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Mov. 5-Stelle e le Metamorfosi ….. Ovidio Docet !

“Le Metamorfosi”, dagli Scenari della Mitologia
alla Palude dell’attuale Parlamentarismo in Italia  *

Torquato Cardilli 

Ovidio, poeta e scrittore latino di duemila anni fa, nativo della mia regione, nella sua età matura, prima dell’esilio a Costanza, scrisse un’opera letteraria mastodontica “le metamorfosi” che iniziano con la descrizione del Chaos e terminano con la gloria di Augusto. Il suo tema centrale, racchiuso nel titolo, è la trasformazione di un essere vivente o di un oggetto in un altro di diversa natura.

In epoca ancora più antica altri poeti e scrittori avevano utilizzato questo metodo fantasioso della metamorfosi come fece ad esempio Omero per descrivere la trasformazione dei marinai di Ulisse in maiali ad opera della maga Circe. 
Applicando questa tecnica letteraria ai cambiamenti comportamentali e fisiologici dei personaggi più in vista della nuova politica italiana non si può fare a meno di notare qualche analogia.                                        

Le falangi dei parlamentari del M5S, candidati come vascelli senza scafo e senza forma sul mare in tempesta del disagio economico e sociale della maggioranza della popolazione italiana, e quindi perché più leggeri degli altri rottami della politica, portati in alto sulla cresta dell’onda, grazie al dio dei venti, come rappresentato in una storica vignetta, una volta passata la sbornia del successo si sono rivelati insignificanti.  
Quando la tempesta si è placata e il mare si è ritirato si è visto quanti di essi avevano nuotato nudi, vestiti di incompetenza, di mediocrità umana e intellettuale qualità più dannose all’immagine dell’Italia della spregiudicatezza necessaria per rinnovare il paese.

Loro che rifiutavano il titolo di onorevole, che erano quelli che avrebbero aperto il parlamento al popolo come una scatoletta di tonno, che erano pronti ad abolire le auto blu e a respingere le offerte dei voli in business class per identificarsi con il comune cittadino, che avrebbero aperto i cassetti dei segreti di Stato, piano piano si sono trasformati in sibariti, cedendo al lusso ed alle piacevolezze della bella vita, a gustare ostriche e champagne, a rivestirsi con abiti firmati, ad abbandonare i loro alloggi di fortuna ultrapopolari per diventare locatari, a spese del cittadino, di prestigiosi appartamenti di rappresentanza, ad essere circondati da frotte di adulatori, a distribuire posti ai favoriti con alte remunerazioni, ad avere ogni mezzo di trasporto a disposizione con scorte e guardaspalle.
Proprio loro che sostenevano di avere come guardie del corpo solo i cittadini, che irridevano quelli che avevano il potere perché ostentavano iattanza e disprezzo verso i sacrifici del popolo.

Chi più chi meno, molti sono stati risucchiati nel gorgo della strafottenza, dimostrando che la metamorfosi è avvenuta, che sono diventati dei mutanti pronti a comparire in tv nei pastoni dei telegiornali con frasi fatte che non aggiungono nulla e che non sollevano di un grammo il peso della vita di centinaia di migliaia di persone, o peggio per dire scemenze tipo l’aumento del Pil causato dall’uso dei condizionatori (Lezzi), l’esistenza delle sirene (Basilio), le scie chimiche (Busto), negare il nesso tra aumento dello spread ed aumento del costo dei mutui e del denaro (Castelli) ecc.

Per dirla come nel libro dei giganti, non si sono curati di allevare talenti che avrebbero potuto sostituirli, ma son rimasti incollati al carpe diem. 
Da un abbigliamento casual, anche se qualcuno è rimasto capellone contestatario a parole, sono passati agli abiti scuri o ai tailleur da prima repubblica, dagli zatteroni di sughero ai tacchi a spillo, dai giacconi sdruciti ai burberry, e hanno cominciato a maneggiare dossier scottanti dove si elaborano le strategie economiche, dove si fanno i giochi dell’alta finanza, dove si decidono alleanze e, soprattutto, si distribuiscono concessioni e poltrone (dalle partecipate fino al top dell’impresa italiana come Eni, Enel, Poste, Terna, Leonardo, Alitalia, Rai, Banche, ecc.).

