Ecopelle, adesso si produce con mele, ananas e funghi la nuova frontiera della pelle sostenibile
Le foglie di ananas
Ad oggi è la più conosciuta alternativa vegetale alla pelle, e infatti è una delle prime ad essere entrate nel mondo della moda. Fondata dalla dottoressa Carmen Hijosa, la società Ananas Anam sviluppa l’ormai celebre Piñatex, un materiale tessile costituito da fibre derivate dalle foglie di ananas di una piantagione nelle Filippine. In realtà si tratta di scarti, poiché le foglie utilizzate sono quelle che generalmente vengono bruciate o sono abbandonate per lasciarle marcire naturalmente. Il Piñatex è ormai comunemente usato nel settore della moda da marchi come Hugo Boss, Paul Smith, Trussardi o H&M.
Le fibre di mela
Avreste mai immaginato di poter indossare un chiodo o delle sneaker realizzati con fibre di mela? Il frutto oggi è ambito da molti marchi alla ricerca di un’alternativa alla pelle animale. Una possibilità creata grazie alla start-up italiana Frumat, che ha utilizzato gli scarti dell’industria delle mele per sviluppare una fibra organica di vari spessori e consistenze destinata sia all’abbigliamento che agli accessori. Borse, scarpe, vestiti: la pelle di mela sta per invadere il vostro guardaroba. Tommy Hilfiger e Caval sono tra i marchi che sono già stati conquistati da questo nuovo materiale eco-responsabile.
I funghi
Molto meno conosciuta, la pelle derivante dai funghi è però quella che dovrebbe affermarsi come l’alternativa più apprezzata dal mondo della moda a partire dal 2021. È all’azienda Bolt Threads che si deve la nascita di Mylo, un materiale che più esattamente è a base di micelio. Si tratta di una parte del fungo formata da filamenti. Non solo la produzione di questo materiale è più responsabile di quella della pelle tradizionale, ma in più il micelio è rinnovabile all’infinito. Stella McCartney e Adidassono tra i marchi che l’hanno già adottato.
Esistono sempre più alternative sostenibili, etiche e vegane alla pelle animale, a tal punto che gli scienziati stanno moltiplicando le scoperte, ognuna più originale dell’altra. Oltre a questi tre materiali, che dovremmo vedere per molto tempo applicati nel settore della moda, ora si può contare anche sulla pelle tratta dall’uva, di cui s’è già servito Le Coq Sportif per concepire una collezione di sneaker, ma anche sulla pelle di kombucha (tè fermentato parente di birra e vino, ndr.), la pelle ricavata dagli scarti di mais, la pelle fatta con la banana e persino la pelle ricavata dai fondi di caffè. In sostanza, le nostre cucine traboccano di tutte quelle materie prime che, invece di finire nella spazzatura, possono ormai essere riutilizzate per realizzare i vestiti e gli accessori di domani.
via AFP-Relaxnews