Armine Harutyunyan: la modella di Gucci che non rispetta i canoni di bellezza
La modella diventata vittima di body shaming sui social si racconta a Repubblica: “Meglio essere diversi che omologati al resto, anche se non tutti ti capiranno. Le persone sono spaventate da tutto ciò che è diverso, non posso vietare loro di parlare ma posso ignorarle”
Armine Harutyunyan, la modella di origini armene diventata vittima di body shaming con numerosi commenti offensivi sui social perché non rispetterebbe i canoni estetici tradizionali, prende la parola e si racconta in un’intervista esclusiva al quotidiano la Repubblica. “Non è stata la prima volta” che ha subito delle critiche, racconta la 23enne. “È stata dura, non capivo perché ce l’avessero tanto con me. Ci sono tanti modi diversi di essere belli: consiglio di concentrarsi su di sé, su chi si è e su cosa si ama davvero. È meglio essere diversi che omologati al resto, anche se non tutti ti capiranno”.
Armine racconta di non capire il perché di tanto clamore su di lei in Italia: “Davvero non me lo spiego, anche perché ho sfilato per Gucci un anno fa, non c’è nulla di nuovo di cui discutere. All’inizio ci sono rimasta male, ma ci sono stati anche tanti dalla mia parte. Non posso certo vietare alla gente di parlare. Ma posso ignorarla. Sono più di una faccia, ho interessi, cose da dire e da fare. E non ho tempo per chi mi vuole abbattere”.
La moda è un mondo per pochi eletti. E se non rispetti determinati requisiti legati ad un certo tipo di bellezza “sei fuori” dal giro. Devi stare fuori.
Alcuni giorni fa un’oscena campagna denigratoria contro la modella Armine.
Armine Harutyunyan è l’esempio che questi archetipi possono essere scardinati. E Gucci l’ha annoverata nell’annuario delle 100 modelle più belle al mondo, suscitando non poche critiche. “Per citare il filologo e critico letterario Fausto Cercignani: la perfezione è il sogno dell’imperfezione che non vuole svegliarsi”. Ed è proprio questo binomio bellezza/perfezione che va superato. Un altro steccato che va abbattuto è quello del pregiudizio e dell’ignoranza.
Non è la prima volta che il mondo della moda fa scelte controcorrente. Il brand H&M, come altri, da anni si propone di sovvertire tali stereotipi proponendo nuovi canoni di bellezza. Come ad esempio le modelle “curvy”, lontani dai canoni di bellezze anoressiche. Inizialmente villipese dal popolo dei “benpensanti” e dalle èlite delle griffè. Poi accettate, ed infine entrate nell’immaginario comune come nuovi modelli di bellezza. Morbide, sinuose e accattivanti.
Tanto che altri brand importanti oggi puntano sulle indossatrici taglie over 44 per proporre i loro capi esclusivi. E anche la produzione è cambiata proponendo capi sensuali, esclusivi, di alta sartoria anche per donne più in carne. Per la serie, la seduzione non risiede più soltanto nella magrezza ma anche nelle forme più piene e curvilinee.
La corporatura esile è diventata sempre più un residuo obsoleto nell’immaginario comune. Tuttavia, gli strascichi di una mentalità rigida che ha caratterizzato il mondo dell’Alta Sartoria ha generato “mostri”. Indossatrici che si sono, purtroppo, “ammalate” di anoressia. Già perchè purtroppo l’anoressia, come la bulimia, è una patologia psichiatrica.
Una certa mentalità distorta ed “ignorante” l’ha fatta passare come un atteggiamento, una “moda”, quasi una tendenza adolescenziale. E sì perchè purtroppo le più giovani tendono ad emulare questi modelli ingigantiti e gonfiati proprio dal mondo dello Styling. Tante le modelle che sono morte di anoressia, di bulimia o di entrambe le patologie spesso associate ad una sorta di bipolarità del disturbo.