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Barbara Capovani – una morte annunciata

IN RICORDO DI BARBARA

L’Associazione AMAD–ODV vuole manifestare la sua vicinanza ai Familiari e agli Amici della collega psichiatra Barbara, atrocemente uccisa a sprangate, a tutte le colleghe e i colleghi che ogni giorno si dedicano con amore ai pazienti, mettendo a rischio il loro benessere, la loro salute e la loro stessa vita.
Siamo molto addolorati per la perdita della collega Barbara Capovani e vogliamo condannare ogni forma di violenza, che non va mai giustificata. Ma siamo altresì preoccupati che queste tragedie possano verificarsi di nuovo.

Le aggressioni verbali e fisiche agli operatori sanitari e sociosanitari sono sempre più numerose e violente. Il primo caso di tentato stupro e omicidio in Italia nei confronti di una dottoressa risale al lontano 1984.
Da allora sono stati numerosi i casi di stupro e di assassinio nei confronti delle dottoresse della guardia medica, limitandoci ad elencare solo alcuni casi :
la dottoressa Maria Monteduro, uccisa a colpi di cacciavite e di pietra nel 1999; la dr.ssa Roberta Zedda, trucidata a coltellate nel 2003; il dr. Pier Franco Pintus medico psichiatra, ucciso con 2 colpi di pistola nel 2009; la dr.ssa psichiatra Paola Labriola, assassinata con 57 coltellate nel 2013; uno psichiatra accoltellato in studio a Milano da una ex paziente a poche settimane di distanza dalla morte di Paola Labriola; la dr.ssa ginecologa Serafina Strano nel 2017 stuprata per ore e viva per miracolo; il dr. Gianni Palumbo medico legale, ucciso con 17 coltellate nel suo studio nel 2018.
Non possiamo non citare le numerose aggressioni ed intimidazioni avvenute durante il periodo Covid :
“Adesso vengo nel suo studio, prima la trito come il sale fino e poi l’ammazzo”: // “Spero che il Covid  faccia molti morti tra i dottori, chissà che vi uccida tutti. Siete gente di merda”; // “Tenta di strangolare una dottoressa al Pronto Soccorso”; // “Bastardo, schifoso, preferivo due costole rotte che farmi visitare da un dottore negro, non toccarmi che mi attacchi le malattie”; // “Se mio figlio sta male, ti uccido…”; // Punta la pistola alla testa di un’infermiera del 118: “Se mia moglie muore, ti sparo”; // …….. fino alla recentissima uccisione della collega Barbara.

Il problema è presente da almeno 40 anni.
Purtroppo la violenza riguarda tutti gli operatori della salute, le Forze dell’Ordine, gli appartenenti ai servizi di vigilanza, i pazienti, i familiari, tutti i cittadini. E, come ha dichiarato l’Inail, ben il 70% riguarda le donne.
Oggi per tutti i medici il lavoro è diventato più complicato a causa dell’aumento di “pazienti difficili”, con disturbo di personalità, che fanno uso e abuso di sostanze psicoattive e  di pazienti violenti che hanno anche commesso reati.

La chiusura degli OPGOspedali Psichiatrici Giudiziari – in mancanza di una sufficiente rete di protezione e di intervento terapeutico con l’aumento di condizioni psichiche difficilmente curabili – ha aumentato la confusione tra il concetto di cura e quello di custodia, tra lo stato di malattia e lo stato di pericolosità. Pertanto la gestione della pericolosità sociale deve essere di competenza giuridica.  Il compito dello psichiatra NON è di controllo sociale, ma di diagnosi e di cura.

Noi chiediamo che sia rivalutata la figura professionale di tutti i medici e di tutti gli operatori della salute, con le loro competenze, che siano organizzate campagne di sensibilizzazione per ristabilire il rapporto di fiducia medico-paziente, che siano garantite la sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari e di tutti i luoghi di lavoro.

In particolare vogliamo porre l’attenzione sulla prevenzione della violenza.

Molti operatori purtroppo pensano che la violenza faccia parte della loro professione.
È fondamentale invece che vengano segnalati e denunciati tutti gli episodi di violenza subiti, segnalati i fattori di rischio ambientali e organizzativi presenti nei luoghi di lavoro che possono metterci in pericolo.

Il nostro pensiero e un saluto per la cara collega Barbara; il Suo sacrificio sia di grande aiuto per tutti noi.

ASSOCIAZIONE AMAD – ODV

 

 

 

 

 

 

AMAD-odv, Barbara Capovani