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17 Marzo 1861. Proclamazione del Regno d’Italia

17 Marzo 2020
“Giornata dell’Unità, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”
Nel Bicentenario della Nascita del Re Vittorio Emanuele II

Oggi, 17 Marzo 2020 “Giornata dell’Unità, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” è doveroso ricordare la Proclamazione del Regno d’Italia, ricorrendo il Bicentenario della Nascita del Padre della Patria, artefice dell’Unità d’Italia. Quest’anno a causa dell’Emergenza Sanitaria Mondiale per il Coronavirus, le Solenni Cerimonie all’Altare della Patria e alla Tomba del Re al Pantheon, sono state sospese.

L’ordine da rispettare è di “RESTARE A CASA”; ma dal momento che la vera Libertà è la LIBERTA’ DELLO SPIRITO, che per nessun motivo può essere limitata, intendiamo deporre una Corona d’Alloro Virtuale all’Altare della Patria e alla Tomba del Re con il Pensiero, e condividere questa Sacra Giornata con gli Italiani e con Tutti quelli che intendono MANTENERE VIVI I VALORI DELLA PATRIA, DELL’UNITA’, DELLA COSTITUZIONE, DELL’INNO E DELLA BANDIERA, valori universali, antichi e sempre attuali. Ricordiamo che anche in questi giorni la Guardia d’Onore al Milite Ignoto, da parte delle Forze Armate, all’Altare della Patria sta avendo luogo, come sempre. Onore ai NOSTRI SOLDATI, che mantengono vivo il FUOCO SACRO d’Italia.

Breve percorso storico

Il 17 Marzo 1861 Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia”, con la Legge 1 del 21 Aprile nasceva il Regno d’Italia. Significativo che la Prima Legge del Parlamento Italiano fu promulgata il giorno del Natale di Roma. Il continuo riferimento alla Tradizione Classica e ad Augusto in particolare si spiega, (semplificando e limitando il campo all’Unità d’Italia), per il fatto che fu con l’Imperatore Augusto che i confini di Roma coincisero con i confini d’Italia. Dopo la caduta dell’Impero, l’Italia è sempre stata divisa, bisognerà attendere l’Augusta Casa Savoia nella figura del Re Vittorio Emanuele II, a cui si attribuì l’appellativo di Padre della Patria, per raggiungere l’Unificazione. Questo titolo veniva dato all’Imperatore Augusto, subito dopo le guerre civili del Divo Cesare, con la sopraggiunta Pacificazione e Fondazione dell’Impero. Analogia con il Risorgimento, dopo le Guerre d’Indipendenza si giungeva all’Unità d’Italia con Roma Capitale. Il sovrano manteneva la continuità tra i suoi predecessori che “gli avevano preparata quella corona” e i successori, in questa continuità risiede l’essenza della Tradizione Cattolica Romana.

Il Sovrano era stato dal 1849 al vertice del Processo di Unificazione Nazionale. Aveva combattuto in prima linea con i suoi soldati ed era stato proclamato nel 1861 “Re d’Italia per grazia di Dio e volontà della Nazione. Una formula con cui si intendeva sottolineare la doppia legittimità dell’Unità d’Italia, riconosciuta a livello internazionale, in quanto non semplicemente il risultato di un’azione rivoluzionaria, ma voluta da una dinastia millenaria, la più antica d’Europa, legittima, costituzionale fin dal 1848, moderna, garante del nuovo Stato Unitario. Dopo le Tre Guerre d’Indipendenza si giungeva all’Unità d’Italia con Roma Capitale.

A una prima fase rivoluzionaria, che iniziava con i moti del 1821 e del 1831 e si chiudeva con la Prima Guerra d’Indipendenza, seguiva una nuova fase costituzionale, dal 1850 al 1870 e si chiudeva con la Proclamazione del Regno d’Italia e con Roma Capitale.

La prima parte della Prima Guerra d’Indipendenza vedeva la sconfitta di Custoza e l’Armistizio di Salasco. L’Esercito, che potremmo già da ora definire Italiano, si ritirava a testa alta, sapendo d’aver inciso un solco profondo nella coscienza degli Italiani, accorsi volontari da tutta la Penisola. Dopo una breve tregua, la Prima Guerra d’Indipendenza si chiudeva definitivamente con la “Brumal Novara”, con le dure condizioni dell’Armistizio di Vignale, con l’abdicazione del Re Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele.

 Il giovane Sovrano Vittorio Emanuele II si distinse da subito in quella difficile situazione per fermezza e decisione. Firmò l’Armistizio e riuscì a mantenere in essere lo Statuto Albertino, per questo atto si dice che gli venne riconosciuto il titolo di Re Galantuomo, da attribuire a una conversazione con il suo Primo Ministro Massimo d’Azeglio. Il Re circondato da uomini colti e consapevoli e da un Esercito fortemente motivato, con un’attenta azione diplomatica e militare realizzava l’Unità d’Italia.

Nella seduta del 14 Marzo 1861, nel giorno di nascita del Re (e del figlio Umberto, futuro Re d’Italia) il Parlamento del Regno di Sardegna proclamava Vittorio Emanuele II Re d’Italia per Grazia di Dio (come volevano i conservatori) e per Volontà della Nazione (secondo il volere dei liberali) e si proclamava ufficialmente il 17 Marzo il Regno d’Italia, con la Legge 1 del 21 Aprile, giorno del Natale di Roma. Tra questi giorni ricordiamo il 15 Marzo del 44 a. C. giorno delle Idi di Marzo, vile assassinio del Divo Caio Giulio Cesare. Ricorrenze simboliche continuamente evocate, a significare che non ci sarebbe stata l’Italia senza Roma.

Cavour si prodigò da subito per risolvere la “Questione Romana”, secondo il motto “Libera Chiesa in libero Stato”. Ma il 6 Giugno 1861 improvvisamente moriva. Quando si prese Roma nel 1870 ci si ricordò del grande Statista e a Lui si volle fare un omaggio simbolico.

Tra i tanti motivi, che portarono alla scelta della Breccia, nel tratto delle mura  Aureliane, proprio vicino la Porta Pia, uno si ricollega a Cavour. Camillo Benso conte di Cavour nasceva a Torino nel 1810 e deve il proprio nome e il titolo di conte al padrino che lo battezzò, il Principe Camillo Borghese, Governatore del Piemonte per Napoleone, marito di Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone. La Breccia venne aperta proprio nel parco della splendida Villa Bonaparte Borghese, una dimora di origine cinquecentesca, acquistata nel 1816 proprio dal principe Camillo Borghese per la moglie Paolina. Quest’anno ricorrono anche i 150 Anni di Porta Pia.

Il segreto dell’Unità d’Italia è riposto su un’Unità più profonda che si intende far riemergere, la capacità di tener insieme Tradizione e Modernità, solo da questa prospettiva essenziale e sostanziale il divenire si governa e non si patisce. Messaggio quanto mai attuale.  

CoronaVirtus VS CoronaVirus

Un Augurio, che questi difficili giorni possano essere superati con Onore e Dignità

PER UN NUOVO RISORGIMENTO
DELL’ITALIA E DEGLI ITALIANI

                                                  Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

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