Sono irrimediabilmente finiti i tempi in cui il neo eletto presidente della Camera Fico sfidava le consuetudini e il protocollo andando in ufficio a piedi o prendendo l’autobus, oppure di una popolana come Taverna, entrata senza un soldo a palazzo Madama, che apostrofava come “zozzoni” i colleghi senatori, mentre ora da vice presidente del Senato appare sempre pacata, misurata, in ghingheri e alla moda, magari con accessori di Louis Vuitton veri.  
All’inizio della loro prima legislatura nel 2013 non osavano nemmeno accostarsi alla buvette di Montecitorio vantando la propria appartenenza al popolo che prende il caffè al bar ad un prezzo doppio. 
Atteggiamento di resistenza alle lusinghe e al prestigio del luogo che è durato il tempo di un mattino. Dopo pochi giorni, o qualche settimana, erano tutti lì aggrappati al leggendario bancone avidi di cornetti e tramezzini.

Solo una persona ha mostrato di avere saldezza d’animo e coerenza, il frugale Alessandro Di Battista che avrebbe potuto rientrare a Montecitorio a vele spiegate e che ha preferito restarne fuori dopo aver donato qualche centinaio di migliaia di euro al movimento o a cause sociali. È un politico polemico, ed al tempo stesso ragionevole e fedele alle promesse fatte. 
C’è chi lo paragona a Cincinnato per la sua capacità dialettica, per la foga rivoluzionaria, per l’abilità di adattarsi alla vita quotidiana di ogni cittadino. Saprà abbandonare l’aratro e tornare alla spada?

Sono stati al governo in due coalizioni di segno opposto e pur portando a casa risultati storici (reddito di cittadinanza, riduzione dei parlamentari, riforma dei vitalizi, legge spazzacorrotti, riforma della prescrizione) hanno ripiegato con mestizia i vessilli di guerra frettolosamente branditi prima delle elezioni (acqua pubblica, Tav, Tap, Alitalia, ambiente e rifiuti, energia alternativa, autostrade, Ilva, nuove nomine negli enti, riforma del lavoro, stop agli F35, ritiro missioni militari ecc.). E gli elettori se ne sono accorti.

Mancano poco più di due anni alla fine della legislatura (se tutto dovesse procedere secondo i tempi di legge) e tra le loro fila incominciano a serpeggiare, specialmente tra quelli che sono al secondo mandato e che in base alle regole non sono più rieleggibili, tendenze centrifughe con ricerca di posizionamento in altri partiti per cercare magari di avere un posto in lista e comunque trattenere per sé le quote di indennità che, secondo un impegno d’onore, avrebbero dovuto essere destinate al movimento.

Nell’immediato futuro, mutuando la promessa fallace del Kaiser Guglielmo II, “vittoria prima che cadano le foglie d’autunno”, mancano poco più di due mesi al nuovo appuntamento elettorale del referendum e delle regionali. 
Se perdessero queste battaglie il loro destino sarà segnato. Per vincerle dovranno correggere gli errori comportamentali e adottare entro agosto provvedimenti da impostare subito, mettere i soldi in tasca ai cittadini, pagare la cassa integrazione, onorare i debiti arretrati con le imprese, abolire l’IVA al 4% su tutti i prodotti alimentari di base.
Anziché aspettare che a fine anno si concluda il dibattito sterile su Mes si Mes no, sul recovery fund (i cui denari non arriveranno comunque prima di metà 2021) si lanci subito un mega prestito nazionale di non meno di 50 miliardi senza cedole con sconto fiscale. Non si perda tempo!

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* (n.d.r.) –  Metabolizzato questo pregevole “Piccolo Saggio”, redatto dal nostro eccellente Torquato Cardilli, ci sia consentito ipotizzare anche altri successivi accostamento tra  le varie tipologie delle Metamorfosi. Punto di partenza, ovviamente, “LE METAMORFOSI” di Ovidio per approdare dalla Classicità Aurea  a quella più recente del “Piccolo Mondo Antico” di Fogazzariana Memoria e, quindi alla grande Politica Quantistica o Situazionistica.
E qui va riportata una riflessione del nostro Raffaele Panico: “Il principio di incertezza della meccanica quantistica è la base della attuale situazione politica: l’esperimento pratico del paradosso del “Gatto di Schrödinger” si è del tutto compiuto nella politica ma, a rischiarci la pelle, non è il suo gatto ma l’Italia, il popolo italiano tutto, nessuno escluso! ” 

Per visionare il suddetto articolo a firma Raffaele Panico cerca
“L’Italia e il paradosso del gatto di Schrödinger: siam mezzi vivi o mezzi morti?

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