Skip to main content

Gli Stati membri del Consiglio d’Europa si adoperano per obbligare la Russia a rispondere dei crimini di guerra in Ucraina

Durante il Vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik, Islanda, i capi di Stato e di Governo dei 46 Stati membri dell’Organizzazione hanno deciso di istituire un Registro dei danni causati dall’aggressione da parte della Federazione russa come primo passo verso un meccanismo di risarcimento internazionale. I leader hanno convenuto di rafforzare il Consiglio d’Europa e la sua azione in ambito di diritti umani, democrazia e Stato di diritto adottando una dichiarazione sui principi democratici, rinnovando il loro impegno a favore della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e sviluppando strumenti per rispondere alle sfide emergenti in ambito tecnologico e ambientale.

Nella seconda giornata, Marija Pejčinović Burić, segretaria generale del Consiglio d’Europa, Katrín Jakobsdóttir, prima ministra islandese, Mark Rutte, primo ministro olandese, Thórdís Kolbrún Reykfjörd Gylfadóttir, ministra degli Affari esteri islandese e presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, Denys Shmyhal, primo ministro ucraino, e Denis Malyuska, ministro della Giustizia ucraino, hanno annunciato l’istituzione del Registro dei danni causati dall’aggressione da parte della Federazione russa contro l’Ucraina attraverso un Accordo parziale allargato.

Sono quaranta i Paesi che hanno aderito: Albania, Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Repubblica di Moldova, Principato di Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina e Regno Unito; come anche i Paesi osservatori Canada, Giappone e Stati Uniti e Unione europea. Mentre tre, Andorra, Bulgaria e Svizzera, hanno espresso l’intenzione. Tutti hanno deciso di comune accordo di istituire un Registro dei danni causati dalla guerra di aggressione condotta dalla Russia contro l’Ucraina.

Concepito come primo componente di un futuro meccanismo di risarcimento, il Registro riporterà gli elementi di prova e le informazioni relative alle richieste di risarcimento per danni, perdite o lesioni causate a partire dal 24 febbraio 2022 a ogni persona fisica e giuridica colpita, come anche allo Stato ucraino. Inoltre i leader hanno espresso la volontà di partecipare a iniziative internazionali volte a sviluppare tale meccanismo, che potrebbe comprendere una commissione per l’esame delle richieste e un fondo di compensazione, sottolineando l’obbligo della Federazione russa di pagare i danni causati dalla guerra di aggressione che ha condotto.

I leader hanno inoltre accolto con favore i progressi compiuti in vista della creazione di un tribunale speciale per il reato di aggressione e hanno offerto il sostegno del Consiglio d’Europa a tale processo. Hanno chiesto alla Federazione russa di liberare immediatamente tutti i civili trasferiti con la forza o deportati illegalmente nel suo territorio o nelle zone temporaneamente controllate o occupate, in particolare i minori. La Federazione russa deve rispettare i suoi obblighi internazionali e ritirare le sue forze dall’Ucraina, dalla Georgia e dalla Repubblica di Moldova.

L’Unione europea, rappresentata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fornito un notevole contributo per finanziare i costi iniziali. Il Registro avrà sede all’Aia (Paesi Bassi), con un ufficio satellite in Ucraina.

Mark Rutte ha sottolineato che «la Russia deve essere ritenuta responsabile, in particolar modo per i danni subiti dall’Ucraina e dal suo popolo. Siamo pertanto fieri che L’Aia, Capitale giuridica del Mondo, sia stata scelta come sede del Registro dei danni».

«Il sostegno e la solidarietà nei confronti dell’Ucraina figurano tra le priorità assolute della presidenza islandese. Abbiamo lavorato alacremente per assicurare che il Vertice di Reykjavik affrontasse Russiala necessità di un completo riconoscimento delle responsabilità dell’aggressione condotta dalla Russia contro l’Ucraina», ha dichiarato Katrín Jakobsdóttir. Ha poi sottolineato che «il Consiglio d’Europa può e deve svolgere un ruolo significativo nell’assicurare gli obblighi. Il Registro è un importante passo verso il riconoscimento delle responsabilità dei reati commessi durante la brutale guerra condotta dalla Russia ed è un forte messaggio di sostegno all’Ucraina».

