Innamoramento e amore
Il rapporto tra un uomo e una donna è fascino puro. L’attrazione, l’approccio e l’innamoramento reciproco fa parte di un momento magico per chi lo vive e che non vorrebbe finisse mai. Il patrimonio di memoria che ognuno di noi ha su questo costituisce quanto di più vicino al concetto di felicità possa esistere. Nel periodo dell’innamoramento l’approccio razionale al mondo viene meno e tutto il nostro essere persona è proiettato in questa attrazione totale e desiderata sopra ogni altra cosa. Stare con l’amata è la cosa più importante e niente conta di più. I cinque sensi combinano i loro messaggi seducenti in una sinfonia di immagini, odori e suoni cui è difficile sottrarsi. Il viso dell’amata rimane stampato nella mente e costituisce la motivazione finale a fare le cose e l’obiettivo di breve termine in qualunque momento della giornata.
In questo periodo la nostra specie cui facciamo parte ha predisposto lo spegnimento temporaneo della nostra razionalità per consentire un’alta intensità attrattiva verso la persona desiderata. Non dobbiamo mai dimenticare infatti che le personalità maschile e femminile sono profondamente diverse tra loro. Il libro di John Gray: “gli uomini vengono da Marte e le donne da venere” illustra la diversità con semplicità e profondità. Lo scopo della specie è chiaro: facilitare la fase di accoppiamento che prelude alla procreazione di nuovi individui per rendere più numerosa la discendenza e assicurarne la conservazione. Tutte le Specie presenti sul Pianeta hanno meccanismi simili per perseguire lo stesso scopo.
È dimostrato che i mediatori chimici implicati nel processo di innamoramento riguardano quelle sostanze che agiscono stimolando la libido, l’amore e l’affettività. L’amigdala, parte del cervello adibita alle emozioni, attiva un’elevata produzione di dopamina, noradrenalina e feniletilamina, gli stessi neurotrasmettitori responsabili degli effetti delle sostanze stupefacenti che agiscono sui centri del piacere. Questo spiegherebbe l’analogia tra gli effetti dell’amore e quelli delle droghe, della sensazione di benessere e della dipendenza. Quindi questa tempesta chimica, cui siamo soggetti nell’innamoramento, è fondata su una ingovernabile necessità.
Ora noi sappiamo, anche da studi fatti in proposito, che la fase dell’innamoramento è destinata prima o poi a passare, almeno nella sua intensità iniziale. La durata oscilla dai 12 ai 18 mesi. Qualche eccezione, se non ci si frequenta con sistematicità, può prolungare l’ebbrezza fino ai 3 anni. Poi, inevitabilmente, tutto ritorna normale. È questo il momento in cui può nascere l’amore oppure ci si può indirizzare altrove alla ricerca di un altro triennio di benessere.
L’innamoramento non è l’amore. Il malinteso persistente sull’uso della parola “amore” consiste in questa confusione. Nella letteratura, nel cinema e nell’uso comune si confonde l’amore con l’innamoramento. La fase di “atterraggio nella realtà” alla fine dell’innamoramento causa alle coppie il primo grande motivo di caduta di interesse e di rottura del rapporto. D’altra parte, atterrare nella realtà insieme è necessario e anche bellissimo se fatto nel modo corretto, vivendo con piena coscienza i nuovi eventi che prendono corpo in questa nuova fase di “atterraggio”.
Le coppie più solide e felici che hanno mantenuto complicità e cura reciproca sono state quelle che non basavano i propri criteri di scelta del partner sullo tsunami emotivo bensì sulla serena frequentazione che ha creato legami profondi senza ansie e aspettative. Conoscersi “per come si è” costituisce il motivo principale del fidanzamento. Per questo motivo gli esperti consigliano di non prendere decisioni capitali quali cambiare lavoro, comprare o vendere casa, nel primo biennio di una relazione.
L’atterraggio nella realtà dopo la fase di innamoramento non è la sola causa di crisi della coppia. Vediamo sinteticamente di isolare le varie motivazioni esistenti facendone una lista completa.
- Atterraggio nella realtà dopo la fase di innamoramento: come detto in precedenza, passata la fase “chimica” iniziano ad affiorare le istanze egoistiche di ciascuno e la difesa della propria visione del mondo. I primi problemi affioranti sono la gestione del denaro e l’impostazione dell’educazione dei figli che ciascuno vede a modello della propria famiglia di provenienza.
