Le curiosità sui colori
La scelta del colore, nel campo della moda, non è di certo casuale, ogni tonalità porta a reazioni ed emozioni diverse. Esistono varie teorie, quella che spiega il significato di un colore rispetto ad un altro ed il motivo per cui viene utilizzata proprio una precisa tonalità di un dato colore; quella più “psicologica” in base alla quale, dal colore indossato si percepisce lo stato d’animo di una persona, la personalità ed anche cosa vuole trasmettere.
Riguardo alla prima è celebre è il ceruleo e la spiegazione che ne da Maryl Streep nei panni di Miranda Priestley nel Diavolo Veste Prada.
La moda del colore, oggi, rimanda subito a Pantone, all’armocromia e alla teoria delle stagioni, ma è nel passato che si ritrovano moltissime curiosità sui colori che spesso non si conoscono.
Il colore del “quasi buio”
C’è un colore che i nostri occhi vedono dopo aver spento la luce che contrariamente a quello che si pensa non è il nero del buio totale. L’eigengrau è una sorta di grigio che deriva dal processo di adattamento visivo al cambiamento luce-buio e dai continui “rumori” della retina.
Il pregiudizio dei capelli rossi
Spesso abbiamo sentito dire che non dobbiamo fidarci di chi ha i capelli rossi, ma per quale motivo? Tutto è nato da Giuda che aveva i capelli rossi e di conseguenza per secoli questo colore è stato indice di sospetto e diffidenza. La stranezza è che in nessun Vangelo si menziona il colore dei capelli di Giuda, i pittori lo hanno sempre ritratto così forse proprio per esigenza dell’arte figurativa che doveva trovare una caratteristica che lo differenziasse dagli altri commensali dell’Ultima Cena. Rossi però erano anche i capelli di Set, dio del Male egizio e di Tifone, il nemico di Zeus.
Rosa per le femmine, celeste per i maschi
Non è sempre stato così. Nei primi del ‘900 i neonati vestivano di bianco o colori neutri. L’attribuzione di genere e la differenziazione tra rosa e celeste, si è affermata solo nel secondo dopoguerra, grazie ai rivenditori di vestiti e articoli per l’infanzia che negli anni ’40 iniziarono a proporre questa moda.
Il blu oltremare
Secondo le ricerche di marketing il blu è uno dei colori di maggior gradimento, e piace al 40% delle persone.
Ovviamente di blu non ce n’è uno solo, esistono moltissime varianti tra cui il blu oltremare. Questa sfumatura in particolare era davvero preziosa perché si otteneva dai lapislazzuli provenienti soprattutto dall’Afghanistan. In Italia si diffuse per importazione. In un trattato di architettura del Filarete del 1464 si legge: “il blu più bello è ricavato da una pietra e proviene da terre al di là dei mari”. Quindi non blu degli abissi profondi del mare, come si pensa, ma delle terre lontane oltre il mare.
Il blu oltremare era uno dei colori più costosi proprio per il materiale da cui si ricava il pigmento. Nella Cappella degli Scrovegni di Padova dipinta da Giotto questo colore abbonda.
Colori dai nomi strani
La popolazione maschile se conosce dieci colori al massimo è dir tanto. Si lamenta costantemente quando sente parlare una donna sulle infinite sfumature che può avere un rosso o un verde, o sulla differenza notevole (per noi) tra tabacco e terra bruciata o tra carta da zucchero e avion.
Nel periodo del basso Medioevo la situazione era forse peggiore. Infatti certi colori avevano dei nomi assurdi come il festichino, piè di cappone e foglia fradicia.
Qui ce ne sono molti altri:
Cicalate filosofiche e morali dell’abate Libanori del 1327.
Il colore dei neonati
Cosa vede un bimbo di appena due settimane? il Rosso!
Cleopatra e il viola
Il viola è stato per secoli un colore legato alla regalità, alla ricchezza e al potere.
Cleopatra lo adorava e lo usava per i suoi divani, le vele delle sue navi e per gli abiti più preziosi. Per ottenere solo 30 grammi di colorante viola occorreva un’ebollizione di giorni di ben 20.000 lumache marine!
Chi sono i Rucellai?
Altro ambito di curiosità più che affascinante è l’origine dei cognomi che spesso rivela significati pratici. Il cognome toscano Rucellai deriva da oricello, un colorante ottenuto dai licheni che serviva per tingere di viola scuro. Il primo che scoprì la proprietà di questi licheni fu un mercante del XII secolo che venne rinominato Oricellario, ed i suoi discendenti proseguirono il commercio di lane e tessuti tinti tanto da accumular fortune e divenire poi la famiglia patrizia fiorentina dei Rucellai.
Sembra un paradosso invece dietro alle sbarre ed alle celle colorate di rosa c’è una ragione psicologica. Questo colore pare che abbia un effetto calmante in grado di ridurre la frequenza del battito cardiaco, placare l’ansia e sopprimere la rabbia. Ecco perché alcuni istituti di recupero dei detenuti sono dipinti di rosa, nello specifico Baker Miller Pink.
Arancia o arancione?
Un po’ come l’uovo con la gallina, chi è nata prima tra l’arancia o l’arancione? L’arancia si chiama così perché è arancione? O forse l’arancione porta questo nome proprio grazie al frutto?
Nel XIV secolo in Italia arriva il nome della pianta, l’arancio, che in persiano si chiama nāranğ (نارنج, il frutto favorito dagli elefanti). Alla fine del Medioevo questo frutto viene riscoperto dai portoghesi ed in seguito viene attribuito il nome arancione al colore, che prima era visto solo come una sfumatura di rosso. È nato prima l’albero e il suo frutto, poi il colore,
Con l’uovo e la gallina il quesito rimane ancora aperto!