Skip to main content

La libertà di stampa non è sempre rispettata

Il 3 maggio del 1993 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama la Giornata internazionale per la libertà di stampa.

Il giorno fu scelto per ricordare il seminario di quest’ultima per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana (Promoting an Independent and Pluralistic African Press) tenutosi dal 29 aprile al 3 maggio del 1991 a Windhoek (Namibia). Questo incontro portò alla redazione della Dichiarazione di Windhoek. Il documento è un’affermazione dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei Diritti umani. Quando la libertà di stampa subisce una violazione, a farne le spese sono i cittadini ma anche, troppo spesso, i giornalisti, che in molti Paesi subiscono vessazioni di ogni tipo. L’obiettivo è sostenere e far rispettare la libertà di parola.

“Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione”.

In relazione ai dati della Freedom House che si fonda sulla convinzione fondamentale che la libertà prospera nelle Nazioni democratiche in cui i Governi sono responsabili nei confronti del loro popolo ci sono ancora dei Paesi considerati “non liberi”. Ma la situazione è migliorata dato che nel 1985 erano 40 (principalmente in Asia e Africa) mentre oggi è avvenuto un calo del 20%.

L’edizione 2022 del World Press Freedom Index, che valuta lo stato di salute del giornalismo in 180 Paesi, sottolinea gli effetti disastrosi del caos generato dall’infodemia. Conseguenza di uno spazio informativo non regolamentato in cui proliferano fake news. Norvegia, Danimarca e Svezia sono sul podio della classifica generale. Infatti rappresentano un modello virtuoso della libertà di espressione. Mentre il gruppo dei dieci peggiori include anche la Cina (175°), il Myanmar (176º), il Turkmenistan (177º). L’Iran (178º), l’Eritrea (179º) e la Corea del Nord (180º). Rispetto al 2021, l’Italia ha perso 17 posizioni, passando dalla 41esima alla 58esima posizione.

Ogni anno la Giornata internazionale della libertà di stampa viene celebrata in una città dove convergono associazioni di giornalisti provenienti da tutto il Mondo, agenzie di stampa internazionali, rappresentanti dell’Unesco e istituzioni governative e viene assegnato il premio Unesco/Guillermo Cano per la libertà di stampa. Il quale prende il nome del giornalista colombiano Guillermo Cano Isaza, assassinato nel 1986 a Bogotà davanti alla sede del giornale El Espectador per il quale lavorava. Questo premio è volto a onorare persone, organizzazioni o istituzioni che hanno dato un contributo alla difesa e alla promozione della libertà di stampa, in particolare coloro che operano esponendosi a gravi rischi.

Nel 2022 la Conferenza mondiale della libertà di stampa si svolge a Punta Del Este, in Uruguay e il vincitore del premio è l’Associazione dei giornalisti della Bielorussia (AJB). Fondata nel 1995 come associazione non governativa di lavoratori dei media ha l’obiettivo di promuovere la libertà di espressione e il giornalismo indipendente in Bielorussia. Riunisce più di 1.300 giornalisti ed è membro della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) e della Federazione europea dei giornalisti (EFJ). Nell’agosto 2021, dopo una perquisizione della polizia nei suoi uffici, la Corte Suprema della Bielorussia ha ordinato lo scioglimento di questa organizzazione. A richiederlo il ministero della Giustizia.

Il premio, del valore di 25.000 dollari, riconosce i contributi eccezionali alla difesa o alla promozione della libertà di stampa, in particolare di fronte al pericolo.

«Per venticinque anni, il premio Unesco/Guillermo Cano ha attirato l’attenzione del Mondo sul coraggio dei giornalisti che hanno mostrato sacrificio di sé nella loro ricerca di verità e trasparenza. Ancora una volta, il loro esempio ci ispira e ci ricorda l’importanza di garantire che i giornalisti, ovunque si trovino, possano lavorare liberamente e in sicurezza». Ha dichiarato il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay.

L’accesso all’informazione e al lavoro dei giornalisti cambia di giorno in giorno soprattutto a causa delle guerre, del terrorismo, delle minacce sulla stabilità e delle catastrofi naturali. Questo comporta un doveroso rafforzamento della sicurezza e della sorveglianza in tutto il Mondo. La sindrome di repressione dell’informazione, ampiamente presente in Medio ed Estremo Oriente, nel continente africano come in America latina, continua ad avanzare anche in Europa orientale e Asia centrale. Non sono solo i Governi ad aver messo sotto pressione i giornalisti. Le norme sanitarie hanno anche fornito alle autorità una scusa per bloccare il lavoro degli operatori dell’informazione. La pandemia e gli episodi di contenimento hanno messo a dura prova le relazioni sociali. E a volte hanno aumentato i focolai di odio verso i media.