Marija Pejčinović Burić ha affermato: «La decisione di istituire il Registro dei danni sotto l’egida del Consiglio d’Europa è una decisione storica. Assisterà le vittime nella registrazione delle loro perdite ed è essenziale per qualunque meccanismo di risarcimento. Sostenuta da una vastissima coalizione di Stati membri e non, come anche dall’Ue, questa iniziativa è una delle prime decisioni giuridicamente vincolanti per ritenere la Russia responsabile delle sue azioni».

Denys Shmyhal ha dichiarato che «l’Ucraina accoglie con favore l’istituzione del Registro dei danni. Siamo grati al Consiglio d’Europa e a tutti gli Stati aderenti per il loro prezioso sostegno. Invitiamo altri Stati, di tutto il Mondo, ad aderire al Registro dei danni dimostrando così di appoggiare l’importante questione della responsabilità della Russia nella guerra che conduce contro l’Ucraina. Il Registro è un’importante pietra miliare sulla strada verso la giustizia e il risarcimento dell’Ucraina e degli ucraini che hanno sofferto molto a causa di questa guerra. Il lavoro difficile inizia ora: dobbiamo assicurare che il Registro diventi presto operativo, affinché le vittime dell’aggressione da parte della Russia possano presentare le loro richieste. Attendiamo con impazienza di collaborare con i nostri partner su questa questione importante».

Gli Stati membri hanno anche adottato una dichiarazione dedicata alla situazione dei minori, in cui si chiede di sostenere le autorità ucraine per assicurare il ritorno immediato dei minori illegalmente trasferiti e deportati dalle forze russe. Tutti i responsabili di questi atti criminali commessi contro i minori devono essere assicurati alla giustizia. Occorre inoltre fornire assistenza agli Stati membri che accolgono temporaneamente i bambini ucraini. Mettendo in guardia contro la recessione democratica, i leader del Consiglio d’Europa hanno adottato i “Principi di Reykjavik per la democrazia”, una serie di principi da rispettare in ambiti quali la libertà di espressione, di riunione e di associazione, l’indipendenza delle istituzioni, l’imparzialità e l’efficacia del sistema giudiziario, la lotta contro la corruzione e la partecipazione democratica della società civile e dei giovani.

Prendendo la parola durante la sessione di apertura Marija Pejčinović Burić ha sottolineato che l’aggressione da parte della Russia contro l’Ucraina ha rappresentato un esempio estremo di recessione democratica. «Voi potete fermare tutto questo. Potete invertire queste tendenze. Potete rispondere alla spirale in discesa della Russia elevando l’Europa e garantendo la pace e la sicurezza democratica che si hanno quando i diritti di ogni persona vengono rispettati. Questo Vertice vi offre l’opportunità di farlo. E non solo a parole, ma anche nei fatti».

«Il percorso verso il cambiamento prevedeva l’attuazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in modo rapido e completo. Le responsabilità della Russia devono essere riconosciute attraverso l’adozione di un registro dei danni per gettare le basi per un futuro meccanismo di risarcimento e devono essere prese delle misure per affrontare l’oltraggioso rapimento di bambini ucraini», , ha dichiarato.

In relazione all’ambiente, i leader hanno affermato che i diritti umani e l’ambiente sono profondamente legati. Un ambiente pulito, sano e sostenibile è essenziale per il pieno esercizio dei diritti umani. L’operato del Consiglio d’Europa in questo ambito deve fondarsi sul riconoscimento politico del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile come diritto umano e sull’abbondante giurisprudenza elaborata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Infine, il Vertice ha approvato una serie di altre priorità del Consiglio d’Europa: l’importanza dell’adesione dell’Ue alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo; nuove norme per proteggere i diritti umani nell’era del digitale online e offline, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale; la promozione dei diritti sociali in Europa attraverso la Carta sociale; la cooperazione continua con le forze dell’opposizione democratica della Bielorussia, nonché con i difensori dei diritti umani, i media liberi e la società civile indipendente della Bielorussia e della Russia.

Giorgia Iacuele

Condividi:

Consiglio d'Europa, Guerra, Russia, Ucraina