Skip to main content

Programmi Kulturali del “M-5 Stelle”

Evviva l’ignoranza: ABOLIAMO IL CONGIUNTIVO!

È vero, i volti che ci propongono per la guida d’Italia non sono proprio il massimo della competenza ed, in alcuni casi, sono addirittura gli artefici dell’attuale disastro nazionale. L’onestà proclamata non è stata una priorità per quel sottobosco politico che ha prosperato all’ombra di un potere, comunque debole, che ha permesso più volente che nolente il dilagare di una corruzione, che, in cifre vale di più di due-tre finanziarie messe insieme, ma il dilettantismo che contraddistingue il Movimento 5-Stelle, che, nei sondaggi, ha raggiunto il traguardo di primo partito.

È con tutta probabilità l’ultima fermata delle illusioni, delle invidie e del pressappochismo nazionali, tutte “qualità” concentrate in una temibile decrescita che sarà la causa prima di una grande povertà proprio di quelle persone che, per i più svariati motivi personali, hanno sostenuto un movimento avulso dalla politica vera.

Non una sola parola è stata spesa da questa variegata compagine di “Signor Nessuno” circa la possibilità per il Paese, di trovare qualche minima credibilità internazionale, non un progetto per l’assillante problema del lavoro che non sia un assegno, senza copertura, che spingerebbe ad una mera e consenziente apatia, e tutto questo per l’utilizzo ignorante di quell’assioma «votiamo per la gente come noi.»

Sembra non siano sufficienti le figuracce a ripetizione che donne ed uomini del Movimento hanno raccolto a man bassa in tutte le istituzioni locali dove hanno raggiunto posizioni di responsabilità, meglio, di irresponsabilità. È veramente difficile poter vedere nella povertà di idee e nelle difficoltà linguistiche i futuri arbitri del nostro destino: rimarrà soltanto un tubo vuoto, dove sono state gettate, giorno dopo giorno, secondo gli umori raccolti da una impenetrabile ed antidemocratica piattaforma telematica, temi e desideri spesso incomprensibili e comunque utili a far vivere e prosperare l’azienda proprietaria e giungere, finalmente, a quella “decrescita felice” che appare, sinistramente, all’orizzonte.

Alessandro P. Benini

Condividi: