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Bruno Laganà alla Regione Lazio con Francesco Rocca:
un impegno di professionalità, passione e competenza

UNA VISIONE ED UNA MISSIONE
PER IL RILANCIO  DELLA REGIONE LAZIO  

BRUNO LAGANA’ è un professionista della comunicazione, esperto in problematiche energetiche ed ambientali; ha svolto professionalmente molteplici incarichi in ambito privato e pubblico, spostandosi in Medio Oriente ed in Europa.  Come docente di comunicazione ha tenuto corsi presso l’Università di Vladimir nella Russia centrale e seminari in Roma presso La Sapienza.
Fin da giovanissimo ha sempre mostrato un notevole interessato per la politica, impegnandosi in ambito sociale: ora per la prima volta si è candidato in un partito e precisamente con la Lega alla Regione Lazio.

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CAMBIARE PER RIPARTIRE

Bruno Laganà personalmente è molto critico verso quella abnorme produzione di normative europee emanate a Bruxelles spesso destinate a modificare e sconvolgere la vita ed i comportamenti delle nostre famiglie e delle nostre aziende, in campo alimentare, economico, imprenditoriale e professionale.
Normative che, qualora calate dagli Enti Locali sulla testa dei cittadini, indebiterebbero chi ha una casa e metterebbero a rischio chiusura migliaia di laboratori e officine.
Particolarmente pericolose e preoccupanti risulterebbero le normative in campo agroalimentare e zootecnico con l’imposizione delle c.d. “farine di insetti” definibili “mangimi per ominidi”.
Contro queste ricette europee bisogna salvaguardare la storica cucina ed agricoltura italiana che, a conti fatti, è la vera vittima delle norme europee.

 

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Ho incontrato personalmente Bruno Lagana’ per la prima volta nello sorso mese di gennaio, pur se da più tempo lo conoscevo solo di nome nonché per una sua buona fama sia professionale, sia umana.
L’incontro è avvenuto tramite un contatto con Adriano Tilgher, mio “Antico Amico e Compatriota” per collegamenti ideali ed identitari, oltre che per motivi anagrafici (sich!).
Con Bruno ho avuto occasione di scambiare alcune lunghe chiacchierate e – nonostante una notevole differenza d’età tra noi intercorrente (purtroppo a mio svantaggio, essendo oramai o un vecchiaccio) – è stato bello ed interessante fare un tuffo nel passato.
Abbiamo ricordato sia i tempi giovanili della nostra militanza attiva nelle Sezioni del M.S.I., sia dell’impegno culturale e metapolitico con il mensile “L’Orologio” fondato da Paolo Lucci Chiarissi insieme a Giuseppe Ciammaruconi, Gaetano Rasi, Mario Bernardi Guardi, Giorgio Vitangeli ed Altri Grandi.
Abbiamo altresì rammentato anche le nostre comuni amicizie e conoscenze, le sconfitte subite e i successi ottenuti. nonché la nostra pluri-multi-ventennale appartenenza e partecipazione in una determinata “Comunità Identitaria” che, nonostante anche le critiche (e forse anche taluni errori), resterà sempre nei nostri cuori.

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SEGUE   “L’ INTERVISTA”

1)/ D Domenica prossima e lunedì, precisamente 12 e 13 febbraio, i Cittadini del Lazio andranno alle urne con l’auspicio – da parte nostra – di rinnovare radicalmente l’intero Consiglio, con una massiccia affluenza elettorale; c’è però sempre il rischio in agguato di un costante incremento d’assenteismo e di non partecipazione.  A tuo giudizio quali sono le cause di tale fenomeno?
R – Le motivazioni sono tante ed al primo posto c’è una situazione che relega il dibattito politico ad una specie di tifoseria legata ai leader degli schieramenti. I media, dalla tv alla stampa, abituano l’elettore ad una continua querelle su situazioni secondarie che ben si prestano a visioni di partigianeria e di tifo calcistico piuttosto che ad affrontare temi di fondo che sicuramente possono poi ricadere sulle azioni amministrative e legislative di chi governa. Perciò, alla lunga, gli elettori hanno l’impressione che votare quello o l’altro sostanzialmente cambi poco e da qui il disinteresse per partecipare anche ad elezioni amministrative.

2)/ D – In base alle tue specifiche competenze acquisite, come ritiene poter positivamente incidere territorialmente nella gestione della Regione Lazio?
R – La mia esperienza – sia all’interno delle Agenzie Regionali che alla Direzione dell’Ufficio Europa della Provincia di Roma – mi hanno dato una visione esatta del territorio della città metropolitana e della Regione Lazio tutta. Sapere delle potenzialità industriali, culturali e finanziarie della nostra Regione mi mette nelle condizioni di operare con competenza per quel cambiamento, che si dovrà concretizzare in un progresso autentico, che i cittadini laziali si aspettano dall’attività di un consigliere.
Certo è che si sta parlando di un pil regionale che pone il Lazio al secondo posto dopo la Lombardia e quindi, sicuramente, qualsiasi attività si porrà in essere avrà un effetto importante a livello nazionale.

