A Predappio: O ROMA O MORTE!
Un secolo dalla Marcia
Sicuramente è la prima iniziativa culturale nazionale, celebrativa dell’imminente centenario dalla fatidica Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, fra l’altro allestita proprio a Predappio, il paese della Valle del Rabbi, ove ebbe origine gran parte della vicenda umana e politica del Fascismo.
Dal 23 aprile scorso e sino al 6 novembre 2022, dal venerdì alla domenica e in tutti le altre festività, con orario d’apertura 10.30-13.00 e 14.00-19.00 (altre informazioni utili su www.romaomorte.it) sarà, dunque, visitabile in via Roma n. 51 a Predappio la mostra storico-documentaria O ROMA O MORTE!
Un secolo dalla Marcia, evento che ricostruisce le ragioni, gli antefatti, lo svolgimento di un avvenimento che tanto ha segnato la storia del ‘900 italiano.
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L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Memoria Predappio e sostenuta solo dal patrocinio di privati e sponsor locali, si propone, ad un secolo da un importante avvenimento storico, di garantire l’opportunità di una manifestazione, fortemente attrattiva di quel turismo storico culturale che, da sempre e maggiormente, conduce a Predappio. La mostra, curata da Franco D’Emilio e Francesco Minutillo con la collaborazione tecnica di Franco Nanni, si articola in un significativo e ponderoso percorso storico: 16 sezioni tematiche, sviluppate su 22 pannelli parietali illustrativi di grandi dimensioni, tutti ampiamente corredati da un apparato fotografico e documentario di valore; oltre 170 pezzi, messi a disposizione dal collezionismo locale e nazionale, che costituiscono un efficace repertorio di cimeli del Ventennio, molti dei quali di grande pregio artistico, magari testimoniati da nomi, quali Mario Sironi, Renato Bertelli, espressione dell’innovativa corrente futurista; infine, per la prima volta esposte al pubblico, 9 divise, completamente originali in ogni loro capo d’abbigliamento, che esplicitano quel processo di “fascistizzazione” della società italiana, intrapreso dalle camicie nere con la Riforma della Scuola (1923) di Giovanni Gentile.
Tutto concorre ad un’esposizione rigorosamente obiettiva, molto analitica e documentata, pure supportata dal contributo del giovane, promettente storico e saggista Cristian Leone dell’Università di Roma Tre; un evento, soprattutto, fuori da ogni tono retorico, celebrativo o, ancora peggio, apologetico, sempre incompatibile con la serietà, la credibilità dell’indagine storica. Ad un secolo dalla Marcia la mostra predappiese O ROMA O MORTE! intende anche sollecitare una ricognizione dell’ampia storiografia sull’avvento al potere del Fascismo per una verifica, riflessione critica sui tanti giudizi storici sinora conclusi. La mole delle fonti archivistiche si è accresciuta nel tempo e tanti sono gli studi sul Fascismo, sinora condotti dagli storici in quell’ampio arco che va da Renzo De felice ad Emilio Gentile. La ricerca archivistica ha chiaramente mostrato e ancora darà future prove, in proposito, come nella vulgata della vecchia dicotomia tra il male del Fascismo e il bene dei suoi oppositori debba considerarsi, perché sempre più documentata, l’ampia zona grigia, sotterranea di quanti strumentalizzarono le camicie nere contro l’offensiva violenta del biennio rosso, sostenuta dall’improvvida adesione all’Internazionale Comunista da parte dei socialisti nel congresso di Bologna del 1919.
Certo, nell’ultimo decennio sempre più si è sviluppato il confronto tra gli studiosi circa la narrazione del Fascismo e sia la destra che la sinistra politica hanno avvertito l’opportunità di ricucire le lacerazioni sociali tra fascismo e antifascismo per una “pacificazione nazionale”, a conferma, pure, della nostra odierna consolidata democrazia. A tal riguardo, merita essere ricordata la trascorsa, coraggiosa iniziativa del Comune di Predappio per un convegno dal 20 al 21 gennaio 2017 su un tema, certo impegnativo, anche scomodo, ma lapidario e incisivo nel suo proposito di “Narrare il fascismo”, sviluppando, in modo particolare la riflessione su “come il fascismo sia stato raccontato alla società italiana nelle diverse fasi della storia della Repubblica”. Proprio dalla scuola, dall’insegnamento della storia il Comune di Predappio, unitamente all’Istituto Storico Parri dell’Emilia-Romagna, intendeva, allora, ripartire per garantire una narrazione più attendibile e riflessiva del passato fascista, finalmente scevra da omissioni, silenzi e manomissioni storiche.
La finalità, il percorso restano ancora oggi quelli indicati dal convegno predappiese: offrire alle giovani generazioni sempre maggiore e approfondita conoscenza storica, sul Fascismo come su tanta più recente storia italiana contemporanea, ad esempio gli anni della “strategia della tensione” o i progetti eversivi del nostro terrorismo. Infatti, solo un diffuso sapere storico verificato può e deve costituire, soprattutto tra i giovani, quella proficua discussione critica che è il sale di quel buon vivere civile dove tutto, dai vincenti ai perdenti della vita, dai vincitori ai vinti della storia, deve comporsi e riconoscersi in un’unica identità di appartenenza.