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L’Italia, Il “bel Paese”…. dei figli di papà e dei cocchi di mamma

INQUIETANTI ANALOGIE TRA VITELLONI E HIDALGOS   

a cura di Torquato Cardilli 

In Spagna quando ci si trova di fronte ad un giovane di belle speranze, vincente ed arrogante quanto basta, lo si definisce con ammirazione e rispetto “hidalgo”, cioè figlio di un pezzo grosso, di qualcuno importante.
Nel bel paese di Lilliput (*1), invece, per definire chi immeritatamente gode di una posizione di privilegio o di favore, ci sono due espressioni che scivolano verso il sarcastico per la caratteristica del carattere vanesio e pavido: figlio di papà oppure cocco di mamma (ovviamente valido anche per le donne) come ben rappresentato da un vecchio film di oltre 60 anni fa intitolato proprio “cocco di mamma”.

Nel libro “Cuore” di De Amicis c’è il racconto del piccolo scrivano fiorentino che si sacrificava di notte per alleviare il lavoro del padre. L’esatto opposto di quello che si può rilevare oggi nel terreno politico, maggiormente esposto all’attenzione mediatica, molto fertile nel far crescere simili personaggi.

Tanto per restare nell’ambito della regione, culla del “dolce stil nuvo”, c’è un figlio di papà, segretario della locale sezione del partito, che brucia le tappe tanto da arrivare alla conquista della poltrona di numero uno in Comune, della segreteria nazionale e poi del Governo, salvo cadere rovinosamente a causa della presunzione, in un memorabile capitombolo referendario. Dalla rovina non possono salvarlo né il babbo, né la mamma che anzi minano ancor di più la credibilità e la trasparenza nell’opinione pubblica a causa delle vicende giudiziarie con denunce, arresti, processi in vari tribunali, con condanna in primo grado per bancarotta fraudolenta e fatture false.
Qualche anno fa questo figlio di papà si vantava in televisione, ambiente in cui si muove agevolmente per la sua naturale inclinazione allo spettacolo, di possedere sul conto corrente solo 15.000 euro a dimostrazione della sua onestà in politica, salvo poi farsi scudo della privacy per non rivelare i finanziatori della sua fondazione, delle sue kermesse politiche, delle cene elettorali alle quali prese parte anche un certo Buzzi.
Di lì a non molto, “il poverello (per scherzo) di provincia” – trasformato in una macchina di denaro potendo contare su una cospicua indennità e su generose compensazioni per le sue conferenze, acquistava una villa a Firenze per un milione e trecentomila euro, di cui 400 mila in contanti e 900 mila come mutuo. Il giorno prima dell’emissione del contante in assegni circolari il nostro, che non aveva i soldi, riceveva un grazioso prestito di 700 mila euro da un altro cocco di mamma, meglio dalla mamma stessa che non era una proprietaria di banca, ma solo la mamma di un suo amico industriale finanziatore della Leopolda.
Prestito che a detta dell’interessato fu prontamente restituito dopo qualche mese. Da cui il sospetto che il prestito fosse un mero pretesto.
Non so cosa annusiate, ma io comincerei a sentire puzza di bruciato.

Nella stessa regione c’è un’altra “figlia di papà” che percorre una veloce carriera politica fino a giungere, men che trentenne, a far parte del Governo. Ma il papà, anch’egli con un passato di politico sindacalista di paese, era entrato addirittura in contatto con il P2 Carboni per l’individuazione di un DG della sua Banca di cui era vicepresidente, rimanendo invischiato fino al collo nel suo dissesto finanziario. La Banca fu presto commissariata dal Governo per evitare guai peggiori ai dirigenti, ma non ai risparmiatori, con un decreto salva banche che, svelato sottobanco ad uno speculatore gli fece guadagnare di colpo oltre mezzo milione di euro.
La figlia per proteggere il papà, collezionista di incarichi in ben 14 società, multato dalla Banca d’Italia per difetto di trasparenza per 144 mila euro, mosse mari e monti tanto che la politica arrivò persino a produrre una commissione parlamentare d’inchiesta dalla quale emerse solo ciò che già si sapeva perché ampiamente riferito dai media e dalla saggistica.
Risultato? Meno di zero, del resto atteso data la presidenza di un noto insabbiatore.

Se poi ci trasferiamo in pianura padana troviamo un altro figlio di papà (condannato anche in appello per maxi truffa di 49 milioni allo Stato), comunemente definito “il trota” immeritatamente elevato al consiglio regionale, con laurea fasulla acquisita in Albania, senza aver messo mai piede in quella Università (*2)
E’ di questi giorni il caso macroscopico di un altro cocco di mamma al massimo vertice regionale, che avrebbe ereditato oltre cinque milioni di euro tenuti ben nascosti nelle Bahamas e poi fatti emergere a tassazione irrisoria (5%) con il famoso scudo fiscale del 2015, ma dirottati in un altro paradiso di capitali oscuri di oltralpe.
La questione è venuta alla luce solo perché, scoperto un abuso nell’affidamento di un contratto a trattativa privata con la società di famiglia, da parte di un’inchiesta giornalistica, ci sarebbe stato il tentativo maldestro di rinnegare il contratto di acquisto di una grossa partita di camici medici, trasformandolo in un atto di donazione per altro non onorato completamente. Ma la cosa paradossale è che il cocco di mamma avrebbe inteso risarcire il cognato del mancato guadagno dividendosi l’onere del contratto a metà.
Che necessità c’era di risarcire il cognato del mancato guadagno se si trattava di una donazione e non di una fornitura onerosa per i fondi pubblici? Eppure il cocco aveva negato di essere informato del contratto tanto che la cosa è finita nelle mani della Magistratura.
Questi sono alcuni esempio di figli di papà e di cocchi di mamma del Bel paese anche se ogni riferimento a personaggi reali è puramente casuale e frutto della fantasia.

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NOTE  A MARGINE 
(*1)
vedasi il precedente articolo “Il Paese di Lilliput e la legge del Fracassi” sempre a firma dell’Ambasciatore Torquato Cardilli,  già pubblicato il 23 luglio sulla Consul Press.
(*2) – bisognerebbe elencare tutte le “Lauree”, i “Master” e gli altri titoli onorifici della Classe (o Casta) Politica di questa Nostra (?) Repubblica, nonchè citare i comportamenti sobri od eclatanti della “Fauna Umana” che frequenta le Sedi Istituzionali, i Palazzi del Potere, i Luoghi che contano, sia per discutibili meriti di “discendenza dinastica”, sia per ancor più discutibili comparsate televisive o, a volte, salottiere (Grande Fratello, Isola dei Famosi, ecc. ecc). ______________________G.M.  

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