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Alla Regione Lazio, una “Candidatura Identitaria”:
l’Ammiraglio Nicola De Felice per una navigazione in piena sicurezza

LA “CONSUL-PRESS” INTERVISTA L’AMMIRAGLIO NICOLA DE FELICE

Venerdì 27 gennaio, esattamente la settimana scorsa, ho partecipato su invito di un ristretto gruppo di amici ad una cena presso una tradizionale trattoria romana denominata “L’Orsetto”, all’inizio di via Flaminia, nei pressi dell’omonimo piazzale.
Ivi ho occasionalmente conosciuto un simpatico ex Comandante della Marina Militare che, terminata la cena, ci ha raccontato di essersi candidato nelle competizioni regionali del Lazio che si svolgeranno il 12 e 13 febbraio.
Ci ha narrato brevemente la sua storia, soffermandosi ad illustrarci le sue idee ed i suoi programmi; poi ci richiesto espressamente il nostro voto, qualora avessimo condiviso quanto esposto. In cambio – se fosse stato eletto – la sua Parola d’Onore come Ufficiale, promettendo il massimo impegno di rispettare i punti del proprio programma politico per la Regione Lazio.

Da parte mia, dopo aver visionato quanto illustrato sinteticamente ma esaurientemente in alcune pagine consegnateci a tavola su la sua storia e i suoi programmi, nonché condividendo personalmente anche in buona parte – idealmente e politicamente – il suo Raggruppamento (o Movimento) di riferimento, gli ho chiesto se era disponibile a rilasciare una intervista da pubblicare sulla Consul Press.
Il Comandante ha accettato di buon grado e ci siamo tutti cordialmente salutati, dopo un brindisi di rito.
Ci siamo pertanto risentiti telefonicamente martedì, ultimo giorno del mese, …..mercoledì, dopo una chiacchierata, sono state formulate le domande e, ricevute le relative risposte, si è provveduto alla redazione di quanto segue.

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L’UOMO /  LA SUA STORIA  e  I SUOI PUNTI PROGRAMMATICI

NICOLA DE FELICE,  classe 1958, nato a Roma il 4 agosto.  
Maturità scientifica presso il Collegio Navale Francesco Morosini di Venezia/Accademia Navale di Livorno dal 1977 al 1981 / Laurea in Scienze Marittime e Navali a Pisa ed in Scienze Politiche a Trieste.

ITALIANO DOC- Coniugato con la Signora Maria Pia, ha tre figli: Furio, Giulio e Flavio, nomi decisamente “romani” ed “identitari”.
Suo Padre Fabio (oggi ultra 90-enne, già parlamentare del M.S.I.) nel marzo 1953 fu uno di quei coraggiosi “Giovani d’Italia” che, durante una manifestazione per il ritorno di Trieste alla Madre Patria, rimase ivi gravemente ferito insieme con Cesare Pozzo, così come molti altri giovani vennero successivamente uccisi e feriti sempre a Trieste nel mese di ottobre dalla Polizia Militare delle “Forze Alleate (?) di interposizione o  brutalmente malmenati e manganellati a Roma dai Reparti della Celere.

Nominato Sottotenente di Vascello (ottobre 1981) s’imbarca sulla Fregata Sagittario, operativa costantemente nelle acque del Medio Oriente durante la prima guerra del Libano. Promosso Tenente di Vascello nel 1985, viene assegnato all’Incrociatore lanciamissili Vittorio  Veneto fino al 1988, quale responsabile del personale del ‘Reparto Armi e Sistemi Missilistici di Bordo’.

Nel 1989 svolge il suo primo comando sulla Nave Basento, poi dal 1989 al 1991 è in Accademia, quale Comandante degli Allievi del Corso “Arditi” condividendo con loro due importanti Campagne d’Istruzione in Nord Europa ed in Sud America, rispettivamente sulle Navi Amerigo Vespucci e San Giorgio, maturando nel frattempo la promozione a Capitano di Corvetta.

Dal 1991 al 1993 è a Roma presso lo S.M. della Marina, quale Addetto ai programmi innovativi per artiglieria e missili; dal 1993 al 1996 è destinato a Parigi, quale consulente tecnico-operativo per il programma italo francese dei sistemi missilistici F.s.a.f.
Nello stesso periodo collabora nello sviluppo del radar multifunzione italiano Empar su alcune Navi italiane nonché nel programma P.a.a.m.s. per le Fregate Italo-francesi e britanniche.
Seguono le nomine a Capitano di Fregata nel 1997, a Comandante in seconda e Comandante della Fregata Scirocco, poi della Fregata Orsa, durante la campagna in Kosovo. Tornato allo S.M. Marina, dopo essersi interessato al rinnovamento della base navale di Augusta, assume l’incarico di Capo del I° Ufficio “Lotta sopra la Superficie”.
Nel 2001 è promosso Capitano di Vascello, interessandosi a numerosi programmi di sviluppo per la Marina Militare, di ammodernamento per i Sistema di Combattimento e programmi di munizionamento, nonché per lo sviluppo sia di un nuovo cannone “127/64” adatto alle lunghissime gittate, sia dei sistemi missilistici, suggellando importanti accordi di cooperazione internazionali.

