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Non si sono davvero estinti tutti i dinosauri 65 milioni di anni fa?

Molti animali preistorici, che dal punto di vista evolutivo non hanno richiesto un particolare adattamento, poiché gli habitat in cui hanno vissuto anche oltre 120 milioni di anni,  sono evolutivamente pressoché  gli stessi, vivono ancora oggi.

Le meduse per esempio sono tra gli organismi preistorici meglio preservati, giunti fino ai giorni nostri: sono molto longeve e la loro evoluzione non ha comportato grandi differenziazioni rispetto a 700 milioni di anni fa.

Per rimanere nell’acqua possiamo citare la Pastinaca d’acqua dolce gigante, uno dei più grandi pesci d’acqua dolce del mondo, che può arrivare a pesare 500-600kg, presente nei grandi fiumi del sud- est asiatico. Oppure i limulidi che hanno 540 milioni di anni, parenti dei trilobiti, di cui possediamo diversi fossili.

Sempre negli abissi Squalo goblin, un pesce preistorico che possiede un lungo rostro simile a un becco, con mascelle protrudibili,  è presente nel nord dell’Atlantico, nel Golfo di Guinea e in Sud Africa.

Anche il Luccio alligatore, lungo fino a 3 metri, di 90 kg di peso, in grado di sopravvivere fuori dall’acqua per due ore o la Lampreda, un pesce serpentiforme che abita anche in Italia. Non sono questi semplici “eredi” delle creature che popolavano il nostro pianeta migliaia di anni fa, ma hanno mantenuto intatto l’aspetto inquietante.

Le riviste scientifiche raccontano dei coccodrilli, delle iguane, delle salamandre giganti o dei draghi di Komodo

È famoso anche l’Ornitorinco i cui progenitori risalgono a 170 milioni di anni fa e tra i mammiferi anche il Toporagno elefante che vive nel continente africano ed è conosciuto da 23 milioni di anni.

Per continuare a citare mammiferi non si può tralasciare l’Echidna o formichiere spinoso mammifero tipico dell’Australia e della Nuova Guinea, presente sulla terra tra i 48 e 19 milioni di anni fa.

La Tuatara è invece l’unico esemplare rimasto in vita della famiglia dei rincocefali presente in tutta la Nuova Zelanda: simile all’iguana e alla lucertola è rimasto praticamente invariato per circa 200 milioni di anni ed è il rettile vivente più antico.

La Tartaruga alligatore è invece apparsa sul pianeta circa 66 milioni di anni fa.

Fra gli animali più antichi che sono giunti ai nostri giorni senza grandi evoluzioni senza dubbio la più nota è la Salamandra gigante giapponese che con la sua lunghezza di 180 cm esiste sin da 170 milioni di anni, oggi a rischio di estinzione per il suo utilizzo nella medicina tradizionale giapponese.

Recentemente sono stati trovati fossili del gru canadese, un grande uccello selvatico databile tra i 10 e i 2,5 milioni di anni fa.

A proposito di ratiti, ossia di uccelli non volatori perché privi di carena dello sterno, nel 2018 un team di ricercatori dell’università del Kent confrontando i genomi di uccelli e tartarughe, ha estrapolato la probabile struttura generale del genoma del Velociraptor o del Tirannosauro. La scoperta significativa è che gli uccelli, eredi dei dinosauri, hanno molti cromosomi rispetto alla maggior parte delle altre specie. Gli esiti della scoperta suggeriscono che se gli scienziati avessero potuto analizzare il cromosoma di un dinosauro, sarebbe potuto sembrare molto simile a quello di uno struzzo, di un’anatra o di un pollo.

Si dice per esempio che il Casuario sia un Velociraptor che vive ancora. Il piccolo e spietato dinosauro non era principalmente un rettile ma un uccello. Il discendente più prossimo delle dimensioni sarebbe lo struzzo, un non-volatile privo di carena dello sterno, la struttura ossea connessa all’esterno per sostenere il volume attraverso le ali. Ma allo struzzo manca il crudele strumento che per milioni di anni avrebbe fatto di questo dinosauro una delle creature tra i più feroci dominatori. Oggi tutti i ratiti rimasti sono erbivori così pure il Casuario che nell’evoluzione non è stato privato del rostro da 125 mm incorporato nel dito centrale di ciascuna zampa, in grado di tagliare di netto un braccio o recidere una giugulare umana.

È questo un uccello impressionante, alto più di una persona, arriva fino a 170 cm e vive sulle coste del Queensland. L’innato moderno senso di empatia ha portato le persone a dar da mangiare a queste splendide creature, rendendole ancor più pericolose. Infatti questo uccello durante la sua vita incamera le sue esperienze; associando gli umani al cibo ha continuato a cercarli con insistenza. Se non soddisfatto questo uccello a differenza degli struzzi o degli emù che preferiscono calciare all’indietro, balza frontalmente e allunga il rostro in avanti, sollevandolo quasi all’altezza della testa. Emette un verso cavernoso e profondo alla frequenza più bassa udibile dall’orecchio umano e balza alla giugulare della preda. Nel 1926 è stato purtroppo documentato in caso di morte: i due giovani fratelli McClean di 13 e 16 anni ne trovarono un esemplare nel giardino e presero dei bastoni per cacciarlo via. L’uccello sentendosi minacciato balzò addosso ad entrambi; mentre il più piccolo riuscì a fuggire, il maggiore cadde a terra e venne colpito alla giugulare dal rostro dell’animale, morendo dissanguato in pochi minuti.

Lo struzzo è un ratito, come il casuario, il nandù, l’emù e il kiwi. Si distinguono dagli altri ratiti per il loro aspetto con colli e zampe più lunghe e il caratteristico piumaggio nero e bianco. È la più grande specie vivente di uccello e può raggiungere la velocità di 55 km/h con brevi scatti che possono arrivare fino a 70 km/h.

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto paleontologico Borissiak ha condotto un’altra interessante ricerca su resti fossili di un uccello gigante trovati in Crimea.

Questo enorme uccello alto più di 3,5 m che poteva pesare più di 450 kg, uno struzzo gigante vissuto tra 1,7 e 1,8 milioni di anni fa, sarebbe il primo uccello gigante incapace di volare descritto in paleontologia per quanto riguarda l’emisfero settentrionale. Nella medesima grotta sono stati rinvenuti anche alcuni resti di ossa e denti di Mammut. Ma senza dubbio il ritrovamento più interessante riguarda questa specie di grande uccello terricolo, il Pachystruthio dmanisensis, che probabilmente conviveva anche con i primi Homo Herectus arrivati in Europa durante il Pleistocene inferiore.

Insomma tra pesci preistorici, salamandre e uccelli giganti, sono ancora tante le specie preistoriche che sono riuscite a sopravvivere a dispetto dei millenni. Queste specie nella maggior parte dei casi vivono in luoghi molto lontani da noi, dall’America fino all’estremo oriente e nei profondi abissi. Ma è certo nessuno vorrebbe incontrarle!

Veronica Tulli

Foto © Roba da Donne

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