- Percezione della rottura di un patto: un partner può tradire la coppia non soltanto andando fisicamente con un’altra persona, ma anche mancando alle aspettative non dette che vengono costantemente nutrite nei suoi confronti. Ad esempio, cambiare una abitudine vissuta insieme per tanto tempo può essere percepita come la rottura di un patto e quindi una forma di tradimento. Oppure la donna che dice “non ha sposato me, ma il suo lavoro” e per questo si senta tradita e metta in discussione la progettualità della coppia. In questi casi capirsi e perdonarsi è quanto mai difficile. Il perdono non è un vago sentimento, ma una ferma decisione. E’ la decisione di fare misericordia, di non rendere offesa all’offensore. È una grande espressione d’amore. Senza dubbio la più grande.
- Eventi imprevisti valutati come insopportabili: un evento luttuoso o una grave malattia, magari nella prole, è insopportabile: non abbiamo le “spalle forti” per sopportare l’accadimento. Anche un grave rovescio economico o un’improvvisa perdita del lavoro è un terremoto che ci scombina perché fa traballare le cose che in realtà dovrebbero stare ferme. È ovviamente una situazione che si può gestire, ma resta un evento che così come scuote il singolo, ha un effetto devastante anche nella coppia. Il lutto di una persona alla quale mi sono sempre aggrappato non è fisiologico, ma traumatico. Una malattia molto grave è un trauma. Un grave tracollo economico è un trauma. Di fronte a questi accadimenti può darsi che la coppia abbia le sue difficoltà e non tenga.
- Le famiglie di origine che interferiscono eccessivamente con la vita della coppia: questa eventualità accade frequentemente quando uno dei due membri non si è mai realmente svincolato dalla propria famiglia, oppure quando per via di particolari accadimenti la famiglia di origine interviene eccessivamente sulla coppia, creando loro disagio. Chi non è ancora completamente uscito dalla propria famiglia di origine, solitamente, quando parla con il partner fa riferimento a quello che pensano i suoi genitori.
- Evoluzione squilibrata dei partner: se uno dei due partner evolve in modo da distanziare l’altro per via di una crescita di consapevolezza, di intraprendenza o di maturità, l’altro non lo riconosce più: “non è la persona che ho sposato”. Se invece entrambi evolvono (non necessariamente nella stessa direzione) è un discorso diverso. Ma se cambia solo uno dei due può essere rischioso. A volte in tali casi un cambiamento improvviso viene interpretato come una distrazione di interesse, come un tradimento, o una malattia psichica.
A questo punto la malattia del secolo, il male di vivere, e cioè la depressione, si può impossessare della coppia fino a spingerla alla inevitabile e ormai diffusa conclusione e cioè rompere l’unione e distruggere un’altra famiglia. Esiste anche una precisa volontà di alcune tendenze politiche globali che cavalcano questi fenomeni (e ne provocano altri) per scoraggiare o spezzare la forza di opposizione dei clan familiari (unico baluardo alla difesa della vita) alla politica dei controlli demografici. Ma questa è un’altra storia.
Il punto è che siamo abituati ad attribuire alla parola crisi un’accezione negativa, benché il termine rimandi etimologicamente al concetto di scelta, al momento che separa una maniera di essere diversa da altra precedente. Essa contiene un aspetto vitale che è quello della separazione, ed un aspetto di crescita, ossia quello della scelta. La crisi non è dunque un evento totalmente negativo, bensì un momento di transizione che può essere anche opportunità di crescita: indica un’evoluzione, un cambiamento che poi siamo noi spesso a connotare negativamente.
Quando parliamo di crisi nella coppia occorre premettere che spesso questi periodi di cambiamento possono essere risolti in maniera autonoma. Il mondo “buono” non è quello dove non esistono i problemi, ma quello in cui le difficoltà non ci sovrastano, si possono affrontare e, in qualche modo, risolvere. E’ per questo che una coppia senza problemi è una specie di utopia. Sono le difficoltà che aiutano a crescere e ad apprendere come comportarsi nel futuro.
La crisi c’è quando un problema cresce e perdura nel tempo mentre la coppia non riesce ad affrontarlo. Ci sono meno soldi? La coppia può decidere di stringere la cinghia, di chiedere un prestito ai genitori, di vendere qualcosa, provare a cambiare lavoro e così via. Se riusciamo a farci andare bene che abbiamo meno soldi, possiamo essere sereni.
I motivi delle crisi profonde e destabilizzanti, i più complessi da affrontare, sono solitamente diversi dalle crisi fisiologiche che la coppia metabolizza, o con i quali comunque convive. Oggi si è piuttosto portati a non lottare e a dichiararsi in crisi alla prima normale difficoltà.
