sui campi di Battaglia. Il Vittoriano è il museo di scultura a cielo aperto più grande d’Italia, vi hanno collaborato oltre 70 scultori.
Il sommoportico con le statue delle regioni rappresenta l’Italia unificata, basti pensare alla disposizione delle statue, la prima e l’ultima rappresentano il Piemonte e la Sardegna, e quindi seguono una disposizione sia geografica ossia da Nord a Sud, da sinistra a destra, sia una valenza simbolica, dal momento che il Regno di Sardegna, che con i Savoia ha unito l’Italia, era costituito dal Piemonte e dalla Sardegna, dunque il colonnato è un abbraccio che tiene insieme tutte le regioni.
Da Piazza Venezia si dipartono importanti e simboliche arterie nella città. Di fronte al Vittoriano e in perfetto assetto prospettico si apre Corso Umberto I, poi ribattezzato Via del Corso, un rettilineo lungo un miglio romano, che congiunge simbolicamente il Re e il suo Popolo. Sempre da Piazza Venezia si diparte Via del Plebiscito, nome che richiama le votazioni del 2 Ottobre 1870, dopo la presa di Porta Pia del 20 Settembre, quando il popolo romano fu invitato ad esprimere la sua volontà circa l’annessione di Roma al Regno d’Italia.
La continuazione di Via del Plebiscito è Corso Vittorio Emanuele II, che arriva fino al Vaticano. Anche questo collegamento è molto simbolico e ci ricorda il ruolo dello Stato Pontificio durante il Risorgimento e i difficili rapporti tra il Re Cattolico Vittorio Emanuele II e il Papa Italiano Pio IX, che dal 1848 al 1878 lottarono ciascuno per difendere il proprio ruolo e la propria missione, l’uno a tutela del Patrimonio Petri e l’altro a tutela dell’Unità Nazionale. Il Re moriva il 9 Gennaio 1878, dopo che gli fu tolta la scomunica dal Papa, e il Pontefice moriva il 7 Febbraio dello stesso anno, dopo neanche un mese. La cattolicità dei Savoia è ben evidente nel Primo Articolo dello Statuto Albertino, esteso a tutta l’Italia e in vigore ininterrottamente dal 1848 al 1948, in cui si afferma che la Religione Cattolica è Religione di Stato, tutti gli altri culti sono ammessi nel rispetto della Legge.
Da Piazza Venezia diparte un’altra strada significativa, è Via Cesare Battisti, che prosegue per Via Quattro Novembre e poi si divide in Via Ventiquattro Maggio, che arriva fino al Quirinale, Palazzo Reale e residenza del Sovrano e in Via Nazionale che arriva fino alla Stazione Termini, passando per Piazza Esedra e per la Basilica di Santa Maria degli Angeli, Chiesa di Stato ancora oggi e luogo di sepoltura del Duca della Vittoria della Grande Guerra, il Generale Armando Diaz.
Vicino alla Stazione Termini troviamo una delle Piazza più belle di Roma, dedicata al Re Vittorio Emanuele II e tutt’intorno le strade sono dedicate agli uomini illustri di Casa Savoia, del Risorgimento e della Storia Culturale e Intellettuale d’Italia, uomini di pensiero e d’azione, che dal Medioevo al Risorgimento, hanno dato costantemente un contributo all’Unità d’Italia.
Tra la Stazione Termini e Porta Pia, tra Via XX Settembre e Piazza Indipendenza, i nomi delle strade evocano le Patrie Battaglie Risorgimentali, combattute per l’Unità e la Libertà. Due valori fondamentali del Risorgimento, che il Vittoriano ci ricorda, basta sollevare lo sguardo in alto verso i due propilei, i tempietti laterali, che racchiudono il colonnato, dove è scritto “Patriae Unitati” e “Civium Libertati”. Il Monumento al Re Vittorio Emanuele II è dedicato all’Unità della Patria e alla Libertà dei Cittadini.
Messaggio attuale che dobbiamo in quanto Italiani rinnovare e ravvivare costantemente. Purtroppo quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria mondiale per la Pandemia Coronavirus, il Pantheon nel giorno del Bicentenario del Re (14 Marzo) e nel giorno della Proclamazione del Regno d’Italia (17 Marzo) sarà chiuso. Questa difficile situazione impedirà materialmente, ma non spiritualmente, di onorare la Memoria del Processo di Unificazione Nazionale, che come di consueto vedeva le Autorità dello Stato Italiano e l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, deporre una Corona alla Tomba del Padre della Patria.