ROGO DI PRIMAVALLE, il 50esimo ANNIVERSARIO
E LA RICHIESTA DI GIUSTIZIA
a cura di FABRIZIO FEDERICI
Riportiamo qui di seguito un articolo a firma di Fabrizio Federici, nostro storico amico e collaboratore,
già apparso sul Quotidiano online “L’Opinione” * in data 17 aprile 2023
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È come se i morti del rogo di Primavalle di 50 anni fa, siano stati uccisi più volte: la prima, quella terribile notte del 1973, la seconda con la campagna di disinformazione organizzata, in seguito, da varie testate, anche autorevoli. Infine, con la giustizia negata – o comunque molto tardiva e parziale – dei relativi processi penali.
Questo ha sottolineato Giampaolo Mattei, presidente dell’“Associazione Fratelli Mattei”, aprendo ieri, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, la commemorazione ufficiale del 50mo anniversario della strage.
“Roma, quartiere Primavalle. È la notte di domenica 16 aprile 1973, ore 3,20… fiamme dal terzo piano di un edificio, in via Bernardo da Bibbiena. La famiglia nell’appartamento divorato dal fuoco si getta nel vuoto pur di salvarsi. Degli otto occupanti, due mancano all’appello: Virgilio e Stefano Mattei, che moriranno insieme fra le fiamme. Virgilio ha 22 anni, Stefano 10 appena. Sono entrambi figli di Mario Mattei, un operaio e sindacalista della Cisnal, segretario della locale sezione del Movimento Sociale italiano, la “Giarabub”.
Le fiamme hanno una origine dolosa: benzina gettata sotto la porta da un commando di Potere Operaio, sigla dell’ultrasinistra che intende colpire il fascista Mattei… I responsabili hanno un nome: Achille Lollo, Marino Grillo e Manlio Clavo, poi processati per la prima volta nel febbraio 1975. Lollo è l’unico in mano alla polizia, gli altri sono latitanti.
Ma pur avendo riconosciuto le proprie responsabilità (parlando però, specialmente Lollo sul “Corriere della Sera” a febbraio 2005, soprattutto di attentato dimostrativo finito male per errore, senza volontà non solo di uccidere, ma neanche di provocare un incendio… ndr), nessun membro del commando ha mai pagato per la morte dei due fratelli”.
Paola Vegliantei, presidente dell’Associazione “Accademia della Legalità” (punto di riferimento per la cultura della legalità, sociale, di formazione), ha così ricostruito tutta la vicenda.
“Una tragedia – ha aggiunto – che viene affrontata con rispetto e umiltà dall’Associazione Fratelli Mattei, che divulga con fare pacifico e grande esempio, nei Comuni e nelle scuole, il valore della vita di chiunque”.
Ripercorrendo anche lui i fatti, Miguel Gotor, assessore capitolino alla Cultura, a nome del sindaco Roberto Gualtieri e di tutta l’Amministrazione comunale, con il relativo personale, ha voluto mostrare la vicinanza di Roma Capitale alla famiglia Mattei e, più in generale, a tutte le vittime degli “Anni di piombo”: “Dobbiamo affermare con forza il principio che in politica non esistono nemici, da combattere ferocemente. Ma al massimo avversari, da affrontare con le sole armi del dialogo e del confronto civile”.
Per i fatti di Primavalle, solo Achille Lollo scontò due anni di carcerazione preventiva in attesa della sentenza definitiva, per poi fuggire all’estero dopo la condanna in appello.
Il processo del ’75 si chiuse con 3 assoluzioni per insufficienza di prove, per i reati di incendio doloso e omicidio colposo; in quello di appello bis, gli accusati furono condannati, nell’86, a 18 anni di carcere per omicidio colposo e altri reati (sentenza poi confermata dalla Cassazione nell’87).
Ma tale pena, su istanza del difensore di Marino Clavo, è stata poi dichiarata estinta dalla Corte di assise d’Appello di Roma, per intervenuta prescrizione dei termini temporali.