3)/ D – Per un rilancio della Regione Lazio, il tuo programma potrebbe una valenza generica nazionale o specificatamente territoriale ? A tuo giudizio, nel Lazio quali sono le inefficienze da affrontare e/o rimuovere con particolare priorità e, viceversa, i settori eccellenti da valorizzare e da rafforzare?
R/ Parlare di programma riferendosi ad un consigliere mi sembra eccessivo. Il presidente Rocca ha “il programma” a cui tutti collaboreremo lavorando in Consiglio ma soprattutto apportando idee per sanare storture e bisogni della Regione. Bisognerà vedere in quali commissioni e chi saranno gli assessori preposti per poter parlare dei contributi che gli eletti al Consiglio potranno apportare. Sicuramente, invece, possiamo parlare di cambiamenti che bisognerà apportare al sistema dei trasporti, ferroviari, aeronautici ma soprattutto portuali.
La sanità (*) che dopo decenni di depauperamento delle strutture ospedaliere e diminuzione di posti letto pro capite ha dovuto subire il “fuoco” di una pandemia che ha messo in ginocchio non solo il sistema sanitario, ma anche l’economia e la popolazione regionale.
L’agricoltura, in una regione che, con la città metropolitana, esprime il distretto agricolo più vasto d’Europa e con una varietà di prodotti agroalimentari di un’importanza fondamentale per l’economia ma anche la salute della popolazione.
L’industria, soprattutto la piccola e la media, soffre l’attacco del costo delle materie prime e lo strapotere delle multinazionali. Non ultimo il lavoro che è espressione del primario, secondario e terziario di una Regione, come tutta l’Italia, rischia il tracollo se non si darà un’importante svolta che solo il centrodestra è nella condizione di fare.

4)/ D  – nel 2025 ci sarà il Giubileo, un evento che la Capitale e la Regione dovrebbero essere in grado di affrontare nel migliore dei modi: quali quindi le tematiche ed i settori su cui riversare la maggior attenzione?
R – L’afflusso enorme di fedeli crea il problema dell’accoglienza, soprattutto in ragione della particolare natura di questi “turisti” in prevalenza pellegrini. Roma e la regione tutta dovranno prepararsi ad accogliere questa nuova sfida in modo sobrio mettendo a disposizione le sue bellezze universalmente riconosciute con costi accessibili e praticabili. E’ una scommessa che potrà essere vinta se le strutture comunali, con il sostegno della regione sapranno tenere pulita, ordinata e accogliente la città sede del Vaticano.

5)/ D  Proprio in occasione del Giubileo, quali opportuni provvedimenti dovrebbero essere varati dalla Regione Lazio con le competenti Istituzioni affinché talune (o forse molte) organizzazioni imprenditoriali-ecclesiastiche non svolgano un’attività concorrenziale e sleale verso quelle imprese che operano legalmente e professionalmente in ambito turistico/ alberghiero e della ristorazione?
R – Le istituzioni territoriali dovranno fare in modo, preventivamente, di stipulare accordi con le numerose associazioni vaticane preposte all’accoglienza affinché sleale ponendosi attraverso opportune convenzioni come strumento di mediazione e controllo. In modo da non lasciare abbandonati a se stessi commercianti e imprenditori per il turismo in una situazione particolare come questa.

6)/ D Per ben due volte sia la Capitale d’Italia, sia la “Politica” del Governo – purtroppo (a mio giudizio) quella con la “p” minuscola – hanno volutamente rinunciato a proporsi con autorevolezza per ospitare le OLIMPIADI (**).
A suo parere si è trattato di una scelta consigliata da prudenza e saggezza amministrativa, oppure di una scelta irresponsabile, pavida e sciagurata?
R –  Sicuramente una scelta pavida e sciagurata decisa, a mio parere, fuori dall’Italia e lo scandalo europeo sul Qatar la dice lunga su dove e come siano decise certe manifestazioni. Come diceva un vecchio politico: “A pensar male si fa peccato però  di solito ci si azzecca”.

7)/ D –  Ora, siamo giunti al termine della nostra conversazione e mi interesserebbe conoscere quale sarebbe stata la domanda a cui avresti voluto rispondere e che invece non ti è stata proposta? ……….A Te  la parola ed in piena libertà !
R – Sì mi sarebbe piaciuto parlare del futuro della regione Lazio, di una visione di indirizzo, che se vogliamo è scritta sui muri dell’ EUR, ma che è stata bloccata da “vocazioni speculative” negli anni ’50 e successivi. Il Lazio e la città metropolitana in primis devono vedere il giusto sbocco verso il mare e non verso l’interno. Abbiamo il pessimo esempio dello sviluppo urbanistico verso il meridione con la montante cementificazione che si impatta e si blocca contro i Castelli portando a problemi di traffico che arrivano fino al centro della città.
Avere un vero porto di Roma, lo sviluppo della cantieristica navale, della pesca e del turismo per un litorale lungo e ricco di bellezze storiche e naturali potrebbe essere la vera risorsa del Lazio. Inoltre affacciarsi al mare comporterebbe anche un’importante linea di collegamento con quelle nazioni che si affacciano nel quadrante nord del Mediterraneo e portare il Lazio verso una centralità non solo commerciale ma anche culturale e mediterranea che ha espresso da millenni.

CIAO BRUNO E IN BOCCA AL LUPO !!!

 

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(*) Problema sui “Tagli alla Sanità” già più volte affrontato dalla Consul Press con numerosi articoli ….vds. intervento pubblicato in data 20.4.2020

(**) La Consul Press si è sempre schierata a favore di ospitare nuovamente le Olimpiadi a Roma, fin da quando nel 2011 era stata ipotizzata la data del 2020, rammentando come lo storico evento del 1960 aveva generato, oltre ad un trionfo dello sport, una gioia per tutta la Nazione, un rilancio del lavoro e dell’economia, nonché un patrimonio di nuove opere destinare alle generazioni future.

 


Giuliano Marchetti

Direttore Editoriale di Consulpress, Commercialista e Revisore Contabile.