” GLI AGNELLI ” – Tragedie e Misteri della
Famiglia che ha dominato il Novecento italiano
IN LIBRERIA, IL TESTO DELLA NUOVA EDIZIONE SU
“LA FAMIGLIA AGNELLI”, NARRATA DA ANTONIO PARISI
COMUNICATO STAMPA DELLA CASA EDITRICE “DIARKOS“
E, A SEGUIRE, UN APPROFONDIMENTO A FIRMA DI GIULIANO MARCHETTI
Il 24 gennaio 2003, nella villa di Frescòt a Torino, l’Avvocato Giovanni Agnelli si spegneva a ottantuno anni di età. Dalla Fiat agli scandali della Vecchia Signora: tutti i segreti della più importante dinastia imprenditoriale italiana.
La vita di Giovanni Agnelli è stata costellata di grandi successi che lo hanno trasformato in uno degli uomini più ammirati al mondo. Non furono però tutti di rose e fiori i giorni dell’Avvocato.
Sin da ragazzo la sua vita fu colpita da tragedie familiari, alcune circondate da un alone di mistero: la scomparsa del padre, la morte della madre, la principessa Virginia Bourbon del Monte di San Faustino, fino al suicidio del figlio Edoardo.
Ma se dal fascicolo giudiziario facesse capolino una sconcertante verità alternativa, per cui Edoardo sarebbe invece stato assassinato? E dove sono oggi tutte le ricchezze possedute dagli Agnelli, che gli eredi potrebbero non aver mai recuperato?
Antonio Parisi racconta, con assoluta fedeltà e dovizia di particolari, i misteri e i retroscena della famiglia che ha dominato il nostro Novecento. L’autore è giornalista ed esperto di storia delle grandi dinastie. Ha diretto l’emittente nazionale Rete mia e il quotidiano «Il Meridiano». Ha pubblicato libri d’inchiesta su Vaticano, caso Parolisi, Isis, Enti inutili e Ucraina. Da anni segue il caso della morte di Edoardo Agnelli, la cui vicenda è stata al centro di una clamorosa puntata di La storia siamo noi.
***** *** *****
Le note di cui sopra appaiono sulla 2, 3 e 4^ pagina di copertina della “Nuova Edizione” del libro in oggetto, ripubblicato da DIARKOS a fine gennaio 2023.
Già più volte la Consul Press ha seguito con notevole attenzione questa “SAGA FAMILIARE” raccontata da Antonio Parisi in ben due volumi “I Misteri di Casa Agnelli” e “Gli Agnelli – Tragedie e Misteri della Famiglia che…..” pubblicati rispettivamente nel 2011 e nel 2019, quest’ultimo recensito da Fabrizio Federici,
In merito al 2° volume, rapidamente esaurito nelle librerie, è stata pubblicata una successiva recensione sulla Consul Press, nel 2021 a firma di Matteo Platania, ove già si ipotizzavano, da parte della nostra redazione, tempeste atmosferiche sulla Juventus.
Ora, nel I° Trimestre del 2023, siamo giunti ad una nuova edizione del testo già pubblicato nel 2019 che, per le numerose integrazioni ed i vari aggiornamenti, rappresenta di fatto il Terzo Volume della serie.
Puntando nuovamente i riflettori su ANTONIO PARISI, desidero sottolineare come l’autore sia un notevole esperto della storia di importanti Dinastie Nobiliari che hanno regnato e tuttora regnano in Europa e nel mondo, nonché di Grandi Famiglie che hanno lasciato un solco nel “Mondo della Diplomazia, delle Imprenditorialità e delle Professionalità”, come ad esempio il libro sull‘Avv. Arturo Nati, recensito da Lidia D’Angelo.
Antonio Parisi, nato nel 1960 a Ginosa, in provincia di Taranto, è stato giovanissimo collaboratore di Umberto II, ultimo ex Re d’Italia, sino alla morte del Sovrano avvenuta il 18 marzo 1983; ha poi collaborato con l’Arciduca Otto d’Asburgo fino al 2000 e con il giornalista e parlamentare Gustavo Selva, ricostituendo con lui, in Italia, l’Unione Paneuropea.
Nella sua attività come scrittore, saggista e giornalista d’inchiesta, Antonio Parisi ha collezionato prestigiosi riconoscimenti ed importanti premi letterari. Oltre ad incarichi come Direttore Responsabile in importanti quotidiani, periodici ed emittenti televisive (Commercio Estero, Il Meridiano, Europa Finanza, Tele 90, Rete Mia, ecc), nonché di collaboratore con varie Testate online e cartacee (Storia in Rete, Affari Italiani, Oggi, ecc.) è stato anche Direttore Responsabile dal 2016 al 2022 della CONSUL PRESS.
Un incarico (ed un onere) accettato da Antonio Parisi probabilmente per una sua personale simpatia nei miei confronti e senz’altro per affinità elettive verso l’Associazione Culturale Pantheon, da me rappresentata ed Editrice della Consul Press. – piccola ma fortemente battagliera ed identitaria Agenzia Giornalistica.
Questa Testata – sorta nel 1996, già inizialmente diretta dall’indimenticabile Massimo Uffreduzzi, poi da Luigi Tedeschi, da Maurizio Messina, quindi da Antonio Parisi – oggi, dopo 27 anni (senza aver mai usufruito di finanziamenti pubblici o privati), continua a navigare nel mare della rete con le sue vele al vento ed un suo nuovo “Direttore”, Sveva Marchetti, che così preferisce essere chiamata, pur rappresentando l’Altra Metà del Cielo.
