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La Scienza Italiana da Volta a Marconi

L’INNOVAZIONE E I PRIMATI 
TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Il 20 Luglio 1937 si spegneva a Roma il geniale scienziato e inventore Guglielmo Marconi. Figura straordinaria capace di coniugare Pensiero e Azione, trasformando le sue scoperte scientifiche e teoriche in tecnologia applicata, volta al miglioramento della qualità della nostra vita.
Questo principio rappresenta il comun denominatore che sta alla base di un periodo di tempo che va da Alessandro Volta a Guglielmo Marconi, arco di tempo molto fecondo per la Scienza Italiana.La grande intuizione di Marconi fu di poter trasmettere messaggi a qualsiasi distanza, superando gli ostacoli naturali, attraverso un sistema di comunicazione basato sulle onde elettromagnetiche. L’evoluzione della sua invenzione, il radiotelegrafo, portò alla radio, alla televisione e a tutti i moderni sistemi di radiocomunicazione senza fili.

Il suo primo esperimento riuscito fu  realizzato nell’abitazione paterna a soli 21 anni, nel 1895, il famoso esperimento del colpo di fucile. Giunse a perfezionare e a brevettare la sua invenzione, al punto che il 12 Dicembre 1901 si verificò la prima trasmissione radio transatlantica, tra una stazione sita in Cornovaglia e un’altra a Terranova.

Nel 1903 venne installato un trasmettitore a scintilla nel Centro Radio di Coltano, presso Pisa, dove venne allestito da parte dell’Arma del Genio, il primo servizio di radiotelegrafia militare. Questa stazione sarà potenziata fino a diventare una delle più potenti stazioni radio d’Europa.

Simbolico il collegamento radio effettuato il 3 Agosto 1904 tra la città di Bari e la città di Bar in Montenegro, in onore della Regina Elena, che il 15 Settembre successivo darà alla luce l’erede al trono il Principe Umberto II.

Marconi perfezionerà i suoi apparati radio e nello stesso tempo li promuoverà, distinguendosi anche come abile imprenditore.

Nel 1909 gli venne conferito il Premio Nobel per la fisica condiviso con Carl Ferdinand Braun,  in riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili.

Nel 1914 fu nominato dal Re Vittorio Emanuele III, Senatore del Regno d’Italia. Il Sovrano, inoltre, nel 1929 gli conferirà il titolo ereditario di Marchese.

Allo scoppio della Grande Guerra, il 19 Giugno 1915, Marconi si arruolò volontario nel Regio Esercito, e svolse un ruolo fondamentale nell’Istituto Radio-Telegrafico della Marina.  

Aderì al Fascismo e svolse ruoli di grande prestigio nelle Istituzioni Scientifiche Italiane. Rivendico l’onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l’utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo, in campo politico, la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d’Italia.

Nel 1927 fu nominato Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Nel 1930 fu nominato Presidente della Regia Accademia d’Italia, la storica Accademia Nazionale dei Lincei, e automaticamente divenne componente del Gran Consiglio.

E’ bene sottolineare che partecipò a una sola seduta, quella memorabile del 9 Maggio 1936, Giornata della Proclamazione dell’Impero. Dal 1933, fino alla morte, fu anche Presidente dell’Istituto Treccani, entrando così in contatto con il filosofo Giovanni Gentile, allora impegnato nel ruolo di direttore scientifico dell’Istituto. Fu inoltre il primo presidente del Centro Internazionale Radio Medico, istituto da lui stesso fondato.

Il Pontefice Pio XI incaricò Marconi di realizzare la prima Stazione Radio Vaticana, l’attuale Radio Vaticana. Inaugurata nel 1931 dallo stesso Marconi, che introdusse il primo discorso del lo stesso Pontefice via etere, entrando così in collegamento radio con il mondo cattolico.

Guglielmo Marconi morì il 20 Luglio 1937 a Roma, dove si celebrarono i solenni funerali alla presenza delle massime Autorità dello Stato, con la partecipazione straordinaria di oltre 500.000 persone. Fu sepolto nel Mausoleo della Villa Griffone, a Sasso Marconi, l’abitazione paterna dove realizzò i suoi primi esperimenti. In questa prestigiosa sede sono presenti anche un Museo e una Fondazione a lui dedicati.

Con la Legge 28 Marzo 1938, n.276 G.U. N.84 del 12 Aprile 1938, il Re Vittorio Emanuele III decretò che il giorno 25 Aprile, anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, venisse  dichiarato, a tutti gli effetti, giorno di solennità civile. Questa legge fu abrogata nel 2008.

