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BREXIT O.K. ! …..
ma cultura e classicità sono sempre vincenti !

IN ENGLISH SCHOOLS, LATIN IS BACK …   
IN  BRITANNICAS  SCHOLAS …LATINUS SERMO REDIT  

_________ a cura di LIDIA D’ANGELO 

Recentemente il Quotidiano “Libero” –  attualmente diretto da Alessandro Sallusti, affiancato da Pietro Senaldi – ha riportato una notizia che in questi tempi di diffusa ignoranza ha dell’incredibile. In Inghilterra, in un elevato numero di scuole, sarà presto varato un programma pilota per l’insegnamento del latino allo scopo di rendere la lingua disponibile a un numero sempre maggiore di studenti.
Questo è quanto si legge su un interessante intervento a firma del Redattore Capo Carlo Nicolato

L’Inghilterra ha lasciato l’Europa di Bruxelles ma non rinuncia alle radici europee, non dimentica le sue origini che risalgono alla storia romana. Dopo la Brexit non ha più senso che l’inglese continui a essere la lingua operativa, veicolare, non essendo più parlata in alcun paese membro.

Sarebbe più opportuno scegliere una nuova lingua ufficiale, operazione questa di difficile soluzione in quanto l’accordo dovrebbe scaturire dal voto unanime del Consiglio europeo, nessun paese accetterebbe l’imposizione della lingua di un altro paese come lingua europea.

Senza abbandonarsi a sterili nazionalismi linguistici, bisognerebbe guardare al passato, all’unica vera lingua europea, prende piede qua e là un’idea non tanto peregrina, buttata giù come provocazione, del ritorno del latino; purtroppo questa scelta sarebbe utopistica perché molti paesi hanno ormai rinunciato alla loro identità classica; il latino non si insegna più nelle scuole. 
Anche in Italia, dove l’antica lingua è nata, il suo studio è riservato a un numero minoritario di studenti.

Il latino, lingua della chiarezza e del ragionamento, ha strutturato la totalità delle lingue che si parlano in Europa; se la civiltà europea esprime valori universali lo deve principalmente al latino che ha veicolato, attraverso lo scorrere dei secoli fino a noi, concetti filosofici, religiosi, giuridici, poetici, politici, morali. 
La civiltà europea è debitrice nei confronti del latino, anche se non lo sa, di un patrimonio immateriale immenso, non sarebbe così com’è se non ci fosse stata la lingua di Cicerone, Giulio Cesare e Orazio.

Bene fa la Gran Bretagna a riportare in auge una lingua che morta non è, che è stata parlata per 20 secoli, la lingua dei filosofi e degli oratori, del Cristianesimo, dell’Umanesimo e del Rinascimento; tutto il merito va al Premier Boris Johnson che è un profondo conoscitore delle lingue classiche e della civiltà che queste lingue hanno espresso.

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