E’ da notare come la CONSUL PRESS, nata in prosecuzione di una precedente Testata Romana “Urbe 70” (da me costituita unitamente con Alessandro Benini ed Alessandro Ricci verso la seconda metà degli anni ’60 ed inizialmente diretta da Ruggero Y. Quintavalle e poi da Adalberto Baldoni) ha avuto la sua prima sede redazionale in via Barletta 29, ove era il mio primo studio professionale.
A solo titolo di cronaca ed informazione, mi piace rammentare come in quello stesso “Edificio” era situata anche la sede del Periodico “L’OROLOGIO”, fondato e diretto da Luciano Lucci Chiarissi, un Laboratorio di idee ed intuizioni non politicamente corrette (elaborate da Giuseppe Ciammaruconi, Mario Bernardi Guardi, Lorenzo De Angelis, Carlo Garabello, Gaetano Rasi, Giuseppe Sermonti, Luigi Tallarico, Giorgio Vitangeli, Romano Vulpitta…ed altri) impegnato a riconquistare nuovamente le nostre “Chiavi di Casa”, in ambito Nazionale ed Europeo.
E mi piace altresì rammentare come in quello stesso Palazzo – risultavano “domiciliate” anche altre meritorie Associazioni con le relative Testate editoriali !
Ritornando invece alle tematiche riguardanti la Fiat e gli Agnelli, la CONSUL PRESS più volte ha esaminato e criticato, nel corso degli anni ed in vari numerosi interventi, le attività della FIAT sia in ambito imprenditoriale, sia in ambito politico, sollevando -in merito- forti dubbi e pesanti critiche.
come coerentemente e correttamente esposto nella LINEA EDITORIALE della CONSUL PRESS in homepage) è opportuno ribadire che tutte le “Attività d’Impresa” – pur se doverosamente vincolate al raggiungimento di risultati validamente economici – debbono essere altresì obbligatoriamente subordinate ad una propria funzione etica e sociale;Infatti, pur riconoscendo il contributo che il Gruppo Fiat, identificabile con la “Famiglia Agnelli”, in oramai lontani ventenni aveva apportato alla crescita e sviluppo del nostro Paese, parimenti si deve stigmatizzare come lo stesso Gruppo aveva spesso sovrapposto i propri interessi familiari ed imprenditoriali a quelli dell’Italia.
Vds/ al riguardo un intervento pubblicato nel 2012 a firma di Gaetano Rasi e nel 2018 a firma di Stelio W. Venceslai.
E pertanto ( così come è necessario ribadire – a mio giudizio – che in tutte le fasi di ogni processo produttivo, creativo ed innovativo debbono essere sempre rispettati i principi della “Centralità della Persona”, della cooperazione e della solidarietà.
Quanto sintetizzato in quest0 precedente breve paragrafo, a mio parere, può essere senz’altro riscontrato sia in numerose Encicliche Sociali della Chiesa Romana, sia in numerosi punti cardine della Legislazione Fascista in ambito della “Regolamentazione delle Imprese e della Tutela del Lavoro”.
E al riguardo desidero proporre provocatoriamente la rilettura di un ben noto telegramma datato 16 luglio 1937, trasmesso ufficialmente al Prefetto di Torino, ma sostanzialmente alla Famiglia Agnelli, a firma di Benito Mussolini:
“Comunichi al Senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori degli operai. Gli dica che il lavoratore che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo Fascista. Aggiunga che l’uomo non è una macchina adibita ad un’altra macchina“.
E, per concludere ancor più provocatoriamente, desidero riproporre un breve “Inserto” tratto da uno scritto del 1935 di Berto Ricci, docente di matematica a Firenze, Prato e Palermo, nonché scrittore e giornalista, nato a Firenze nel 1905 e morto sul fronte libico nel 1941:
“Il danno degli alti e altissimi stipendi, degli alti e altissimi profitti non é tanto materiale quanto morale. Pochi milioni in meno in qualche migliaio di tasche private non risolvono, non risolveranno il problema della pubblica miseria negli Stati moderni. Il danno é morale perché snerva gli afflitti da codesta obesità morale, li asservisce al denaro, all’ammassar denaro, li estrania da quello che è la dura, faticata vita dei popoli. È morale perché necessariamente, inevitabilmente – dovremmo dire umanamente – polarizza l’attenzione e la forza dei giovani, questa materia viva, su ‘carriere’ meschine quando non addirittura vergognose”.
Tale “Inserto” appariva in chiusura di un mio articolo – perdonatemi l’autocitazione – riguardante “Etica e Politca” pubblicato ad inizio settembre del 2014 ove, attirandomi un notevole ostracismo da buona parte della mia “Comunità di Riferimento”, mi schieravo – pur se con molte critiche – a favore di Matteo Renzi allora neo Presidente del Consiglio, ripetendo successivamente tale mia analoga ed eretica scelta di campo a favore della Riforma Costituzionale auspicata dallo stesso Menestrello Toscano.
E, pertanto, desidero dedicare il sopracitato scritto di Berto Ricci a tutto quel mondo “politicamente corretto” composto dai Demo-Catto-Cripto-K0munista, dai Salotti Radical-Chic e dalla Sinistra al Kaviale, dai sostenitori dell’ Iperliberismo, delle Leggi del Mercato, della Finanza Apolide, nonché ai loro Media di riferimento. sia a livello di Carta Stampata, sia a livello di Talk Show, (tematiche su cui vorrei ritornare più dettagliatamente) auspicando loro di sottoporsi ad una minima, decorosa e serena autocritica per proseguire poi, qualora lo desiderassero, con una catarsi di purificazione di redenzione.
La Pasqua, dopotutto, è oramai quasi prossima…. e, quindi, Serena Pasqua a Tutti !
__________________ Giuliano Marchetti