Tra il 2011 e il 2013, infine, adducendo varie difficoltà e anomalie giuridiche, la Procura di Roma ha, rispettivamente, archiviato il procedimento Primavalle-bis e sospeso l’altro procedimento penale Primavalle-ter (ambedue contro altri imputati). Lollo è rientrato così in Italia nel 2011, morendo infine, ad agosto del 2021, all’ospedale di Bracciano.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, (primo rappresentante del Governo a intervenire a una manifestazione dell’Associazione Fratelli Mattei), ha confermato ufficialmente l’emissione di un francobollo commemorativo della strage di Primavalle e in ricordo delle due vittime. Una giovane studentessa delle medie inferiori dell’istituto “Piero Angela” di Civitella San Paolo, nel Reatino, ha letto la lettera inviata ai promotori della manifestazione dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Con il rogo di Primavalle e il barbaro assassinio di Stefano e Virgilio Mattei”, ha scritto la premier, “il nostro popolo è stato costretto a prendere coscienza di una realtà che si andava affermando, ma che in tanti continuavano a voler ignorare: l’odio cieco e totale nei confronti dell’avversario politico… Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare ciò che è successo. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l’hanno sacrificata a un’ingiusta violenza. Quello che possiamo fare, oggi, è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l’Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale”.
“Informare, ricostruire esattamente i fatti, senza giudicare. Questa la direttiva di base della nostra associazione: per la quale, però, auspico che possa esserci presto un cambiamento generazionale, l’arrivo di nuove energie”, ha precisato, in chiusura, Giampaolo Mattei.
Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ha rilevato che, in un clima sociale e culturale molto diverso da quello degli anni ’70 e ’80, le vittime di Primavalle, comunque, vengono commemorate con più serenità e speranza nel futuro. E Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, ha notato: “Contro alcuni che oggi ancora pensano di riportare in auge ideologie folli e sanguinarie, dobbiamo ricordare tutti i fatti della storia con estrema obbiettività, indicando questa via alle giovani generazioni di oggi e del futuro”.
Andrea De Priamo, senatore per FdI, Vicepresidente emerito dell’Assemblea capitolina, ha precisato, tra l’altro, l’intenzione di trovare, insieme all’assessore Gotor, una soluzione definitiva al problema di una nuova sede per l’Associazione Fratelli Mattei.
“I morti di Primavalle – ha sottolineato, in ultimo, Walter Verini, senatore, già capo segreteria del sindaco Veltroni nei primi anni Duemila – sono, oggi, anche nostri, senza distinzioni di parti politiche: appartengono in pieno alla storia civile dell’Urbe”.
FABRIZIO FEDERICI
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* NOTE A MARGINE __________________________
“L’Opinione” può essere considerata la “continuazione ideale” di uno Storico Quotidiano Italiano nato a Torino nel gennaio 1846 sui tavoli di un noto Ristorante, “Il Cambio”, ubicato a fronte del Palazzo Carignano, in quegli anni Sede del Parlamento del Regno di Sardegna.
Tale Giornale fu fondato da un gruppo di “Liberali”, tra cui Giacomo Durando, Giuseppe Cordero, Massimo Cordero di Montezemolo, Urbano Rattazzi e Giovanni Lanza, che ne fu il primo Direttore, proseguendo il proprio percorso nei successivi anni, attenuando il suo iniziale anticlericalismo e sostenendo le posizioni di Camillo Cavour, trasferendo la propria sede prima a Firenze e poi a Roma, in linea con i trasferimenti della Capitale del Regno d’Italia, con alterne vicende di maggiore o minore consenso in ambito politico e/o editoriale.
Nell’aprile 1899 le pubblicazioni vennero sospese per poi cessare definitivamente il 20 dicembre 1900. La testata riapparve come un foglio clandestino nel 1944, ritornando in edicola a Torino il 28 aprile ed ottenendo l’autorizzazione alla pubblicazione come organo del Partito Liberale Italiano –Piemontese, tramite un accordo con il CLN.
