GINO STRADA…… in un ricordo “non politicamente corretto”
MUORE GIOVANE CHI E’ CARO AGLI DEI
Gino Strada faceva parte, negli anni ’70, all’Università di Milano dei picchiatori comunisti del gruppo Katanga, che colpivano alle spalle tutti coloro che si opponevano alle loro proteste con la famosa chiave inglese di mezzo metro, la Hazet 36.
Era soprannominato “Katanga” per il suo attaccamento alla causa ed era il capo del Gruppo Lenin, che si distingueva anche rispetto alle altre formazioni teppiste e terroriste di sinistra per il rigido inquadramento ideologico: la lotta senza quartiere contro i fascisti, veri o presunti che fossero.
E’ con colpi di Hazet 36 che morì Sergio Ramelli, vittima di un agguato degli amici di Gino Strada e lasciato sul bordo della strada con la materia cerebrale che colava sull’asfalto.
Quei tempi e quella sinistra facevano talmente schifo (forse anche più di adesso, in quanto uccidevano con arroganza e impunità) che, quando durante una seduta consiliare del Comune di Milano si sparse la notizia che Sergio Ramelli era morto dopo diversi giorni di agonia, dai banchi della sinistra si levò un fragoroso applauso. (NdR- aggredito il 13.3 e deceduto il 29.4.1975)
Dall’altra parte non ci saranno tessere di partito, lobby, amichetti, favori e servizi deviati….. Li si fanno i conti, quelli veri.
Ognuno ha gli eroi che si merita.
***** *** *****
NOTE A MARGINE
E qui termina il messaggio come sovra pubblicato, pervenutomi personalmente tramite WhatsApp (nell’ambito di una Rassegna Stampa del 14 agosto) da un caro Antico Amico e Camerata, entrambi militanti durante i nostri verdi anni nel Gruppo Giovanile della “Sezione MSI-Prati” di Roma, ove successivamente fu “ammazzato” lo studente Miki Mantekas da Alvaro Lojacono, al comando di alcuni killer della sinistra extra-parlamentare (28.2.1975).
La morte di Gino Strada ha fatto seguito a quella avvenuta ad inizio agosto di Achille Lollo, uno dei “Compagni” autori del Rogo di Prima Valle ove morirono “bruciati vivi” Stefano e Virgilio di 22 ed 8 anni, figli di Mario Mattei – Segretario della Sezione Msi.
Non intendo proseguire con l’interminabile elenco dei nostri Ragazzi – e non solo – caduti in difesa dei loro valori ideali ed ideologici, per non tediare i Lettori della Consul Press, ma desidero personalmente condividere in toto i sentimenti di rabbia dell’ Antico Amico-Camerata di via Ottaviano, conscio di essere, insieme a lui, nella così-detta “parte sbagliata” – ma ben fiero di appartenervi !
E, pertanto, intendo rifiutare e respingere al “Mittente di Turno” tutti gli appelli unidirezionali del Presidente della Repubblica, delle varie Istituzioni, delle varie Gerarchie Ecclesiastiche e dello S.C.V., in quanto codesti “Signori” (…così come tutti i loro “augusti predecessori”) non hanno mai osato né condannare, né far rimuovere i tanti murales che negli anni di piombo inneggiavano “uccidere un fascista non è un reato”.
Non conosco attualmente ove viva o sia già sepolto Alvaro Lojacono, ma mi auguro che anche costui se e quando si dovesse ricongiungere ai suoi Compagni di Lotta (…e di Potere) Achille Lollo e Gino Strada possa espiare con loro la eventuale giusta punizione, a meno che – per il Patron di Emergency – le sue successive attività medico-umanitarie (già ampiamente incensate da Don Ciotti & C) siano sufficienti per la sua Beatificazione sugli Altari.
____________Giuliano Marchetti