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ROMA, IL PROCESSO TELEMATICO È SPESSO DIFETTOSO

“La Giustizia a Roma” al tempo del Covid: attualità e prospettive

La GIUSTIZIA (*) va cercandoch’è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta” 

_________________a cura di MATTEO PLATANIA

Venerdì 11 dicembre si è svolta a Roma,  in via delle Paste 111, una tavola rotonda dal titolo “La giustizia romana al tempo del covid: attualità e prospettive”.  Il tema della Giustizia è un tema assai delicato e soprattutto da non sottovalutare. A causa della pandemia, ci troviamo in una situazione di stallo nella maggioranza dei settori. 
Il nostro sistema giudiziario è lento: i tempi necessari per risolvere contenziosi civili e commerciali spesso sono biblici. In un articolo de “La Stampa” si evince che “nel 2016 occorrevano 514 giorni per arrivare ad una sentenza di primo grado, nel 2017 ce ne sono voluti, in media, 548. Un mese in più.
E’ il dato più alto di tutta Europa. Nessuno deve attendere un anno e mezzo per un pronunciamento di primo grado”. Domanda che viene da porsi è: perché il cammino della giustizia è così lento? Perché, con il covid, non si possono fare processi anche telematici per non rischiare di contagiarsi? 

Quando si parla di giustizia, l’Italia si colloca alle ultime posizioni; peggio hanno saputo fare solo Cipro, Malta e Portogallo. L’ Avv. Antonio Pulcini, della “Consulta Mondo Forense – Coordinamento Romano di Forza Italia”, ha analizzato la situazione attuale.

Antonio Pulcini e Maurizio Gasparri
Avv. Antonio Pulcini e Sen. Maurizio Gasparri

Il governo ha investito poco sulla giustizia, scoraggiando il processo telematico che, al contrario, andrebbe decisamente agevolato ed incoraggiato. Le udienze svolte  in videoconferenza,  durante la Fase 1 e 2,  non hanno funzionato a causa di ripetuti problemi tecnici. La maggior parte delle cause, sia in ambito civile che penale, sono state rimandate o spostate in orari scomodi. Infine un rapido accenno alla mancanza di personale e alla difficoltà del lavoro in smart working.

Il Vice Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, lAvv. Mauro Mazzoni è intervenuto sul tema, fornendo alcuni suggerimenti: normativa sull’ eco-compenso, regolare le ipotesi di convenzioni tra grandi banche ed enti per concordare equi compensi con gli Avocati, a volte di fatto obbligati a sottoscrivere accordi con compensi fissi (vds. art. 13 bis, con clausole vessatorie a carico degli Studi Legali, quasi imposte dal potere dei suddetti enti. Il cittadino ha una visione spesso distorta della figura dell’avvocato, cercando di evitarlo, quando si presenta la possibilità, magari affidandosi ad altre figure o agenzie.

La giustizia romana al tempo del covidIl focus viene centrato sulla città di Roma, dove le amministrazioni comunali non hanno speso poche risorse per cercare di capire il mal funzionamento della “Giustizia Romana”,  L’avvocato torna sul tema della carenza del personale. Le unità lavorative dovrebbero ammontare a 1200, invece ce ne sono 400 in meno, di queste una parte ha fatto richiesta per lavorare in modalità smart working.

Il problema è che a questi ultimi non è stata data la possibilità di accedere alla piattaforma del tribunale da remoto. Per cui viene meno l’operato di  un cancelliere che, di fatto, non può accedere ai  fascicoli. Poche risorse sono state destinate al mondo della giustizia.

Mario Pinchera, Presidente della Associazione Accademia Forense, ha spostato l’attenzione sul tema del processo telematico, in merito alla questione del linguaggio verbale, paraverbale e non verbale. Un aspetto evidenziato è la mancanza di aule, soprattutto nel settore penale, di aule prive di finestre, non fruibili in quanto non possono garantire un luogo arieggiato. 

E’ intervenuta anche la Consigliera C.I.LP. Italia, Avv. Giuliana Scrocca, ribadendo i molteplici problemi della giustizia e portando un esempio concreto, quello di una nonna che non riesce a vedere i nipoti. Ad oggi ancora nessun responso in quanto il PM è nuovo e non ha impugnato la causa. 

Di seguito il video della tavola rotonda.

 

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NOTE A MARGINE    
(*)  –  “La GIUSTIZIA va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” ….in verità il verso  esatto reciterebbe “LIBERTA’ va cercando. ch’è si cara…..” ma, d’altra parte, è da presupporre che in assenza di Giustizia non ci possa essere Libertà, così come mancando la Libertà non ci possa essere Giustizia : nel merito >  Clik sul link  

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