La Scienza Italiana da Alessandro Volta a Guglielmo Marconi
Il periodo di tempo, che va da Alessandro Volta a Guglielmo Marconi, passa alla storia come il periodo della Seconda Rivoluzione Scientifica. Numerose riviste nascevano, già dall’inizio dell’ottocento, in Italia, veri e propri crocevia di carattere scientifico e culturale.
Vi collaborarono molti scienziati impegnati anche militarmente e politicamente, con l’intento di creare un legame tra teoria e prassi, scienza e industria, Pensiero e Azione, ponendo l’impegno scientifico a fondamento dello sforzo unitario.

Il Conciliatore, fondato a Milano da Silvio Pellico nel 1818, il periodico Antologia, fondato a Firenze nel 1821, volto alla diffusione e divulgazione scientifica,  dove si proponevano soluzioni a problemi di carattere scientifico, tecnico e culturale. Significativa anche l’esperienza raccolta intorno alla rivista Il Politecnico, fondata da Carlo Cattaneo a Milano nel 1839, di impostazione laica e illuministica, e volta all’interesse per le scienze positive.

Sono da ricordare, inoltre, le numerose riunioni degli scienziati, che si svolgevano in tutte le più importanti città d’Italia. La prima riunione degli scienziati italiani veniva organizzata nel Granducato di Toscana, sostenuta da Leopoldo II. Si svolse a Pisa nel 1839 dal 1° al 15 ottobre, con la partecipazione di 421 iscritti, tra naturalisti, medici, fisici, ingegneri, i quali rivendicavano le radici italiche della rivoluzione scientifica del seicento.

L’anno dopo, nel ’40, nel Regno di Sardegna, a Torino, si svolgeva il Congresso dei dotti italiani, con il sostegno del Re Carlo Alberto,  il quale affidò la Presidenza al conte Alessandro Saluzzo.

Un’altra importante riunione si svolgeva a Napoli nel 1845 alla presenza di 1613 scienziati. In questa occasione fu inaugurato l’Osservatorio Vesuviano, primo al mondo per gli studi vulcanologici, sia in ordine temporale, che per importanza scientifica. Il suo fondatore e primo direttore fu Macedonio Melloni, uno dei più grandi fisici italiani dell’Ottocento.
Ricordiamo che nel Regno delle Due Sicilie avvenivano altri due primati italiani, nell’ambito della navigazione a vapore e nelle ferrovie. Nel 1818 Ferdinando I effettuava una traversata marittima con la prima nave a vapore italiana verso Marsiglia, e il 3 Ottobre 1839 il Re Ferdinando II inaugurava la prima linea ferroviaria italiana. Si trattava della celebre e breve tratta Napoli-Portici. A tale proposito, va però sottolineato, che nel 1860, prima dell’Unità d’Italia, ai 128 chilometri di ferrovie nel Regno delle Due Sicilie si contrapponevano i 938 chilometri nel modernissimo Regno di Sardegna, quasi tutti realizzati sotto Cavour.

Profetiche le parole pronunciate dal Re Vittorio Emanuele II, la prima volta che parlò al Parlamento a Montecitorio, dopo la proclamazione di Roma Capitale, il 27 Novembre 1871. Il Sovrano annunciava “una nuova era”, che si sarebbe realizzata “ampliando e rafforzando l’insegnamento professionale e scientifico, aprendo nuove vie di comunicazione e nuovi sbocchi al commercio”. In questo modo, continuava il Sovrano nel suo discorso augurale “la via mondiale che, percorrendo l’Italia, riesce a Brindisi e avvicina l’Europa all’Italia troverà aperti i tre varchi delle vaporiere per traversare le Alpi”. Basti pensare al Traforo ferroviario del Frejus di oltre 13 chilometri, inaugurato nel 1871, opera straordinaria equiparabile solo al Canale di Suez (1869), la Galleria del Gottardo di 15 chilometri inaugurata nel 1882 e la Galleria del Sempione 1905.

Al potenziamento della formazione scientifica contribuì il pavese Luigi Cremona, che riorganizzò e diresse la Scuola degli ingegneri di Roma, da cui nascerà l’attuale facoltà di Ingegneria della Sapienza. Un altro scienziato patriota di fama mondiale fu il chimico palermitano Stanislao Cannizzaro, che a Siena nel 1862 fondava la Società italiana per il Progresso delle Scienze. Dedicandosi all’organizzazione della chimica italiana, elaborò una teoria atomica basata sul principio di Avogadro.

