Skip to main content

La biodiversità è un patrimonio da conservare

Gli studi sulla biodiversità soffrono del fatto che noi non sappiamo cosa accade alla maggior parte delle altre forme di vita sulla Terra perché ne ignoriamo persino l’esistenza. Sul nostro pianeta meno del 10 per cento delle specie sono note alla scienza e appena l’1 per cento sono state oggetto di uno studio che sia andato al di là di una semplice descrizione anatomica e di poche osservazioni biologiche.

Nel corso delle ere geologiche, il tasso annuo di estinzione è stato di una specie su un milione ed era compensato da un uguale tasso di formazione di nuove specie. L’attuale tasso di estinzione, considerando anche le specie ormai prossime a estinguersi, è almeno cento volte superiore al tasso di comparsa di nuove specie. I biologi che si occupano della biodiversità pensano che siamo all’inizio del più grande fenomeno di estinzione dagli ultimi sessantacinque milioni di anni. Dopo ciascuna delle cinque grandi estinzioni precedenti ci sono voluti circa dieci milioni di anni perché l’evoluzione recuperasse il livello di biodiversità perduta. Queste stime si fondano sull’osservazione di un ristretto numero di gruppi ben noti come i mammiferi, le piante da fiore e alcuni invertebrati dotati di guscio come i molluschi. La nostra ignoranza è tale che stiamo perdendo gran parte della biodiversità prima ancora di conoscerla.

Ecco alcune cifre che mostrano quanto poco siamo progrediti nell’esplorazione della Terra. Il numero degli organismi scoperti fino ad oggi, comprendendo tutte le piante, gli animali e i microrganismi, oscilla tra 1,5 e 1,8 milioni di specie. Le stime del numero effettivo di specie viventi vanno da 3,6 a 112 milioni, a seconda del metodo usato (in base al Global Biodiversity Assessment del 1995). Persino per i vertebrati, che sono uno dei gruppi che conosciamo meglio, le valutazioni sono assai elastiche. Per i pesci, ad esempio, il numero totale di specie va da 15 000 a 40 000.

Batteri e microbi simili ai batteri sono la “materia oscura” dell’universo vivente della Terra. Fino al 2002, sono state scoperte e classificate appena 6288 specie di batteri. Ma molte altre potrebbero essere scoperte tra i dieci miliardi di batteri che vivono in un solo grammo di suolo fertile. E si stima che in una tonnellata di suolo siano presenti non meno di quattro milioni di specie. Almeno 700 specie di batteri vivono nella nostra bocca, si sono adattati alla vita e si ritiene contribuiscano alla nostra salute orale impedendo l’insediamento di batteri patogeni. Può sembrare strano pensare a una alleanza tra uomini e batteri, ma la verità, osservata dal punto di vista dei batteri, è ancora più sorprendente: in ciascun corpo umano vivono più cellule batteriche che cellule umane. Se la classificazione degli esseri viventi fosse basata sulla quantità di cellule predominanti in un organismo, un essere umano sarebbe senza dubbio classificato come un ecosistema di batteri.

Attualmente le nostre stime sui tassi di estinzione si fondano sui dati di un gruppo di specie ben conosciute come le piante da fiore, i vertebrati terrestri e alcuni invertebrati come farfalle e molluschi. Complessivamente questi gruppi rappresentano appena un quarto delle specie conosciute sulla Terra e, quasi certamente, una frazione molto più piccola di quelle ancora sconosciute. Domani si potranno valutare insetti, nematodi, funghi e l’insieme dei microrganismi, i quali non solo rappresentano la maggior parte delle specie, ma sono anche essenziali per il buon funzionamento dei cicli di materia e dei flussi di energia della biosfera.

Tutta la biologia moderna ruota intorno a due princìpi fondamentali, l’esistenza di basi fisico-chimiche della vita e l’evoluzione della stessa per selezione naturale. Se teniamo conto delle sue tre dimensioni, che sono la gerarchia, la diversità e la storia, dobbiamo riconoscere che noi ne conosciamo solo una minima parte. C’è ancora molta strada da fare, ma ogni nuovo dato e ogni miglioramento della tecnologia è un passo in avanti. I maggiori ricercatori sono sempre più dell’avviso che il futuro della biologia dipende dagli studi interdisciplinari. Così, fuori dai confini della biologia molecolare e della biologia cellulare, c’è tutto il resto della biologia: gli ecosistemi, la biodiversità e la biologia evoluzionistica. Esse rappresentano gran parte del futuro delle scienze biologiche.

Globalmente, la situazione della biodiversità può essere riassunta così. Nonostante la lentezza delle esplorazioni, i biologi hanno scoperto, negli ultimi venti o trent’anni, che la biodiversità del nostro pianeta è ben più ricca di quanto si pensasse. Questa diversità sta scomparendo a un ritmo sempre più rapido a causa della distruzione degli habitat, operata direttamente dall’uomo o indirettamente dal cambiamento climatico in corso, a cui si aggiungono il proliferare di specie invasive, l’inquinamento e il sovrasfruttamento delle risorse naturali. Se queste forze scatenate dall’attività umana non vengono in qualche modo mitigate, potremo perdere fino a metà delle specie di piante e di animali sulla Terra entro la fine del secolo.

Nicola Sparvieri

Foto © Icona Clima

Biodiversità, Biologia evoluzionistica, Estinguersi delle specie