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Accuse di corruzione ai vertici dell’esercito greco: i servizi segreti sorvegliano il generale Floros

Da ormai sei mesi la Grecia è impantanata in uno scandalo politico iniziato nell’agosto del 2022, quando la stampa ha svelato che Nikos Androulakis – leader del Partito Socialista di opposizione – e giornalisti vicini alla sinistra erano stati intercettati. La sorveglianza telefonica sarebbe stata affidata dal primo ministro Mitsotakis ai servizi segreti nazionali o a un’équipe parallela di questi ultimi attraverso il software illegale Predator.


La vicenda ha poi scatenato una cascata di rivelazioni: il mese scorso sono apparse sulla stampa le dichiarazioni del governo e l’identità di centinaia di persone sottoposte a intercettazioni, tra cui i nomi del generale Konstantino Floros e del tenente generale Charalambo Lalousi, capi di stato maggiore dell’esercito greco.
Anche le conversazioni telefoniche di Kostis Hatzidakis, allora Ministro dello Sviluppo e ora Ministro del Lavoro, sono state intercettate e, come quelle del generale Floros, supervisionate dall’équipe ufficiale del Servizio Nazionale di Intelligence guidata dall’abile procuratrice Vasiliki Vlachou.
Tuttavia, se questa sorveglianza era davvero finalizzata alla protezione della sicurezza nazionale – come lo testimonia la firma dei sei direttori del Servizio Nazionale di Intelligence e della Procura – come poteva il governo permettere che un potenziale pericolo come il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate rimanesse in carica? Nonostante la mancanza di risposte, le prove dell’intercettazione di una conversazione sulla piattaforma Signal hanno confermato il coinvolgimento di un alto ufficiale delle forze armate nel trasferimento di un’ingente somma di denaro per la fornitura di elicotteri alla Marina.
Fin dall’epoca bizantina, la scena politica greca è stata un focolaio di intrighi che hanno preso il nome di bizantinismo. Tuttavia, si tratta della prima volta nella storia delle forze armate greche che emergono prove di corruzione che coinvolgono un alto ufficiale. Si tratta ora di capire come il governo Mitsotakis risponderà alla crisi più grave che ha affrontato dal luglio 2019, quando ha preso in mano le redini del Paese.