Miulli: l’ottima gestione dell’emergenza sanitaria, … il racconto del dott. Celani
SANITA’ DI ECCELLENZA IN REGIONE PUGLIA
CON L’ OSPEDALE FRANCESO MIULLI
Il periodo peggiore di questa epidemia sembra ormai lontano, anche se nelle ultime settimane stanno aumentando i casi di contagio da Covid-19 in tutte le regioni italiane a causa dei rientri di molti italiani dalle vacanze.
Sono diverse le strutture sanitarie italiane che nei mesi scorsi hanno dovuto gestire l’emergenza sanitaria, tra queste anche l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari.
A raccontarci in che modo lo stesso ospedale ha gestito la fase più difficile della pandemia, è il direttore sanitario dello stesso ospedale, il dott. Fabrizio Celani, che ci descrive i punti di forza con cui sono stati organizzati sia la struttura che il lavoro di medici e di tutti gli operatori sanitari.
> In che modo è stata gestita l’emergenza sanitaria nei mesi scorsi, quali sono stati i punti di forza?
“La gestione della struttura durante i mesi più difficili della pandemia si è basata su tre elementi precisi: il funzionamento dell’ospedale, la gestione del personale e l’organizzazione delle attrezzature.
La struttura è stata divisa in due ospedali, uno per i pazienti Covid-19 e uno no, isolando circa 300 posti letto e creando percorsi separati all’interno. Nell’ospedale no Covid c’erano pazienti oncologici che hanno potuto continuare le loro cure e terapie.
Oltre ai reparti di degenza sono state isolate le sale operatorie, la parte della radiologia e la parte ostetrica inclusa anche la sala parto. Per quanto riguarda il personale, tutti erano muniti dei dispositivi di protezione individuali, i medici e gli infermieri che operavano nel settore Covid erano ben isolati.
Quella di dividere i medici e gli operatori sanitari è stata la carta vincente per affrontare al meglio l’emergenza, tanto da registrare per quei mesi solo un caso di contagio positivo esterno.
Per andare incontro alle esigenze dei pazienti, grande rilevanza è stata data alle attrezzature, abbiamo messo a disposizione apparecchiature di radiologia portatili e una tac a 256 slice avanzata. Un intervento importante è stato quello svolto della squadra delle pulizie che ha effettuato una disinfezione continua degli ambienti.
Abbiamo pensato anche alla gestione dello stress del nostro personale, infatti a loro è stata dedicata un’area relax all’interno dello spazio Covid. Alcuni dei nostri medici che lavoravano nella zona Covid avevano problemi nel rientrare a casa, per questo abbiamo messo a loro disposizione un albergo vicino all’ospedale in cui hanno potuto alloggiare.
Questa rigorosa attenzione delle norme sulla sicurezza sanitaria assieme alla gestione dei due ospedali ci ha permesso di garantire le prestazioni ordinarie ai nostri pazienti, ma anche di tutelarli da un eventuale contagio”.
> Al momento come è la situazione all’interno dell’ospedale, ci sono casi positivi?
“Adesso non ci sono casi positivi all’interno della struttura, ora il Miulli è un ospedale no Covid, ma siamo pronti a ripristinarlo appena la Regione dovesse chiederlo. In una settimana sarebbe tutto pronto con 60 posti di terapia intensiva a disposizione. Nel caso in cui venissero registrati pazienti positivi sarebbero segnalati subito alle strutture pubbliche per le cure del caso”.
> Che cosa pensa accadrà in futuro, ci sarà un ulteriore aumento dei contagi?
“Non si possono avere certezze per il futuro, bisogna però dire che sono in crescita i casi di positivi asintomatici, anche se in Puglia ancora non c’è stato un aumento massiccio. Una crescita di casi potrebbe essere probabile.
L’attenzione non deve calare assieme al mantenimento e al rispetto delle norme e di tutte le precauzioni: sono fondamentali il distanziamento, l’uso delle mascherine e il lavaggio delle mani per la tutela della salute di tutti”.