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Agostino De Romanis – L’arte incontra i sogni – e l’opera “Il Bianco si nasconde”

Prologo ispirato dalla mostra annunciata a Roma dell’artista Agostino De Romanis
L’arte incontra i sogni e dall’opera “Il Bianco si nasconde” – dal nostro tricolore

Un artista ha girato il mondo, espone in Italia e all’estero, nei vari continenti, poi giunge come tutti al grande confinamento o nella vulgata il lockdown: confinamento, allontanamento, distanziamento è stato questo 2020. Un artista però sente e segue le vibrazioni della coscienza del proprio e del nostro tempo. Non calpestiamo più una terra asciutta sotto i nostri piedi: è sdrucciola, viscida, scivolosa. È l’effetto d’assenza di etica, dove appaiono forme individuali prive di animo, o chi lo ha lo serba, in mezzo ad una massa di individui comuni anonimi statistici. La mascherata ha raggiunto lo zenith, era nell’aria da tempo, chi aveva sensi per avvertirlo lo percepiva come batter d’ali stonate lontane ed inquietanti. S’aspettava da tempo inevitabilmente, e sopraggiunse nel 2020. È lo spleen collettivo della massa amorfa e peregrina. Così che, in una opera Agostino De Romanis avverte che il bianco colore della purezza e simbolo della bandiera della nostra Italia si ritira; antica per nostra fortuna è la terra italiana, e nei secoli dei secoli è stata provata più volte da questo spleen. Si fa sentire lo spleen in anime nobili divenute forestiere e non più cittadine in Patria. Questo è l’attualismo, ed è tale che, quel bianco della bandiera ris-corra fino a sparire in una liquefazione e in un mulinello carsico dove lì si porta per riaffiorare appena son pronte le persone degne d’appartenere al nuovo tempo, a fronte di ridonare speranza a tanta smarrita Italia. “Il Bianco si nasconde” è l’opera dell’artista De Romanis, e con altrettanto animo patriottico, da domani andrò a visitare la sua mostra romana solo in queste righe immaginata. Vedere con spirito di coscienza ora, i tre colori della bandiera nazionale dove il bianco, giusto simbolo di purezza per l’Artista, è esiliato in patria nell’attesa della speranza la quale, infine, riesca a riaffiorare come il carsico fiume Timavo, e riprender così le giuste sembianze e dimensioni nell’Italia che, oramai, adagiata nell’attualismo si è privata – al momento – di etica e morale.

Raffaele Panico

Roma, 10 febbraio 2021 – A partire da domani, 11 febbraio 2021, i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma presentano le opere di Agostino De Romanis, figura di rilievo nel panorama artistico laziale del Secondo Novecento. Con un lungo percorso e lusinghieri riconoscimenti in Italia e all’estero, il Maestro ha riscosso grande successo di pubblico e di critica in Indonesia. La mostra De Romanis. L’arte incontra i sogni curata da Roberto Luciani è organizzata dai Musei di San Salvatore in Lauro con il patrocinio dell’Ambasciata d’Indonesia e della Città di Velletri.

Agostino De Romanis nasce a Velletri nel 1947 e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma, conseguendo il titolo di scenografo: all’inizio della sua carriera la passione pittorica era affiancata da quella per il teatro. Seppur attratto dalla Scuola Romana, giovanissimo individua la sua poetica e, addentrandosi poi in formule sempre più autonome in un’epoca nella quale si manifestavano il realismo sociale e l’astrattismo, le influenze nella sua arte restano chiare e riscontrabili in maestri quali Morandi, Carrà, de Chirico e Bacon. Negli ultimi cinquant’anni molte sono state le mostre dell’artista in Italia e all’estero – Australia, Stati Uniti, Egitto e Indonesia – ma l’appuntamento romano vuole ricapitolare la sua visione e la sua intensa concezione di bellezza, andando per periodi e temi attraverso le oltre 40 opere esposte. I lavori in mostra, dagli anni Ottanta fino ai nostri giorni permettono di seguire l’evoluzione del Maestro e ammirare tutte le fasi della sua produzione, in particolare la più recente.
I suoi soggetti sono fiabe colorate e trasparenti, dove l’incanto cromatico racconta la Natura, gli uomini e i dettagli. L’artista appare nella sua reale capacità di evocare sogni e fantasmi dal mondo antico, e di investirli di personalità grazie alle suggestive visioni paesaggistiche che trovano innesto in quello che costituisce il nucleo della sua pittura, ovvero la luce. Così De Romanis coglie le forme alle quali riesce a dare l’illusione della plasticità. Nella serie di opere esposte è impiegata soprattutto la tecnica dell’olio su carta rintelata, che permette di unire i toni voluti a un uso anticonvenzionale del colore.

Il titolo della mostra trae ispirazione dal modus operandi dell’artista stesso che «spirito libero – come riporta il suo amico e scrittore Antonio Venditti nella sua biografia in catalogo – è andato sempre oltre, con una velocità strabiliante, tanto che non era ancora finita una “serie” di opere, che già ne aveva in mente un’altra, in un diverso orizzonte, ideativo e compositivo. Ciò significa appunto che “incontrava”, ogni volta, un altro “sogno” e ne era appassionato al punto di farne la sua ragione di vita […] Il sogno non è da intendersi quello comune, che tutti fanno e rielabora esperienze, turbamenti e desideri, ma è ispirazione interiore ed illuminazione di un percorso creativo che genera straordinarie emozioni che l’artista deve esternare, dissipando le tenebre dell’esistenza umana».

All’interno del catalogo edito da Il Cigno GG Edizioni, le opere sono raccolte in tre sezioni che raccontano l’Italia (con opere degli anni Ottanta al 2000), l’Indonesia (con opere dal 2000) e All’origine delle cose (con opere dal 2010 ad oggi).
Chiude il catalogo – e il percorso espositivo – l’opera che il Maestro ha fatto ad hoc per questa mostra, dal titolo Il Bianco si nasconde. Realizzata nel 2020, con animo patriottico, vede i tre colori della bandiera nazionale dove però il bianco – simbolo di purezza per l’artista – è di dimensioni ridotte perché – dice De Romanis – l’Italia ormai è priva di etica e morale.

in copertina Agostino De Romanis, Ombre sulle risaie, 2002, olio su carta rifondata, 130×270 cm

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