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Nel 2022 l’economia si arresterà di nuovo

«Trentasei miliardi di moratorie ancora in essere a fine dicembre 2021 è un numero importante per l’economia. Ma è una percentuale contenuta a fronte di una crisi enorme e un ammontare complessivo iniziale pari a 300 miliardi. È un dato che non ci sorprende vista la dimensione della crisi e il permanere delle difficoltà in alcuni settori». Ad affermarlo in un’intervista al Sole 24 Ore è Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi (Associazione bancaria italiana).

«È vero che l’anno scorso l’economia è ripartita, ma lo ha fatto in modo disomogeneo», spiega il direttore. «Questa situazione è il motivo per il quale nei giorni scorsi abbiamo detto che occorre fare qualcosa perché purtroppo la ripresa del 2021 corre il rischio di frenare. La pandemia è ripartita in modo importante e a prescindere dall’impatto sanitario l’effetto sull’economia c’è con le persone chiuse in casa che non vanno al lavoro e il turismo che non riparte. Si aggiungono poi le difficoltà di approvvigionamenti di materie prime, la crisi energetica pesante e l’effetto inflazione».

«È necessario supportare le imprese, prorogare i finanziamenti garantiti (senza commissioni e riduzione delle percentuali garantite) e anche la proroga delle moratorie. Se però l’EBA (l’Autorità bancaria europea) non ripristina la flessibilità con la quale era possibile non riclassificare un credito una volta ammesso alla moratoria prolungare le sospensioni servirà a poco, perché quei crediti diverranno deteriorati. In questa fase è fondamentale aiutare le imprese a rendere sostenibile il debito. Altrimenti è ipotizzabile che parte delle posizioni ancora in moratoria diventeranno NPL (non Performing Loans cioè crediti deteriorati), osserva.

Giorgia Iacuele

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