La Redazione era formata in gran parte da giornalisti provenienti da La Stampa e da La Gazzetta del Popolo, i due maggiori quotidiani torinesi, sospesi per dal CLN per la loro connivenza con la R.S.I. Tra le firme più note sono da citare Vittorio Gorresio, Ruggero Orlando, Edilio Rusconi, Camilla Cederna, Luigi Einaudi ecc. ecc…… ma, con il ritorno in edicola dei due quotidiani storici di Torino, le vendite de L’Opinione – compressa tra i due colossi – si ridussero enormemente e, causa una spaccatura all’interno del PLI -Piemontese, si avviò verso un inarrestabile declino con una nuova chiusura il 30 giugno 1946.
“L’Opinione” venne nuovamente rifondata nel 1976 come settimanale ufficiale del P.L.I. –Partito Liberale Italiano ma, con l’esplosione dello scandalo di “Tangentopoli” nel 1992, il PLI e “L’Opinione” entrarono in grave crisi finanziaria in quanto coinvolti – come tutti gli altri Partiti Politici ed i loro organi di Stampa – nella Mala-Inchiesta denominata presuntuosamente “Mani Pulite”, da cui rimase stranamente indenne solo il P.C.I. con i suoi “Intoccabili Apparati” ed il M.S.I. poiché costituzionalmente escluso da ogni possibile vicinanza con i centri del potere gestiti dal c.d. “Arco Costituzionale” !
Nel 1993 Arturo Diaconale (Direttore designato a tale carica l’anno precedente dal Segretario del PLI Renato Altissimo) acquistò tramite la neo-costituita Soc. Cooperativa “Amici de L’Opinione” la Testata dal Partito, ormai prossimo allo scioglimento, ideando e rifondando lo stesso Giornale ribattezzato come “L’Opinione delle Libertà” e trasformando lo stesso da settimanale a quotidiano. Dopo varie vicissitudine, con un’alternanza periodica di meritati successi e di inevitabili crisi, la suddetta Testata si vede costretta a sospende nel 2012 le pubblicazioni cartacee, proseguendo solo online e su pdf.
Oggi nel 2023 – dopo 30 Anni – “L’Opinione della Libertà” (e dopo la scomparsa di Arturo Diaconale avvenuta il I° Dicembre 2020) è attualmente condotta da Andrea Mancia – quale Direttore Responsabile, con Gianpaolo Pillittieri – Condirettore e Stefano Cece – Caporedattore.
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Proprio in ricordo di Arturo Diaconale, in data 1/12/2020 su CONSUL PRESS era stato pubblicato a mia firma un breve commiato, anche per rammentare come lo avevo conosciuto nel lontano 1967, ben oltre mezzo secolo fa, presso la Redazione di “Mondo d’Oggi” diretto dall’Avv. Enrico Cacciari, un settimanale dal formato gigantesco simile a quello del rivale “L’Espresso”, e precisando che:
– nel 1967 ….allora Arturo ed io eravamo decisamente giovani, essendo Lui nato nel settembre 1945 ed io nel dicembre 1942;
– nel 1973 ….6 anni dopo avveniva l’infame assassinio di Stefano e Virginio Mattei;
– dal 2008 al 2014 ebbe luogo un’interessante collaborazione in sinergia tra “L’Opinione” e la Consul-Press, con interscambio di articoli, pubblicazioni di banner e servizi, comuni presenze in Convegni e Tavole Rotonde, conduzioni di iniziative giornalistiche ….pur se – considerando le reciproche strutture e conseguenti potenzialità – ero cosciente di trovarmi in uno scenario di battaglia navale accanto ad un possente Incrociatore Lancia Missili partecipando con un piccolo Motoscafo Armato Silurante;
– nel 2020 (precisamente il 20 febbraio) di averlo incontrato, per l’ultima volta ed in ottima forma (dopo una sua lunga precedente degenza), ascoltando altresì un suo brillante intervento durante la presentazione del Libro di GIAMPIERO MUGHINI “Uffa – Cartoline amare da un tempo in cui accadde di tutto“, presso l’Hotel The Hive in Roma, organizzata da EGIDIO ELEUTERI.
E così rivolgo questo mio ultimo ricordo ad un Amico che proprio il 1° Dicembre del 2020 è “Andato Oltre”.
____________________Giuliano Marchetti