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Musica, il settore discografico tra i più colpiti dalla pandemia

Musica dal vivo, il ruolo centrale delle esibizioni per la sopravvivenza degli artisti

Impossibile immaginare un Mondo senza la musica. Quando la pandemia ha colpito il nostro Paese la musica sembrava una valvola di sfogo collettiva che ci faceva sentire tutti un pò più vicini.

Dagli artisti alla gente comune, i tetti, le strade, erano tutte diventate il nostro palcoscenico regalandoci momenti emozionanti.

Eppure nonostante anche in questo caso la musica si sia rivelata una panacea, un metodo per esorcizzare questa situazione difficile, il settore discografico è stato ed è tutt’ora una delle vittime più colpite dal Covid-19.

Tutte le manifestazioni musicali, dai concerti ai festival hanno subito una battuta d’arresto improvvisa in tutto il mondo.

Sono circa 300.000 persone che ruotano intorno al mondo dello spettacolo e della cultura che di punto in bianco si sono fermati senza sapere se e quando potranno riprendere a lavorare.

Un danno incalcolabile a cui la tecnologia ha cercato di venire incontro con programmi che permettono di poter suonare in simultanea, o chi sfruttava i social per realizzare concerti su piattaforme video come Youtube o Facebook, o addirittura chi come Travis Scott si è esibito in un concerto digitale su Fortnite, noto gioco multipiattaforma.

Alcuni rapper nostrani che per esorcizzare il momento si sono sfidati a colpi di hit come Salmo, Mostro, Madame e altri artisti.

Parlando con alcuni artisti ci hanno spiegato che forse la politica dovrebbe approfondire la situazione e capire come funziona effettivamente il discorso dei live. «Il riempimento al 50% non è economicamente sostenibile perchè dietro c’è un intero ecosistema dai fonici ai tecnici».

«Non possiamo paragonarci al mondo del calcio, il mondo del pallone infatti muove un’economia fatta di sponsor e pubblicità che genera introiti ben differenti da quelli del panorama musicale».

«Gli introiti maggiori per un artista vengono proprio dai live. Da quando esistono le piattaforme di streaming anche la pubblicazione dei dischi ha subito un mutamento, i fan quelli con la F maiuscola oggi come oggi comprano i dischi fisici, molti si orientano al digitale e spesso questo può danneggiare le piccole etichette discografiche indipendenti, che comunque stanno iniziando a spopolare».

Probabilmente col tempo anche la fruizione dei contenuti in streaming subirà dei cambiamenti che riconosceranno maggiormente il lavoro dell’artista.

Una situazione complicata che sembra riunire tutti gli artisti sotto la stessa bandiera; il bisogno di tornare ad esibirsi, a una nuova, più brutta normalità come ha detto il cantante romano Piotta, o Coez che comunica sui social il posticipo del tour, non tralasciano uno sfogo personale su Sanremo che si svolgerà con la capienza al 100% «Felice che Sanremo si faccia al 100% e che teatri come l’Ariston siano già riempiti, perché il settore deve ripartire per forza. Non è giusto che le restrizioni riguardino sempre gli stessi spazi e che con le giuste attenzioni non si provi a fare quello che oltre il confine stanno già pianificando e facendo».

Ultimo sfoga la sua rabbia parlando dei risvolti psicologici del Covid dai settori che rischiano il fallimenti ai giovani che non socializzano.

«Lasciateci fare musica dal vivo con 100% di capienza, senza mascherine, sedie, greenpass e soprattutto senza autotune. Grazie» ha postato il rapper sardo Salmo, non nuovo a queste provocazioni, ricordiamo il concerto organizzato la scorsa estate e criticato anche dai colleghi.

Mesi prima la Nazionale aveva sfilato per le strade della città con poche mascherine e zero distanziamento. Nessuna polemica.

Non ci resta che sperare che questo incubo del Covid finisca quanto prima così da poter tornare ad emozionarci nell’ascoltare i nostri gruppi o artisti preferiti esibirsi dal vivo. 

Gianfranco Cannarozzo

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