Il trojan del covid 19, ovvero il verme della paura
Consguenze dell’ Emergenza Sanitaria:
come siamo cambiati …. o come non siamo divenuti “diversi”
riflessioni di Massimo Rossi *
Il Covid 19 ci ha consegnato alla vita futura con un elemento in più: la PAURA. La nostra società occidentale aveva relegato la paura dell’estinzione, ormai da millenni. Noi vivevamo solo di profonde e collaudate certezze. Una di queste, forse la principale, era che ogni male poteva essere combattuto e che le medesime avrebbero ristabilito, senza timori o ritardi, la salute. Non è così!
Il Covid 19 ci ha fatto sentire inermi, ci ha fatto sentire quello che siamo: piccoli esseri viventi del tutto inutili nel profondo e vasto Universo. Questa è la sensazione che abbiamo avuto, la consapevolezza che abbiamo avuto e questa è (per fortuna) la realtà. Possiamo essere spazzati via da un meteorite che colpisce la Terra o, piuttosto, da un essere vivente che non vediamo. Siamo, assolutamente, vulnerabili, siamo una parte del tutto, ma non essenziale e non importante. L’Universo, ma anche la Terra, può, tranquillamente, fare a meno di noi.
Ma non è solo questo quanto il Covid 19 ci ha insegnato. Forse, la cosa più rilevante è proprio la paura. Su questo tema ancestrale della paura della malattia dovremmo molto lavorare perché la paura ha due vie che possono essere percorse: quella della responsabilità di fronte all’evento e quella del terrore (altro elemento ancestrale). E qui tocchiamo un punto molto dolente, ovvero, la “gestione” della pandemia. La pericolosità pandemica ha fatto saltare nei paesi occidentali tutti gli equilibri democratici e delle libertà fondamentali. Questo aspetto, oltre al profilo giuridico, ha un profilo politico: le società occidentali, abituate alla libertà, hanno assaporato la loro privazione.
Una privazione a tempo, ma una privazione in ogni caso. Tale privazione ha generato, in modo molto significativo, un preciso intaccamento del DNA fondato sulle libertà. A molti è risultata accettabile la privazione della libertà, a fronte di una “paura” ancestrale che, in realtà, è terrore vero e proprio. Questo è un elemento di grande pericolo per la tenuta della società. La società è stata compressa e non “regolata” difronte alla possibile malattia.
Questo è molto pericoloso perché, di fatto, è come se si fossero fatte le prove generali per una “dittatura” mediaticamente orientata. Non posso dire che la pandemia è stata “creata” ad arte, ma si può certo dire due cose: a) non è stata governata da uomini politici in grado di proteggere i propri popoli; b) si è alimentata (nella perfetta ignoranza della gravità) la paura.
Ecco, dopo il Covid 19, la nostra società conosce la paura di non guarire e di morire per qualcosa che non si conosce. Potenzialmente questo “micro -chip” mentale può rivelarsi molto utile in mano a soggetti privi di scrupoli. La malattia è uno stato dell’uomo e la fallibilità dell’uomo è nelle cose, ma lo stato di “terrore” è indotto per incapacità o per volontà. Solo i mesi che verranno ci daranno una risposta su questo. Certo è che, mai come adesso, la società occidentale è preda della paura che, in definitiva, è paura dell’ignoto.
*Avvocato Penalista e Cassazionista
Docente e Relatore in Seminari di Studi
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NOTE A MARGINE – Questo è il terzo intervento a firma dell’ Avv. Massimo Rossi pubblicato sulla Consul Press, ove – come nei precedenti – il CoronaVirus e le relative conseguenze vengono esaminate prevalentemente per i vari aspetti giuridici, istituzionale e politici. Da parte nostra, pur condividendo le riflessioni e le analisi esposte del relatore, su qualche punto deiseriamo però esporre una nostra diversa “posizione”, riservandoci di discuterne nel corso di una prossima intervista a 360° con l’Amico Avvocato,
……….La Redazione.