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Lilith

Regina dei vampiri, madre di tutti i demoni, predatrice feroce della notte che minaccia i bambini e adolescenti dalle polluzioni notturne.
Madre assoluta degli incubi e succubi.
Citata continuamente dalle femministe e da tempo eletta come modello di indipendenza femminile.

Molti forse non sanno che la prima femminista dell’umanità è stata la prima donna. Almeno secondo le leggende ebraiche. Non ci riferiamo a Eva, moglie di Adamo, creata da una costola di Adamo, ma a Lilith, prima donna creata da Dio a sua immagine e somiglianza, secondo la leggenda del mito della creazione ebrea, che nelle tre principali religioni monoteiste di origine comune, appunto Ebraismo, Cristiianesimo e Islami, cambia.

Attorno al 3000 a.C la figura Lilitu, signora del vento del Sud, era associata a una demone sumerica della tempesta, portatrice di malattie, disgrazie e morte. Nel concetto di triade delle mitologie mesopotamiche appartenente alla famiglia Lilu, Lilitu e Ardat Lili, marito, moglie e giovane figlia. Donna di notevole aspetto con caratteristiche mostruose, con un paio di ali, serpenti stretti tra le mani, artigli da rapace al posto dei piedi, affiancata da due simboli di sventura notturni, le civette. Concetto appreso dagli antichi ebrei, come molti concetti dell’area della vecchia Babilonia e reintegrata nelle loro credenze con il nome di Lilith. Probabilmente mischiato ad altre figure mesopotamiche come le dee Inanna e Ishtar. Dee della prostituzione sacra delle religioni mesopotamiche, esaltata nelle cariche erotiche delle sacerdotesse e nelle loro dee, comprese le caratteristiche aggiunte dagli ebrei, in riferimento di queste dee a Lilith.

Prima moglie di Adamo, antecedente a Eva, creata da creta e argilla e infusa del Pneuma, il soffio vitale di Dio. Lilith che non volle mai essere seconda all’uomo, ad Adamo e in nessun modo subordinata a lui. Pronuncerà il nome segreto di Dio che le causerà la comparsa delle ali, con le quali volerà dall’Eden scappando verso il Mar Rosso. Acquisendo così un enorme potere, evitando la cacciata dell’Eden e sfuggendo alla morte.

Spirito ribelle, contro ogni tentativo di coercizione, contro Dio che andò a popolarsi e mischiarsi coi Jinn, spiriti locali mediorientali, divenendo la capostipite dei Lilim, dei suoi figli, di quasi tutti i demoni del mondo in cui lei è una sorta di madre terra, madre di tutti demoni, esatto contrario della vergine Maria.  

Visitata da 3 angeli che cercano di riportarla nel paradiso terrestre: Senoy, Sansenoy e Samangelof, la trovarono mentre partoriva orde di demoni. La minacciarono di uccidere migliaia di suoi figli al giorno. Finché fu siglato un patto che Lillith non avrebbe toccato la discendenza di Adamo, non avrebbe toccato tutti i suoi figli che avrebbero portato un medaglione con il nome dei tre angeli. Lilith però avrebbe avuto podestà su qualsiasi bambino e adolescente maschio che le pareva.

Lilith è quindi lo spauracchio dei bambini, dove li visitava di notte per ucciderli o creare polluzioni notturne, per prelevare il seme per generare demoni o addirittura legittimata da Dio su punizione di adulterio tramite i figli nati da tale atto.

La Figura di Lilith è orgogliosa e libera, donna predatrice sia negli atteggiamenti sessuali che ferocemente animaleschi, la prima vera e unica femminista dell’umanità, dalla spiccata voglia di indipendenza che l’ha resa immortale e intoccabile. Madre dei demoni del mondo, della razza degli incubi e succubi che tormentano le pulsioni notturne dei giovani e adolescenti, della razza dei vampiri e dei Jinn.

Colei la quale si diceva che è stata congiunta ad Asmodeus, demone della lussuria e a Samael angelo della morte e compare tra le quattro mogli di Satana stesso.

A Lilith, in quanto regina della morte e distruzione, viene affidato l’ultimo regno della terra, quello che ci sarà dopo l’apocalisse, in quanto regina del nulla sarebbe il coronamento assoluto della distruzione.

Lilitu, la prima idealizzazione di Lilith, oltre a ispirare gli ebrei a ispirato altre culture. Come ad esempio la versione molto simile di Lamassu o Lamastu, mezza donna mezza vacca che con sembianze di lupo divenne popolare in Grecia come Lamia. Sempre da parte degli ebrei, presa con caratteristiche di Inanna, Ishtar e Astarte, la cananea Asherah. Nel periodo pagano ebreo.

Attualmente la popolarità di Lilith è nettamente cresciuta rispetto al passato. Se si volessero citare ogni suo riferimento ce ne sarebbero migliaia. A cominciare dalle opere letterarie attuali. Dal Faust di Goethe, passando per Primo Levi. A Joumana Haddad con il suo “ Il ritorno di Lilith”, al racconto “ L’orrore a Red Hook di Lovecraft “, a Valerio Evangelisti con il suo Eymerich, alle Cronache di Narnia e le opere letterarie di Aleister Crowley e tanti altri.

Nei film e nelle serie tv viene continuamente citata. Come Supernatural.  
Nei fumetti, come Lilith di Luca Enoch, Hellboy, Martin Mystere e in svariati manga giapponesi. 
Nella musica come Genesis, Dissection a Max Gazzè. 
Persino nei videogiochi tra cui il famoso Final Fantasy e del vecchio Castelvania.

La popolarità dei giorni d’oggi, in quest’epoca in cui da tempo sta lasciando valori antichi reinterpretandoli altri, l’immagine lussureggiante e predatrice di Lilith sono visti non più in maniera negativa, ma come una caratteristica positiva di forte carattere che l’ha resa libera e indipendente, potente al punto di essere immortale e ribellarsi a una concezione passata del mondo prettamente maschilista.

Molte associazioni femminili si rifanno al nome di Lilith, non perché indichi il nome della madre di tutti i demoni del mondo, ma alla donna che osò ribellarsi e sconfiggere il maschilismo prima di ogni altra.

Alla ribellione contro Dio e contro la società perché come creatura era a immagine e somiglianza di Dio. Lilith è quindi considerata ai giorni d’oggi più che una demone una sorta di potenza divina, una madre terra, simbolo dell’indipendenza femminile, in questa realtà di uguaglianza, molto più viva di quanto lo potesse essere stata nel passato.

                                                                                                                                                      om Enrico Paniccia

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