Panizzeri.Quando lo street food diventa una filosofia del mangiar bene
Il sogno di due giovani imprenditori nato dall’amore per la cucina e i prodotti di qualità
Seduti a un tavolo, avvolti dal profumo del pane da poco sfornato, abbiamo chiesto di raccontarci come da due giovani ragazzi sia nata questa attività riuscita a diventare col tempo un franchising.
Daniele Scalzo, questo è il nome di uno dei due giovani, sorride e ci inizia a raccontare che tutto nacque da una semplice domanda che lui e il suo amico Emanuele si sono sempre posti: Cosa c’è di più buono del pane se non la pizza?
Così decidono di studiare per cercare di creare un prodotto che fosse a metà strada tra pane e pizza e che, grazie all’utilizzo di materie prime di qualità, potesse soddisfare i palati più esigenti.
Da questo arrivano al panizzo romano, lavorato con una particolare farina e tempi di lievitazione che lo rendono differente dalla puccia tarantina e dalla Pinza, creando a tutti gli effetti un nuovo tipico prodotto romano.
Semplicità, questo è l’ingrediente segreto alla base di un’idea vincente, la strada per arrivare ad oggi sicuramente non sarà stata sempre facile.
«Sacrifici» ci dice Daniele. «Abbiamo creduto fin dall’inizio in questo progetto e grazie anche alle famiglie che ci hanno sostenuto»
Gli inizi non sono mai semplici, ci vuoi raccontare qualche aneddoto di quel periodo, magari qualche richiesta da parte di un cliente, che poi si è trasformata in ricetta presente nel menù
«Devo dire che grazie alla varietà dei prodotti non c’è stato qualcuno che ha lanciato l’idea di un nuovo panino, però spesso facevamo un gioco, con i clienti affezionati, e chi vinceva si portava casa il panino offerto. Nessuno ha mai vinto.» E menomale aggiungiamo noi.
Parliamo del presente e del futuro, il momento che abbiamo attraversato e che stiamo attraversando ha portato a delle conseguenze che ci ha colti impreparati: dal lockdown alla reperibilità delle materie prime e ora al rincaro delle suddette. Come state affrontando e Avete affrontato questa situazione?
«Si, i primi due mesi dall’inizio della pandemia sono stati complicati per noi, come per tutto il mondo della ristorazione, perché ci siamo trovati a far fronte a un’emergenza che ci ha colti impreparati, le notizie che arrivavano non erano delle migliori, ma il delivery ci è venuto in aiuto, i numeri sono in continua crescita, dimostrandosi quindi oltre che una comodità, un mezzo decisamente valido, grazie anche alle numerose società che si occupano di questo settore. Abbiamo studiato e messo in atto una strategia che ci consente di reperire sempre i prodotti di cui necessitiamo, magari adattando gli ordini, in modo di poter sopperire al meglio, le richieste dei clienti».
Non ci resta che provarlo
Gianfranco Cannarozzo