Ma dove è finita la poesia? Dove è la promessa di amore senza limiti che ci aveva sedotto e affascinato? Possibile che tutto si debba ridurre all’inganno di una ubriacatura per poi svegliarsi la mattina dopo col mal di testa e basta? Dove è la follia che ci aveva folgorato come uno tsunami? Possibile che tutto si riduca a essere così squallidamente problematico?
Il punto chiave è che non bisogna accontentarsi di un rapporto mediocre (basta che duri) ma puntare al massimo. Bisogna coltivare una ambizione elevata e lottare come mastini per arrivarci. Il nodo di tutta la questione è il linguaggio. Riuscire a dialogare significherebbe risolvere il 90% dei problemi. Ma per dialogare bisogna parlare la stessa lingua e spesso i differenti caratteri di ciascuno corrispondano a linguaggi diversi nel campo dei rapporti affettivi. Gary Chapmannel suo libro “I cinque linguaggi dell’amore” tratta di questo argomento in modo semplice. Per tenere vivo l’amore negli anni, bisogna imparare una efficace comunicazione. È raro che due persone diverse abbiano lo stesso modo di esprimere il proprio affetto. Diviene quindi importante nella coppia che ciascuno studi il modo con cui l’altro percepisce meglio il modo di esprimersi per poter essere meglio compreso.
Questo potrebbe essere considerato banale ma studi in questo campo hanno dimostrato il contrario. Sono stati catalogati i modi di esprimere l’affetto e emerge così che sono particolarmente significativi per la vita di coppia i seguenti cinque argomenti:
- L’apprezzamento reciproco e l’incoraggiamento espresso con stima e complimenti. Questa è cosa particolarmente difficile per chi è abituato a giudicare e criticare.
- Uscire dalla quotidianità e crearsi momenti speciali di attenzione reciproca esclusiva con ascolto e rispetto delle opinioni diverse ricordando momenti positivi del passato della coppia, ascoltando e basta senza “risolvere problemi”. Mantenere attenzione e contatto visivo e non interrompere.
- Utilizzare i regali come concretizzazione materiale di interesse.
- Esprimere interesse con i servizi reciproci: cucinare, sparecchiare, lavare i piatti, innaffiare i vasi, lavare la macchina, riordinare la cantina, ridipingere una stanza…Se ognuno dei due ha un’idea diversa dei ruoli sociali dell’uomo e della donna, allora ciascuno deve essere disponibile ad esaminare e, se necessario, cambiare certi modelli per poter meglio esprimere l’interesse.
- Il sesso. Molte persone sono cresciute in ambienti in cui non si è abituati al reciproco contatto. Essi faranno allora più fatica a imparare l’importanza della sessualità. Donare il proprio corpo è donare il proprio essere. La difficoltà principale è nella donna. Se la donna si sente amata, ammirata, apprezzata dal suo partner, ne beneficerà anche il desiderio fisico. La maggior parte dei problemi sessuali della coppia non riguarda la fisicità, ma la soddisfazione dei bisogni emozionali. Per questo sono importanti gli apprezzamenti nella valutazione reciproca e tutto quello che intorno al sesso ruota. Il modo, i ruoli, il contesto, anche ludico, e tutto quello che può aiutare a pensarlo come un viaggio fantastico da fare insieme. Mettere in atto, senza paura e inibizioni, tutto quello che recuperi e faccia rivivere quella importantissima componente di follia dell’innamoramento iniziale.
È chiaro che se la coppia intende voler reagire al proprio stato di crisi (latente o manifesta) volendo fare qualcosa, questo sarà tanto più efficace se fatto insieme ad altre coppie nelle stesse condizioni. Per questo motivo esistono molte istituzioni sociali o associazioni spontanee che mettono in campo tutti i loro sforzi a questo scopo.
Nell’enciclica “Deus Caritas Est (Dio è amore)” Benedetto XVI dice che esistono tre forme di amore: la filia (amicizia), l’eros (la passione erotica) e l’agapè (amore gratuito e incondizionato). Nella coppia che voglia continuare a funzionare o che voglia uscire da una crisi devono esistere tutte e tre queste forme di amore.
In una coppia che si ama sussiste il miracolo della coesistenza di aspetti razionali ed emotivi bilanciati e dosati mirabilmente, che realizza e significa l’idea stessa di Bellezza.
Nicola Sparvieri
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