Giornata in ricordo delle vittime dell’Olocausto
Come stabilito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in seguito alla risoluzione 60/7 del 2005, oggi si celebra come ogni anno, la Giornata internazionale per commemorare, con eventi, mostre, incontri con i superstiti, le vittime dell’Olocausto degli ebrei d’Europa e di tutte quelle categorie di persone ritenute “inferiori” dall’esercito nazista e dai loro alleati nel corso del secondo conflitto mondiale.
Per ricordare le vittime dell’olocausto si è scelta come data il 27 gennaio perché nel 1945 le truppe dell’Armata Rossaimpegnate presso la città di Auschwitz ne scoprirono, per prime, il campo di concentramento, salvando i superstiti e rivelando al Mondo gli orrori del genocidio nazista e i metodi di tortura che questi adottavano all’interno del lager durante il secondo conflitto mondiale.
A lungo le istituzioni italiane hanno discusso su quale dovesse essere considerata la data simbolica di riferimento, ricercando un evento importante avvenuto durante la guerra: alcuni suggerivano il 5 maggio in ricordo della liberazione di Mauthausen per sottolineare la centralità della storia dell’antifascismo e delle deportazioni politiche in Italia, altri il 16 ottobre data del rastrellamento del Ghetto di Roma. La decisione finale fu Auschwitz in quanto divenuto simbolo in tutta Europa e non solo della tragedia ebraica.
Meloni: «Shoah abisso dell’umanità»
In questa Giornata molti politici hanno espresso parole di condanna per gli orrori dell’olocausto, come il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ritiene la Shoah “l’abisso dell’umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l’infamia delle leggi razziali del 1938”. Sottolineando che “la memoria di ciò che è successo non si riduca a un mero esercizio di stile”.
Tajani: «Monito contro il razzismo»
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani si unisce alle celebrazioni affermando che «questa Giornata non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, le sofferenze e gli orrori subiti da tante vittime innocenti, ma è un monito per prevenire e combattere ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza»
Il motivo per cui si celebra il 27 gennaio fa riferimento al giorno in cui, nel 1945 e cioè alla fine della seconda guerra mondiale, i cancelli di Auschwitz vennero abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico. Il complesso di campi di concentramento che conosciamo come Auschwitz non era molto distante da Cracovia, in Polonia. Quindi vicino ai confini che all’epoca erano tra la Germania e la Polonia (occupata dai nazisti)
Con l’avvicinarsi dell’Armata Rossa, già intorno alla metà di gennaio, le SS iniziarono a evacuare il complesso. Circa 60.000 i prigionieri che costretti alla marcia prima dell’arrivo dei russi. Di questi, si stima che tra 9.000 e 15.000 sarebbero morti durante il tragitto, in gran parte uccisi dalle SS perché non riuscivano a reggere i ritmi della marcia. Altri prigionieri, circa 9.000, lasciati nel complesso di campi di Auschwitz perché malati o esausti. L’esplosione di diverse strutture all’interno del campo di concentramento cancellò la gran parte delle prove delle vicissitudini accadute. La stampa non diede molto rilievo alla liberazione di Auschwitz e quindi nel tempo il 27 gennaio assunse un significato simbolico: la fine della persecuzione del popolo ebraico
Il 20 luglio del 2000 in Italia è approvata una legge (la numero 211), composta da due articoli. Questa legge istituisce ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria“. Cioè la commemorazione pubblica della Shoah, ma anche delle leggi razziali approvate sotto il fascismo. Riguardanti quindi tutti gli italiani, ebrei e non, uccisi, deportati e imprigionati. Ma anche di tutti coloro che si sono opposti alla strage voluta dai nazisti, spesso rischiando la vita.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Onu) nel 2005 proclama ufficialmente il 27 gennaio Giornata internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto. Ricorreva i 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento. Anche altri Paesi, come l’Italia, avevano già istituito la giornata commemorativa, come la Germania nel 1996 o il Regno Unito nel 2001.
Nel testo redatto dall’Onu si specifica che ogni anno, il 27 gennaio, tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere di diffondere nelle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto“. Istituita, anche, una task force internazionale per l’educazione, la ricerca e il ricordo. Questo sta a indicare che si rifiuta qualsiasi tentativo di negazione dell’Olocausto come evento storico, sia totale che parziale.
Gianfranco Cannarozzo