Molta attenzione veniva riposta anche nella formazione di tecnici altamente specializzati. A tale fine nascevano molti politecnici, di primordine quello di Milano, dove insegnava un altro ingegnere patriota come Giuseppe Colombo, autore del più conosciuto Manuale di Ingegneria, ancora oggi in uso. Rettore al Politecnico di Milano, tra i suoi allievi si possono ricordare grandi nomi, come Giovan Battista Pirelli, il noto imprenditore della gomma, e il pioniere dell’aviazione l’ingegnere Enrico Forlanini, a capo della Società Leonardo da Vinci. Per iniziativa di Colombo a Milano nel 1883 si costruiva la prima centrale termoelettrica d’Europa.

L’Innovazione e i Primati Italiani
E’ fondamentale ricordare brevemente altri scienziati provenienti da tutta la penisola, a cui sono legati importanti primati. Nel 1799 Alessandro Volta inventava il primo generatore statico di elettricità, la Pila. Fu premiato da Napoleone con una Medaglia d’Oro. Nel 1853 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci presentavano il primo motore a scoppio, perfezionato da Giovanni Enrico per la Fiat nel 1909. Nel 1882 Enrico Bernardi inventò e brevettò il primo motore funzionante a benzina della storia, che applicò a una struttura in legno con ruote, dando vita alla prima automobile italiana.

Nel 1854 Antonio Meucci costruiva il primo telefono, il Telettrofono, Galileo Ferraris nel 1885 inventava il motore elettrico a corrente alternata. Nel 1892 veniva realizzato da parte del fisico Guglielmo Mengarini il primo sistema al mondo per la trasmissione a distanza dell’elettricità, da Tivoli a Roma. Interessante la posizione scelta per la Centrale, posta a Porta Pia. Nel 1895 Guglielmo Marconi compiva il primo passo verso la Radio, realizzando il primo trasmettitore a distanza. Nell’ambito della fisica atomica è fondamentale ricordare il ruolo svolto da Enrico Fermi e dalla sua Scuola di Roma, i ragazzi di Via Panisperna. In particolare il grande fisico elaborò nel 1933 la teoria del decadimento beta e approfondì gli studi sull’atomo.

La Giovane Italia, che aveva da poco realizzato la sua Unificazione, cominciava a gareggiare a testa alta con le grandi Potenze Europee. Un progresso scientifico, industriale e culturale, che avveniva parallelamente al processo di Unificazione Nazionale, messosi in movimento già alla fine del Settecento, e che portò non solo al compimento dell’Unità d’Italia, ma anche al conseguimento di innumerevoli primati.
Grazie a questo nesso molto stretto tra scienza e tecnica, la conoscenza fu messa al servizio dello sviluppo industriale. Questo consentì al giovane Regno d’Italia di mettere in movimento, in tempi rapidi, il processo di modernizzazione della penisola, al fine di uscire dallo stato di arretratezza, entrando così in competizione con le potenze europee. Nell’arco di pochi anni l’Italia non solo si metteva in linea, ma addirittura era all’avanguardia.

Il Passaggio Fatale
In questi giorni di luglio, durante l’estate del 1943, si verificarono i tragici e inutili bombardamenti di molte città italiane, durante il Secondo Conflitto Mondiale.
In particolare il 19 Luglio veniva per la prima volta colpita la Città Eterna dalle bombe anglo americane, generando danni irreparabili a persone e monumenti, innescando un processo apparentemente irreversibile di Damnatio Memoriae.
Auspichiamo, che nonostante le difficili conseguenze legate a quegli eventi, la memoria di uno dei periodi più fecondi, geniali e innovativi della Storia d’Italia, possa non essere offuscata. Ma che al contrario, la ricerca obiettiva e distaccata possa portare chiarezza e luce nella Verità Storica, per troppo tempo manipolata e alterata da secondi fini.

CORONAVIRTUS VS CORONAVIRUS

XXV APRILE  GIORNO DI SOLENNITA’ CIVILE

Gli sviluppi della Scienza Italiana, con le sue innovazioni, e i suoi primati scientifici e tecnologici, in campo istituzionale e industriale, costituiscono un punto di riferimento saldo per questo Nostro Presente.

Mai, come in questi mesi, l’Italia e il mondo intero sono precipitati in una profonda crisi spirituale e materiale. La corruzione dilagante nelle istituzioni, con la conseguente delocalizzazione dell’industria nazionale, ha generato un dissesto acuito anche da altri due fattori: Denatalità e Fuga di Cervelli. A questa Italia invecchiata e stanca si può, e si deve, opporre la Giovane Italia con il suo entusiasmo innovativo e la sua voglia di fare.

UN PROGETTO SEMPRE PRESENTE
IL PROGETTO EUR 42
CON LA STELE DI MARCONI
UNA BUSSOLA INDICATIVA 
PER GLI ARGONAUTI DEL FUTURO

MASSIMO FULVIO FINUCCI E CLARISSA EMILIA BAFARO

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