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Le sorelle Fendi, una storia di successo femminile

 

fonte Kettj Talon via nssgclub.com

 

La doppia F di Fendi non è solo il simbolo di un’icona del lusso Made in Italy che riscuote da decenni popolarità in tutto il mondo e che molte celebrità amano sfoggiare su abiti e accessori, ma è l’esempio di un successo tutto la femminile che dura da quasi un secolo e si rinnova di collezione in collezione. La doppia F, il logo che oggi rappresenta a pieno il filone della logomania è nato dallo scambio di idee e suggestioni di 5 sorelle, unite dalla passione per la moda e da una visione comune insieme allo stilista a cui quest’anno sarà intitolato il Met Gala 2023, Karl Lagerfeld.

 

Le origini

La storia dell’azienda inizia nel 1918 quando Adele Casagrande apre nella centrale via del Plebiscito un negozio di pelli e pellicce con annesso laboratorio. Nel 1925, dopo il matrimonio con Edoardo Fendi, diventa la boutique Fendi. Il successo è immediato soprattutto grazie alle idee pionieristiche di Adele per la linea Selleria, che raccoglie borse in cuoio completamente tagliate e cucite a mano ispirate alle briglie dei cavalli. Le raffinate pellicce e gli accessori di pelle conquista no la ricca borghesia romana ma anche una parte di pubblico estero innamorato dello stile italiano. Il nome Fendi inizia a circolare sempre più  facendo diventare le proprie borse e pellicce dei veri e propri oggetti del desiderio tanto da riuscire ad aprire i negozi di  via Borgognona e Via Piave.

Le sorelle

Già avviato verso il successo che lo trasformerà in un colosso del lusso contemporaneo, il destino di Fendi arriva ad un punto di svolta quando, dopo la morte di Edoardo, il marchio passa in gestione alle cinque figlie dei fondatori: Paola, Franca, Carla, Anna e Alda. Una scelta che si rivelerà lungimirante tanto quanto quella che, seguendo le proprie inclinazioni personali, ognuna di loro si ritagliasse un ruolo diverso all’interno dell’azienda. Paola segue le lavorazioni del segmento pellicceria con le tinte e le conce; Franca, orientata alle relazioni esterne con i clienti, è la responsabile acquisti; Carla invece si occupa dell’ufficio commerciale e dell’ufficio stampa; Anna dirige l’ufficio progettazione e licenze; infine ad Alda tocca la gestione dell’atelier e del laboratorio di pellicce. Come le cinque dita di una mano, agivano in maniera indipendente, ma organica, col fine unico di traghettare Fendi verso un futuro brillante.

Il sodalizio con Karl Lagerfeld 

La più grande decisione delle sorelle Fendi è stata assumere nel 1965 un giovane designer tedesco che, lavorando da Chloé, si era distinto per il suo talento: Karl Lagerfeld. La loro collaborazione, durata 54 anni, è stata costellata di sperimentazioni, collezioni iconiche e creatività. È Karl che nel 1966 crea il logo con la doppia F alludendo alle Fun Furs, must-have della Maison.  Inizialmente utilizzato come pattern della fodera interna per la valigeria, ha dato via alla logomania che adesso è parte integrante dell’estetica dell’intero marchio. Sotto la direzione creativa di Lagerfeld, Fendi continua ad evolversi, ampliando l’offerta e diventando sempre più desiderabile. Il 1977 segna il debutto nell’abbigliamento ready to wear, con la prima di una lunga lista di collezione che adattandosi ai tempi, passeranno dall’eleganza classica al minimalismo, dall’opulenza barocca al lusso contemporaneo.

La direzione di Silvia Venturini Fendi

Nel 1987 fa il suo ingresso in azienda Silvia Venturini Fendi, la figlia di Anna, cresciuta guardando la madre, le zie e Lagerfeld cambiare la storia della moda. Per qualche anno si occupa di Fendissime, seconda linea dall’approccio più giovane e anticonformista in cui le pellicce simbolo del brand incontrano lo sportswear. Il suo anno però d’oro è il 1997, quando presenta la Baguette. In poco tempo questa borsa da un design allungato (che ricorda appunto una baguette) diventa un vero e proprio accessorio fondamentale nel guardaroba di ogni donna. Merito del successo fu anche anche l’apparizione in una puntata di Sex & the City al braccio di Carrie Bradshaw (“It’s not a bag, it’s a baguette!”). Nel 2010 il successo si ripete con un’altra borsa, la Peekaboo. A partire dalla fine degli anni ’90 Silvia è alla direzione creativa di Fendi, prima al fianco di Lagerfeld come direttore artistico degli accessori, poi di menswear e della linea bambino e dal 2019, dopo la dipartita dello stilista tedesco, anche dell’abbigliamento femminile, insieme a Kim Jones.

 

foto nssgclub, corriere.it, repubblica.it

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