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Evoluzione della sessualità

Analizziamo la sessualità umana utilizzando il punto di vista della biologia evoluzionistica e dimentichiamoci per un momento tutto l’apparato morale e religioso che la nostra civiltà ha associato alle questioni legate ai rapporti di coppia e familiari. Utilizziamo la logica evoluzionistica e di conservazione della specie che ci permette di spiegare molti dei comportamenti animali. Consideriamo la vita come una mera lotta per l’evoluzione e quindi ogni comportamento è interpretato in questa chiave.

Anzitutto dobbiamo notare che l’attività sessuale dell’homo sapiens è diversa rispetto alle altre specie di mammiferi. Tanto per cominciare, quasi tutti i mammiferi sono sessualmente inattivi per la maggior parte della loro vita; infatti, hanno rapporti sessuali solo quando la femmina è nel periodo ciclico di ovulazione. Solo in quel periodo può essere fecondata e iniziare una gravidanza. L’intervallo di tempo tra un ciclo e il successivo varia da specie a specie: può essere di qualche settimana o di molti mesi. Le femmine di alcune specie sono feconde soltanto una volta all’anno. In quel periodo, e solo allora, sono disposte ad avere rapporti con i maschi e lo segnalano attraverso il comportamento e a volte con vistose modifiche del proprio aspetto esteriore.

Una donna sessualmente matura può scegliere di avere rapporti sessuali ogni volta che vuole, come un uomo, e non solo durante la breve fase di fertilità. Le donne ovulano una volta al mese, ma, a differenza di altre femmine di primati, non segnalano la fase fertile ai maschi con cambiamenti di aspetto o di comportamento. In realtà, l’ovulazione umana è così ben celata, alle donne come agli uomini, che i medici hanno iniziato a capirne i tempi soltanto negli anni Trenta del Novecento.

La mancanza di segni esterni dell’ovulazione, insieme al fatto che le donne hanno la capacità di essere sessualmente attive quando vogliono e non soltanto durante il breve periodo fecondo, significa che la maggior parte degli incontri sessuali umani non è finalizzata a concepire un bambino. Quale che sia la principale funzione biologica dell’attività sessuale umana, non è certo per la riproduzione. In nessun’altra specie il sesso è diventato tanto disgiunto dal concepimento.

Per gli animali, il sesso è un lusso pericoloso. Mentre è impegnato nell’accoppiamento, un animale consuma energia, trascura opportunità di procurarsi cibo, diventa più vulnerabile da parte di predatori famelici o rivali intenzionati a usurparne il territorio. Il rapporto sessuale è un’attività che deve essere compiuta nel minor tempo possibile, quello necessario per la fecondazione.

Se considerassimo l’attività sessuale umana come un mezzo per ottenere la fecondazione, sarebbe un fallimento colossale dal punto di vista dell’evoluzione. L’obiettivo del concepimento è raggiunto, ma fa consumare una gran quantità di tempo ed energia, perché gli esseri umani praticano il sesso per lo più in momenti in cui la fecondazione è impossibile o improbabile.

Il problema più dibattuto riguardo all’evoluzione della sessualità umana è perché abbiamo finito per nascondere l’ovulazione e a che cosa serve tutto questo sesso al momento sbagliato. Il sesso è piacevole, ma è stata l’evoluzione a renderlo tale. Se la nostra specie non ricavasse qualche beneficio dall’attività sessuale, il controllo del mondo sarebbe passato a una specie umana mutante portata dall’evoluzione a non provare piacere sessuale.

Strettamente collegata alla questione dell’ovulazione nascosta è la questione del rapporto sessuale nascosto. Tutti gli altri animali che vivono in gruppo, sia monogami che poligami, hanno rapporti sessuali sotto gli occhi degli altri membri del gruppo. Perché siamo gli unici ad avere questa forte preferenza per la riservatezza dell’attività sessuale?

Oggi i biologi discutono diverse teorie che spiegano l’origine dell’ovulazione e del rapporto sessuale nascosti negli esseri umani. Dal punto di vista dell’evoluzione, possiamo dire che nel lontano passato qualche fattore o combinazione di fattori causò lo sviluppo di questi tratti, che non sarebbero tuttora presenti se qualche vantaggio evolutivo non li mantenesse in vita.

Secondo alcune ipotesi l’ovulazione nascosta e il sesso in privato rafforzano i legami di coppia gettando le basi per la formazione della famiglia. Inoltre, per quanto riguarda la importante relazione sociale tra maschi, questo riduce l’aggressività e aumenta la cooperazione. In definitiva la vita sessuale umana si svolge in privato per sottolineare la differenza tra partner sessuali e partner non sessuali nell’ambito di uno stesso gruppo chiuso.

Tuttavia, la struttura del clan dei cacciatori-raccoglitori può essere considerata come l’embrione del concetto attuale di famiglia ma non lo è ancora. In essa la maggior parte degli uomini ha una partner, ma alcuni ne hanno molte. La struttura può quindi essere definita come mista o moderatamente poligamica. Nel frattempo, il maschio del sapiens assume il tipico atteggiamento comportamentale e anche la conformazione fisica del maschio di un harem. La scelta del partner è, in questo contesto, molto importante.

Tutte queste spiegazioni riflettono una caratteristica fondamentale dell’organizzazione sociale umana: un uomo e una donna che desiderano la sopravvivenza della loro prole devono cooperare per un lungo periodo per allevarla e, allo stesso tempo, devono collaborare con molte altre coppie vicine. L’attività sessuale regolare tra un uomo e una donna crea un legame più stretto di quelli che la coppia ha con gli amici e i vicini. Questi legami di coppia sono una specie di cemento sociale, non solo un meccanismo di concepimento della prole.

Nicola Sparvieri

Foto © Ravenna Turismo

Evoluzione, Procreazione, Sessualità