A Hong Kong continuano a scattare gli arresti per i giornalisti che non si rifugiano in esilio. Mentre le redazioni delle testate indipendenti o di opposizione chiudono una dopo l’altra. La più grande associazione di giornalisti della città cinese sta valutando lo scioglimento per via di indagini in corso volute dal Governo. Anche lo storico Club dei corrispondenti esteri di Hong Kong potrebbe avere i giorni contati.

Il Consiglio d’Europa, preoccupato dall’erosione della libertà di stampa nelle situazioni di crisi, ha adottato tre documenti particolarmente significativi:

  • una Dichiarazione sulla libertà di espressione e di informazione nei media nel contesto della lotta al terrorismo,
  • delle linee guida sulla protezione della libertà di espressione e di informazione in tempi di crisi e
  • una Dichiarazione sulla protezione e la promozione del giornalismo d’inchiesta.

L’azione del Consiglio d’Europa ha, in particolare, istituito un gruppo di specialisti internazionali incaricato di trattare le questioni relative alla libertà di espressione e di informazione in tempo di crisi. Le trasformazioni della società dell’informazione pongono il Consiglio d’Europa dinanzi alla sfida di difendere e mantenere i propri principi fondamentali nelle nuove realtà, tra le quali spicca Internet.

In occasione della Giornata della libertà di stampa, il Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto intitolato “Libertà di espressione nel 2021”. Consiste nella valutazione della situazione della libertà di espressione nei suoi Stati membri, principalmente in base alle conclusioni di diversi organismi del Consiglio d’Europa. Inoltre esiste una piattaforma per promuovere la tutela del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti.

In una dichiarazione la segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, esorta i Governi europei ad assicurare maggiore protezione ai media e ai giornalisti affinché possano svolgere il loro ruolo essenziale nella democrazia.

«In questo momento critico, in cui le democrazie affrontano numerose sfide, come una disinformazione diffusa, i Governi devono urgentemente creare un ambiente che consenta a media di qualità di svolgere il loro ruolo di “quarto potere”, un pilastro essenziale della democrazia che assicura ai cittadini accesso a fonti di notizie diverse e indipendenti e consente loro di partecipare attivamente alla società effettuando scelte consapevoli».

«Le condizioni in cui lavorano i giornalisti in molti Paesi sono diventate molto difficili. Sono spesso esposti a violenze e intimidazioni. Anno dopo anno, assistiamo a una preoccupante tendenza di minacce crescenti alla libertà dei media in tutto il Continente. A dimostrarlo l’ultimo rapporto di 15 organizzazioni per la libertà dei media che collaborano con la piattaforma per la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d’Europa».

«Il Parlamento europeo ha sempre cercato di sostenere il giornalismo all’interno dell’Ue e oltre. La nostra posizione sarà sempre al fianco della verità e di chi la cerca. Non dovrebbero spendere tempo e denaro per combattere contro procedimenti penali che cercano di ostacolare il loro lavoro». Afferma Roberta Metsola, presidente dell’Eurocamera, in apertura della sessione in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa.

«Una forte democrazia ha bisogno di una stampa libera e forte. Sono orgogliosa che questo Parlamento unisca i fatti alle parole».

In Italia sono varie le iniziative per la celebrazione della libertà di stampa. Ma la situazione dovrebbe destare particolare attenzione dato che attualmente sono ben 20 i giornalisti sotto scorta. Inoltre nella classifica europea l’Italia si colloca all’ultimo posto. Tra i tanti progetti per la promozione di questa Giornata c’è la manifestazione di Trento svoltasi ieri 2 maggio della Federazione nazionale della stampa italiana. Il presidente Beppe Giulietti sarà ricevuto alla Camera dei deputati e consegnerà al presidente Roberto Fico un ampio dossier. Il contenuto tratta dei giornalisti intercettati dalla Procura di Trapani, dei numerosi cronisti minacciati. Delle querele che spesso hanno la funzione di bavaglio e del tema dell’equo compenso.

Le diverse questioni aperte sul tema della libertà di stampa in Italia sono state ricordate anche dal presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli.

«Nonostante le sentenze della Corte europea nel nostro Paese stiamo ancora aspettando che si abolisca il carcere per giornalisti. E che si ponga un argine alle querele bavaglio e si garantisca la tutela delle fonti».

Giorgia Iacuele

Lascia un commento