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La lettura ad alta voce e i suoi benefici

La lettura ad alta voce ha diversi benefici che non consideriamo quando, per leggere, preferiamo ritirarci in un mondo silenzioso.

Nel passato invece la lettura era un’attività piuttosto rumorosa. Sulle tavolette d’argilla che risalgono a 4000 anni fa, la parola usata comunemente per “leggere”, letteralmente proveniva da “proclamare” o “ascoltare”. Solo occasionalmente veniva menzionata la tecnica diversa, quella di “vedere” la tavoletta ossia di leggerla silenziosamente. Al giorno d’oggi invece la lettura muta è la norma: le parole si avvicendano nella nostra testa come fosse una silenziosa biblioteca. Quella ad alta voce è riservata alle “storie della buona notte” e alle performance, come le presentazioni di libri o le proclamazioni poetiche davanti a un pubblico o per uno spettacolo. Recenti ricerche suggeriscono invece che leggendo solo a mente in qualche modo perdiamo alcuni dei benefici della lettura. Infatti l’antica arte di leggere ad alta voce apporta per esempio un miglioramento della memoria e nella comprensione di testi complessi. Inoltre leggere a qualcuno che ascolta fortifica relazioni già esistenti o ne costruisce di nuove. E molti di noi spontaneamente rileggono a voce alta un testo scritto personalmente per correggerlo e anche per una maggiore consapevolezza di quanto elaborato. La lettura ad alta voce ha diversi impatti sulla memoria.

Il primo effetto che genera è quello produttivo. Presso l’Università di Waterloo in Canada il team dello psicologo professor MacLeod ha studiato l’impatto della lettura ad alta voce sulla memoria: alcuni esperimenti hanno dimostrato che le persone ricordano meglio parole e testi se letti ad alta voce piuttosto che a mente. Questo effetto di potenziamento della memoria è particolarmente efficace nei bambini ma funziona anche per le persone che sono più avanti con gli anni. MacLeod ha denominato tale fenomeno effetto produttivo il quale comporta che la produzione di parole scritte – ossia il leggerle ad alta voce – migliora la memoria che se ne ha. Persino il solo muovere la bocca mimando le parole senza pronunciarle le fa ricordare meglio, sebbene per un lasso di tempo minore. Il secondo effetto è quello generativo: dagli studi di MacLeod il motivo per cui si memorizzano meglio le parole pronunciate ad alta voce è dovuto al fatto che in tal modo le parole vengono messe in evidenza, in un certo senso sono distinte. Solitamente ricordiamo meglio ciò che è diversificato, l’evento inusuale o quello che ci coinvolge. Per esempio generare una parola per rispondere a una domanda la rende più memorizzabile e questo fenomeno è denominato effetto generativo. Il terzo effetto è l’enactment. È un altro modo di fissare le parole, traducendole mentalmente in un’azione mentre si pronunciano. Entrambi – il generativo e l’enacment – sono intimamente relazionati all’effetto produttivo. Essi consentono alla nostra memoria di associare la parola a un evento distinto e perciò rendono più semplice recuperarla in seguito. L’effetto produttivo per la memoria è più forte sia se leggiamo ad alta voce a noi stessi che se ascoltiamo qualcuno che legge. La lettura ad alta voce può essere utilizzata anche come strumento di diagnosi. In uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Perugia alcuni studenti hanno letto estratti di saggi a un gruppo di persone con demenza senile per un totale di 60 sessioni. Conseguentemente gli ascoltatori hanno reagito meglio nei test di memoria probabilmente perché le storie li avevano immersi nelle loro stesse memorie o nelle immaginazioni e li avevano aiutati a ordinare in sequenze le esperienze passate. La lettura ad alta voce consente anche di accertare problemi di memoria e può aiutare nell’individuazione di queste problematiche. In uno studio sono state trovate persone con una forma precoce di Alzheimer proprio grazie agli errori che commettevano nella lettura ad alta voce a differenza degli altri. Forse siamo istintivamente consapevoli dei benefici della lettura ad alta voce quando per esempio leggiamo e-mail o messaggi divertenti agli altri come forma di intrattenimento. Altre volte per motivi spirituali leggiamo preghiere o benedizioni. Scrittori e traduttori leggono bozze a loro stessi per ascoltare il ritmo e la fluidità del testo. Spesso viene letto ad alta voce e lentamente un testo difficile per ascoltarlo e capirlo. Molte persone dichiarano che farlo dà gioia, conforto e quasi un senso di appartenenza. C’è chi legge a un amico malato o a chi sta morendo per condividere e patire insieme. Quando qualcuno legge a noi ad alta voce sentiamo di ricevere qualche cosa da quella persona: il suo tempo, la sua attenzione. In fondo possiamo avvertire anche da adulti quel senso di vicinanza e di legame che provavamo quando eravamo bambini e ci leggevano delle storie. La lettura ad alta voce è sicuramente più lenta. Ciò si deve alla presenza degli ulteriori passaggi della produzione del suono. La lettura a mente è più veloce e più efficiente. In sintesi i modelli di lettura a disposizione sono due. Uno veloce, efficiente, silenzioso e personale, l’altro più lento, più rumoroso ma allo stesso tempo più memorabile. Oggi che le nostre interazioni con gli altri sono troppo fugaci e le informazioni che riceviamo sono un vero bombardamento, forse vale la pena prenderci un po’ di tempo per leggere ad alta voce. ©Veronica Tulli