La “Benedizione alla Città e al mondo” un evento di fede e speranza a Monte Sant’Angelo
AUSPICANDO l’INTERVENTO dell’ ARCANGELO MICHELE
a cura di GIAN PAOLO MENEGHINI
Un evento storico di fede e di speranza si è tenuto in occasione dell’apertura della Settimana Santa nella Città dei due Siti UNESCO, a Monte Sant’Angelo. La “Benedizione alla Città e al mondo” con la spada dell’Arcangelo Michele.
Nel suo Santuario, infatti, inserito nella Lista dei Beni tutelati dall’Umanità dall’UNESCO, il Rettore Padre Ladislao Sucky e i Padri Micheliti hanno celebrato in occasione della Domenica delle Palme un mistico rito per invocare la protezione dell’Arcangelo sulla Città, sul Paese, sul mondo.
Il Santissimo Sacramento, la spada di San Michele Arcangelo e la Croce in cristallo i tre simboli con i quali sono stati benedetti i quattro punti cardinali.
Al termine dei riti nella Grotta, nell’atrio superiore, in un’atmosfera suggestiva e solitaria, il silenzio assordante di questi giorni difficili è stato interrotto solo dal vento, dal suono delle campane, dalle preghiere.
Quello della spada è un rito particolare ed unico: la spada dell’Arcangelo Michele, infatti, esce dalla Grotta una volta all’anno, in processione il 29 settembre, in occasione della festività del Santo patrono.
Oltre alla spada, la Croce reliquiario – nel cui centro è incastonato un pezzo della Croce di Cristo – che si narra sia stata donata dall’Imperatore Federico II di ritorno dalla sua Crociata, nel 1228.
Un evento che ci riporta nel lontano 1656 quando l’Arcangelo Michele liberò la Città dalla peste. Era la sua quarta apparizione sul Monte Gargano, quando il vescovo Giovanni Alfonso Puccinelli gli affidò una supplica a nome della città.
Ieri, come oggi, la Città si è rivolta al suo Santo patrono attraverso le parole del suo Sindaco, Pierpaolo d’Arienzo: “Arcangelo Michele, è una città che s’inginocchia davanti a te attraverso le mie ginocchia; è una città che solleva verso di te lo sguardo attraverso i miei occhi; è una città che ti prega oggi attraverso la mia voce. Così come nel 1656, anche oggi abbiamo varcato il cancello di ferro, attraversato il cortile di pietra, e disceso gli 86 gradini, venendo a cercati nel cuore della Montagna Sacra. Accetta questa nostra preghiera, difendi con la tua spada la nostra città, il nostro Paese da questa pandemia. Proteggi questo popolo oggi come allora.
Dagli la forza di rimanere unito davanti a questa terribile emergenza. Proteggi quelle donne e quegli uomini che hanno preso in braccio l’Italia cercando di traghettarla dall’altra parte del tunnel. Ti supplichiamo Arcangelo Michele di darci la forza di costruire una normalità in cui la sanità conta più delle armi, le garanzie dei lavoratori contano più del profitto, la famiglia, cioè le persone con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita, qualsiasi età esse abbiano, conti più di tutto. Che questa nostra preghiera possa essere un canto che sale dritto a Dio”.
Un evento eccezionale ed emozionante tenutosi a porte chiuse e trasmesso in diretta streaming a cui hanno preso parte decine di migliaia di persone, segno di un evento che unisce, andando ben oltre la fede, e che sicuramente rimarrà per sempre nella storia di questo territorio.
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