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Credo la Comunione dei Santi

Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega il significato dell’espressione comunione dei santi nella sezione relativa alla professione della fede cristiana, nel capitolo dedicato allo Spirito Santo.

Questa verità di fede è inserita all’interno della spiegazione del Credo, nell’articolo che riguarda la santa Chiesa cattolica. Il tema della comunione dei santi apre le sezioni riguardanti quelli che una volta erano chiamati i Novissimi cioè le verità ultime della fede: la comunione dei santi, la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso.

Il numero 194 del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, alla domanda su cosa significhi l’espressione comunione dei santi, recita: Tale espressione indica anzitutto la comune partecipazione di tutti i membri della Chiesa alle cose sante (sancta): la fede, i Sacramenti, in particolare l’Eucarestia, i carismi e gli altri doni spirituali. Alla radice della comunione c’è la carità che «non cerca il proprio interesse» (1 Cor 13,5) ma spinge il fedele «a mettere tutto in comune» (At 4,32) anche i propri beni materiali a servizio dei più poveri.

E al numero 195 aggiunge il secondo significato: Tale espressione designa anche la comunione tra le persone Sante (santi), cioè tra quanti per la grazia sono uniti a Cristo morto e risorto. Alcuni sono pellegrini sulla terra; altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, aiutati anche dalle nostre preghiere; altri, infine, godono già della gloria di Dio e intercedere per noi. Tutti insieme formano in Cristo una sola famiglia, la Chiesa, allora gloria della Trinità.

Dalle definizioni risulta che sono due i termini che contraddistinguono la comunione dei santi: innanzitutto la comunione dei beni spirituali o cose sante e poi la comunione dei membri della Chiesa del cielo e della terra. La comunione dei santi è precisamente la Chiesa nei suoi due significati di comunione alle cose Sante e comunione tra le persone Sante.

Cominciamo dunque col primo di questi termini, le cose sante ossia la comunione dei beni spirituali. Questi si possono riassumere nella comunione della fede, nella comunione dei sacramenti, nella comunione dei carismi, nella comunione dei beni e nella comunione della carità.

Consideriamoli singolarmente. La comunione nella fede comporta che la fede dei fedeli è la fede della Chiesa ricevuta dagli apostoli. La comunione dei sacramenti appartiene a tutti i fedeli perché attraverso questi, sono uniti e incorporati a Cristo; in particolare il battesimo è la porta d’ingresso della Chiesa e vincolo dell’unione a Cristo. La comunione dei santi significa appunto questa unione operata dai sacramenti.

La comunione dei carismi comporta che lo Spirito Santo distribuisce tra i fedeli grazie speciali per l’edificazione della Chiesa, a ciascuno una manifestazione particolare per l’utilità comune. Per quanto riguarda la comunione dei beni il cristiano, quale amministratore dei beni del Signore, considera che nulla possiede che non possa mettere in comune con gli altri specialmente per i più bisognosi.

Infine la comunione della carità comporta che essendo i fedeli membra del corpo di Cristo, il più piccolo atto compiuto nella carità ha ripercussioni benefiche per tutti in forza di questa solidarietà con tutti gli uomini vivi o morti e ugualmente ogni peccato del singolo nuoce a questa comunione, secondo la teoria del Corpo mistico espressa da San Paolo.

Cristo comunica con tutti i membri della Chiesa attraverso i sacramenti e questo fa sì che anche le membra tra di loro abbiano un collegamento spirituale. L’unità dello spirito da cui la Chiesa è animata e retta comporta che tutto quello che possiede sia comune a tutti coloro che vi appartengono. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune.

Il secondo termine della comunione riguarda i santi: dalle cose sante passiamo alla comunione della Chiesa del cielo e della terra. Tre sono gli stati della Chiesa: la Chiesa pellegrinante costituita da coloro che sono in cammino in questa vita; la Chiesa purgante, formata dai fedeli che sono morti e si stanno purificando; e la Chiesa trionfante di coloro che godono già dalla contemplazione di Dio.

Tutti i membri dei tre stati comunicano tra loro formando una sola Chiesa, unita nella carità e nell’unica lode della Trinità. Tutti formano l’unico Corpo mistico di cui Cristo è il capo e dunque tutte le membra sono in Lui unite. L’unione di coloro che sono in cammino con i fratelli morti non è spezzata anzi è consolidata proprio dalla comunicazione dei beni spirituali.

Di qui l’immagine paolina del Corpo mistico di Cristo, espressa nella Prima lettera ai Corinzi: i cristiani condividono un unico Spirito e si nutrono di un unico cibo spirituale. E come in un unico corpo le membra sono molte e ciascun membro ha la sua funzione così anche i cristiani, essendo molti, sono comunque un solo corpo di Cristo e ciascuno è membro per la sua parte. C’è diversità di carismi, di ministeri, di operazioni ma lo Spirito è il medesimo.

Un’altra immagine particolarmente efficace per esprimere la comunione dei santi, oltre quella del Corpo mistico, è quella dei vasi comunicanti: ogni singolo fedele è un vaso e ogni goccia che vi si mette, ogni preghiera, ogni atto di bene come pure ogni atto di male, si riversa su tutti gli altri vasi dell’immensa comunità, pur senza accorgersene sensibilmente. Quanto ognuno fa o soffre in e per Cristo, porta frutto per tutti.

Veronica Tulli

Foto © LA VIA È APERTA

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