Pentecoste, origine e significato religioso
La Pentecoste è la festa liturgica che ricorda la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo e con essa la nascita della Chiesa e l’avvio della sua missione nel mondo.
Viene celebrata cinquanta giorni dopo la Resurrezione e per questo è una festa mobile che dipende dalla data in cui cade la Pasqua.
Il termine viene dal greco e significa cinquantesimo, è una solennità e una delle ricorrenze del calendario liturgico più importanti insieme al Natale e alla Pasqua.
Le origini della celebrazione sono ebraiche: era la festa della mietitura e delle primizie e si svolgeva sette settimane dopo la Pasqua per ringraziare Dio dei frutti della terra. Successivamente la festa assunse il carattere più religioso con il ricordo del solenne dono da parte di Dio a Mosé delle Tavole della Legge che contenevano i Comandamenti.
La teofania ossia la manifestazione di Dio, raccontata nel testo dell’Esodo si presenta come vento, suono di tromba, fuoco infine la voce di Dio.
Il cristianesimo riprese la festa celebrando i cinquanta giorni dopo la Pasqua per ricordare l’invio dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo, il luogo dove Gesù consumò l’ultima cena.
L’episodio viene raccontato da Luca negli Atti degli Apostoli con una struttura narrativa simile a quella dell’Antico Testamento: l’Esodo racconta l’alleanza di Dio che dona agli ebrei le Leggi e ne fa il suo popolo così ora nella Pentecoste neotestamentaria Dio dona agli apostoli il suo Spirito e ne fa il suo nuovo popolo: la Chiesa.
Parimenti all’Antico Testamento, dove Dio si manifestò come forte vento e fuoco, così ora il Suo Spirito si presenta come suono di vento impetuoso e lingue come di fuoco.
Il testo di Luca racconta che gli apostoli e la madre di Gesù erano riuniti nella sala, nel timore dei giudei, per celebrare la Pentecoste ebraica. La casa si riempì di un suono come di vento impetuoso e apparvero lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro. Tutti quindi furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue.
Da quel momento non ebbero più timori, cominciarono ad annunciare il Vangelo e chiunque li ascoltava parlare li capiva nella lingua madre.
I Vangeli raccontano che dopo la Risurrezione, Gesù apparve ai discepoli in più occasioni, continuando ad istruirli, fino alla Sua Assunzione e promettendo che sarebbe stato presente fino alla fine del mondo. Promise loro anche l’invio dello Spirito di consolazione che li avrebbe guidati alla verità tutta intera.
Dopo l’evento della Pentecoste comincia in effetti la predicazione vera e propria degli apostoli e la nascita della Chiesa primitiva: lo Spirito Santo ha donato loro fortezza e coraggio per essere pietosi, la scienza, la sapienza e l’intelletto per comprendere il creato e la storia della salvezza, il consiglio per prendere le decisioni giuste e il timore di Dio per ricordare la grandezza del proprio creatore.
Nel Nuovo Testamento sono due le Pentecosti: quella lucana, descritta da Luca negli atti degli apostoli, di cui si è detto sopra, e poi quella giovannea, presente solo nel Vangelo di Giovanni. È il breve racconto dell’apparizione di Gesù agli Undici, la sera di Pasqua mentre erano riuniti impauriti nel Cenacolo: il Signore alitò su di loro donandogli lo Spirito Santo.
Alcuni studiosi ritengono che si tratti dello stesso evento, ambientato in momenti diversi dai due evangelisti. Altri invece pensano che nell’episodio di Giovanni l’effusione dello Spirito Santo abbia riguardato solo gli Undici mentre l’episodio descritto da Luca si allarga a tutta la comunità cristiana.
Non si ha la certezza della storicità dell’evento ma alla base c’è con tutta probabilità un fatto reale, come un’estasi mistica collettiva che si è verificata tra i discepoli di Gesù riuniti a Gerusalemme per la festa ebraica di Pentecoste.
Per quel che riguarda i dettagli dell’evento alcuni studiosi li riconducono a fenomeni di tipo naturalistico come fenomeni elettrici o bufera di vento. Altri pensano si tratti di aspetti simbolici e ne mettono in rilievo il significato teologico.
Certo è che la Pentecoste era un’occasione molto importante anche dal punto di vista sociale e dal testo di Luca si può dedurre che numerosi ebrei, provenienti da tutte le parti del mondo, in quei giorni raggiungevano Gerusalemme per partecipare in forma solenne alla celebrazione.
La predicazione in altre lingue manifesta effettivamente la presenza di questa moltitudine e soprattutto significa che il messaggio di Gesù non è rivolto solo agli ebrei ma è universale.
Per quanto riguarda invece la simbologia della discesa dello Spirito Santo, nel racconto sono presenti tutti gli elementi della teofania: fragore, fuoco e vento impetuoso, simbolo della potenza di Dio.
La festa di Pentecoste viene celebrata dalla Chiesa cattolica da quella ortodossa e dalle Chiese protestanti e con questa celebrazione si conclude il Tempo Pasquale.
In particolare nella liturgia della Chiesa cattolica la festa è celebrata come Solennità e viene recitato il famoso inno attribuito a Rabano Mauro, arcivescovo di Magonza nel IX secolo, Veni Creator Spiritus, per invocare i doni e la presenza dello Spirito Santo.
Durante la celebrazione paramenti sacri sono di colore rosso, simbolo dello Spirito Santo, e a tutt’oggi la festa viene celebrata secondo usanze diverse a seconda dei Paesi.
Veronica Tulli
Foto © Notre Dame de Vie
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