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Françoise Gilot, la donna e l’artista che sopravvisse a Pablo Picasso

Lo scorso 6 giugno è morta all’età di 101 anni la pittrice francese Marie Françoise Gilot, a lungo compagna e musa di Pablo Picasso.

Nata a Parigi nel 1921 aveva iniziato gli studi di diritto poi coraggiosamente abbandonati per dedicarsi alla sua passione per l’arte. Quando comunicò ai genitori la sua decisione di dedicarsi esclusivamente alla pittura il padre per punirla la privò di ogni mezzo di sostentamento.

Appena ventunenne incontrò il sessantunenne Pablo Picasso, già pittore di fama e successo mondiale, che era allora amante dell’artista Dora Maar.

Ebbero una complessa e tormentata storia d’amore, durata nove anni, caratterizzata dall’ estrema volubilità di Picasso e dalla quale nacquero due dei i suoi tre figli: Claude e Paloma.

La relazione con Picasso segnò profondamente sia la sua vita che la sua carriera artistica: con lui ha continuato a dipingere e a sviluppare un suo stile artistico. Padroneggiava colori e forme; le sue figure umane e i suoi paesaggi particolarmente vivaci trasmettevano vitalità.

È tuttora dibattuto tra i critici l’impatto che nella sua arte hanno avuto le opere di Picasso: alcuni sostengono che sia stata da lui grandemente influenzata, altri invece affermano che la sua fosse un’arte autonoma e originale.

Comunque, finita la relazione tumultuosa con Picasso, Françoise intraprese un percorso indipendente sia come donna che come artista esponendo le sue opere in mostre internazionali, ricevendone elogi e rispetto da parte della critica.

Fu un’ artista completa, longeva e sicuramente apprezzata ma che rimase forse adombrata dalla figura di Picasso, perché nella vita ci si è spesso riferiti a lei come all’unica donna che lo lasciò. Probabilmente non ha mai avuto tutto il riconoscimento artistico che le sarebbe spettato.

E fu senza dubbio una donna forte e determinata, aldilà dell’influenza che ebbe sulla sua arte e sulla sua vita Pablo Picasso: riuscì infatti, nonostante la giovane età e nonostante il colosso di uomo che aveva accanto, ad emergere da quella relazione tossica e vivendo poi una vita pienamente indipendente.

Quando dopo la lunga e altalenante relazione lei sbattè la porta, Picasso rimase incredulo. In una intervista al Guardian raccontò che quando lei decise di lasciarlo Picasso le disse: «Pensi che alla gente importerà di te? Anche se penserai di piacergli, sarà solo per la curiosità verso una persona la cui vita è stata toccata dalla mia».

In effetti Picasso, artista certamente geniale ma anche uomo capace di prevaricazioni machiste, dopo che lei se ne andò, tentò in ogni modo di impedire alle gallerie di ospitare le opere della sua ex amante.

Nel 2021 nel libro di Janet Hawley Artist and Conversation confidò: «Pablo è stato il più grande amore della mia vita, ma dovevi prendere provvedimenti per proteggerti. Me ne sono andata prima di essere distrutta».

Infatti la prima moglie di Picasso, la ballerina Olga Khokhlova, cadde in depressione quando lui la lasciò. La sua amante adolescente Marie-Terese  Walter si impiccò. La sua seconda moglie Jacqueline Roque si sparò. L’artista Dora Maar, la sua musa più longeva e famosa, ebbe un esaurimento nervoso.

Secondo le parole di Françoise, Picasso era sorprendentemente creativo, un mago, così intelligente e seducente… Ma era anche molto crudele, sadico e spietato con gli altri, così come con se stesso.

La Gilot sposò dapprima l’artista Luc Simon dal quale ebbe la sua terza figlia, Aurelia. Ma i due divorziarono dopo sette anni di matrimonio e nel 1970 sposò lo scienziato Jonas Salk, ideatore del primo vaccino contro la poliomelite.

Françoise si dedicò oltre che alla pittura anche alla scrittura: pubblicò diversi libri tra autobiografie romanzi e saggi; in particolare nel 1964 pubblicò Vivre avec Picasso, in italiano Vita con Picasso, edito dalla Garzanti, un libro piuttosto intimo sulla loro vita insieme che ebbe grande successo. L’autobiografia offriva infatti uno sguardo unico sull’uomo Pablo aldilà del mito. Il pittore si infuriò al punto di non aver voluto più rivedere i suoi figli.

La vita di questa donna fu piena con amori, turbolenze e soddisfazioni, tutti aspetti che riecheggiano nella sua pittura. All’inizio in una figurazione stilizzata in chiave cubista, per approdare poi sul terreno dell’astratto e animato da colori vivaci.

Come donna, come pittrice e come madre fu molto esaltata nel film Surviving Picasso del 1996, del regista James Ivory; qui Picasso è interpretato da Anthony Hopkins e la pittrice da Natascha McElhone.

Per 10 anni ebbe l’incarico di presidente del Dipartimento delle Belle Arti dell’Università della California del Sud e a partire dagli anni ’90 la sua carriera artistica ebbe una rinascita con la pubblicazione di alcuni saggi, l’allestimento di retrospettive e la curatela di altre mostre. A 96 anni pubblicò il suo ultimo libro di bozzetti realizzati durante i suoi viaggi in India, Senegal e Venezia, tra gli anni ’70 e ’80.

Per il compimento dei suoi 100 anni il New York Times le ha dedicato un articolo dove tra l’altro confidò che vestiva di rosso come una forma di affermazione del proprio carattere, per mostrarsi nel modo in cui voleva essere vista.

Ha rivendicato la sua libertà fino agli ultimi anni della vita e come lascito alle generazioni future ha dichiarato:« Da ragazze ci insegnavano a stare zitte, che è più facile prendere il secondo posto invece del primo» e continuava «Ti dici che va bene così, ma non è vero. È importante imparare a esprimersi, a dire ciò che ci piace, ciò che vogliamo».

Veronica Tulli

Foto © TEYXO

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