La “Censura Facebook” colpisce ancora Altaforte Edizioni e CasaPound
MMXX: “Quando un Libro diventa Reato”
UN COMUNICATO DI ALTAFORTE EDIZIONI, rielaborato dalla CONSUL PRESS
Nonostante costituzioni e leggi garantiscano la libertà d’espressione, in Italia una multinazionale si arroga il diritto di decidere cosa è lecito e cosa non lo è.
Nel caso specifico, da parte di FB – un Gigante del Web – viene impedito ad una Casa Editrice tradizionale di sponsorizzare un libro-intervista a uno dei volti più noti del sovranismo italiano, Simone Di Stefano, perché questo violerebbe gli standard di Facebook. Pena cancellazione dei post e degli account dei dipendenti di Altaforte Edizioni, con minaccia di cancellazione della stessa pagina aziendale.
Insomma, i “Censori” del pensiero unico colpiscono ancora, andando a penalizzare tutte quelle attività che non si allineano al conformismo dilagante.
Ma AltaForte Edizioni dichiara di non aver alcuna intenzione di arrenderci e che, pertanto, continuerà ad essere accanto e a sostenere i propri “libri proibiti” e Francesco Polacchi, Editore di Altaforte, precisa:
“Se Fb censura il libro, li portiamo in tribunale….. Oggi siamo tornati tanto indietro nel tempo: stiamo parlando del 2020, un periodo storico in cui dovrebbero essere garantite le libertà individuali, di espressione, editoriali, di movimento. Qui, invece, una “multinazionale americana” che gestisce il 60% del traffico online, si permette di dire chi può parlare e chi no, chi può scrivere un libro e chi no. E’ molto pericoloso”.
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Già in precedenza la Consul Press si è schierata a fianco di AltaForte Edizioni e di CasaPound in altri due specifici episodi e precisamente:
A) per la espulsione della Casa Editrice dal Salone del Libro di Torino nel maggio 2019, voluta e richiesta da altri Editori, con l’appoggio di numerosi Media e la complicità politica di varie “Istituzioni”, sempre ipocritamente ossequianti verso una pseudo democrazia e una presunta libertà di pensiero, purché non in contrasto con i loro dogmi od interessi;
B) per l’arbitrario oscuramento della “pagina di CasaPound” su FB, a cui però ha fatto seguito un’esemplare condanna di Facebook Ireland Limitedel nel dicembre 2019, grazie ad un ricorso magistralmente condotto dal Prof. Avv. Augusto Sinagra e dal Prof. Avv. Guido Colaiacovo.
Al riguardo, ritengo doveroso evidenziare su tale argomento alcune ulteriori “Note a Margine”.
A prescindere che, a mio parere, Fb potrebbe rappresentare un Mix tra il “Mistero Buffo” (rappresentazione teatrale di Dario Fo) ed il “Papocchio” (buon vecchio film di Renzo Arbore) per coinvolgere in una farsa socio-antropologica i propri “utilizzatori”, illudendoli sia di poter esprimere opinioni e pensieri (salvo censure), sia di lanciare messaggi e proclami (generalmente inefficaci), ma consentendo loro di socializzare con nuovi contatti o di rintracciare antiche amicizie.
In questo scenario che potrebbe rappresentare un Mix tra “La Casa del Grande Fratello” (penosa serie televisiva) e le intuizioni di “1984” (avveniristico libro di Orwell), assumono un’inquietante dimensione certe dichiarazioni di Donna Zuckerberg – sorella del più celebre Mark, Patron di FaceBook e Socio ideale, sodale e solidale di Bill, Patron di Google, tese a demonizzare per “i giovani” la pericolosità di studiare la Storia delle Civiltà Classiche (in particolare dell’Antica Grecia e Roma), in quanto gli stessi giovani – studiando tali Civiltà – potrebbero essere influenzati ed orientati verso modelli etici, oggi, senz’altro da condannare.
Questo è il messaggio che ci viene trasmesso dagli U.S.A., fieri di interpretare il ruolo dei “Gendarmi del Mondo”, degli “Esportatori di DemoKrazia”, nonché dei “Padroni di Internet”, ma inconsapevoli di essere approdati dalle Barbarie al Progresso, senza mai aver percorso la strada della Civiltà.
GIULIANO MARCHETTI