Negli anni 2003 /2004 è Comandante del Caccia Lanciamissili Francesco Mimbelli, partecipando a numerose attività sia nazionali, sia con la Nato, sia con la Flotta Russa in Atlantico e nel Mediterraneo. Dal 2004 al 2007 ricopre l’incarico di Capo Ufficio Pianificazione e Programmazione Finanziaria presso la Difesa e, successivamente, quello di Vice Capo Ufficio Generale.
Dal 2007 al 2010 è l’Addetto per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Tunisi, adoperandosi efficacemente al dissequestro di numerosi pescherecci di Mazara del Vallo ed all’azzeramento del flusso migratorio irregolare dalla Tunisia.

Promosso Contrammiraglio, dal 1° ottobre 2010 è Direttore del Centro Innovazione della Difesa, Coordinatore Nazionale e Presidente del Comitato Interforze dei Centri di Eccellenza nazionali accreditati presso la Nato; nel 2014 è assegnato allo Stato Maggiore Marina Reparto Piani-Operazioni e Strategia Marittima, con la supervisione di questioni di particolare rilievo.
Come responsabile per la Difesa Strategica e Piano d’Azione UE per la Sicurezza Marittima, ha coordinato  numerosi accordi di collaborazione e di partenariati strategici con le Regioni, il mondo accademico ed imprenditoriale.

È insignito di numerose onorificenze, tra cui: Ufficiale dell’Ordine al merito Repubblica Italiana / Medaglia Militare al merito di Lungo Comando / Croce commemorativa Servizio Militare di Pace – Forza Multinazionale in Libano / Ufficiale al merito Repubblica Tunisina / Medaglia Mauriziana.

Per ulteriori notizie e per visionare i punti del suo programma politico
CLIK sul seguente file in pdf
Ammiraglio NICOLA DE FELICE –

 

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L’INTERVISTA /  ARTICOLATA IN  7 DOMANDE

1)D/ Tra meno di 10 giorni i Cittadini della Regione Lazio andranno alle urne, con l’auspicio (da parte nostra) di un radicale rinnovamento dell’intero Consiglio e di una massiccia affluenza elettorale, nonostante il costante aumento di un negativo assenteismo e di un disinteresse partecipativo.  A suo giudizio quali sono le cause di tale fenomeno?
R/ La parola “assenteismo” ha tra i suoi sinonimi anche “disinteresse”.  Il fenomeno dell’assenteismo deriva proprio da questo.
I canoni della democrazia partono dal presupposto che gli eletti tutelino gli interessi dei loro elettori, interessi che quasi sempre non sono solo materiali ma anche spirituali, i loro valori.
Per anni gli elettori si sono recati a votare credendo in questo presupposto, poi progressivamente hanno perso fiducia, hanno cominciato a percepire gli eletti come una cosa non legata ma distinta da loro. Una casta autoreferenziale arroccata dentro il Palazzo scarsamente interessata all’identità e ai bisogni quotidiani di chi stava fuori.
E così chi stava fuori, mano a mano, ha risposto con disinteresse a disinteresse. Il 25 settembre ha generato la speranza che si stesse finalmente voltando pagina e l’attesa che spirasse “un’aria nuova” che io ho sintetizzato in uno slogan: “Soffia forte il vento del cambiamento”. Per far sì che eletti ed elettori tornino ad essere una cosa sola, con una visione comune ed una unità di intenti nel cercare di risolvere i problemi di tutti e di ciascuno.

2) -D/ In base alle sue specifiche competenze acquisite quale Comandante nella Marina Militare nonché per gli incarichi operativi e diplomatici svolti in Europa e nei Paesi posizionati sull’altra sponda del Mediterraneo, come ritiene poter positivamente incidere nella gestione della res publica in generale o, territorialmente, della Regione Lazio?
R/ Le Forze Armate, in anni di progressivo degrado sociale con il prevalere dell’ego individuale sui legami e gli interessi della collettività, sono rimaste un’isola di unità, disciplina e organizzazione. Una struttura su cui si può contare di fronte a qualsiasi emergenza.
Si può essere pro o contro i vaccini, ma nessuno può negare che dopo il ricorso al Generale Figliolo, dopo le prime becere ironie sulla sua divisa, la campagna di vaccinazione anti-Covid sotto la sua guida si sia svolta con la massima efficienza e tempestività, caratteristiche che sono venute meno quando egli ha lasciato l’incarico.
Alla scuola delle Forze Armate ho appreso un grande insegnamento: di fronte a qualsiasi problema – ed è assolutamente indispensabile – prima occorre effettuare uno studio approfondito ma, una volta che una decisione è stata presa, bisogna attuarla con rapidità e coraggio. Un insegnamento che ho sempre tenuto a mente in tutte le mie passate esperienze. A cui mi atterrò anche in futuro quando necessario.

3) -D/ Per un rilancio della Regione Lazio, il suo programma si articola in 15 punti, una parte dei quali – se ben ricordo – potrebbero avere senz’altro una valenza non solo territoriale ma anche nazionale. A suo giudizio, nel Lazio quali sono le inefficienze da affrontare e/o rimuovere con particolare priorità e, viceversa, i settori eccellenti da valorizzare e da rafforzare?
R/ Le pecche alle quali ovviare – o meglio gli errori da evitare – senza voler negare quello di buono che è stato fatto è la superficialità delle decisioni, la politica del rinvio, il mancato ascolto dei cittadini.
Le eccellenze della Regione Lazio sono tante, ma occorre partire dal concetto che esse quasi mai sono entità a sé stanti ma interconnesse e che per funzionare debbono operare in maniera sinergica.
Roma non può senza soffocare fare a meno del resto della regione e viceversa; il porto di Civitavecchia non può non essere collegato con il polo logistico di Orte e la Dorsale Adriatica; il turismo con la storia del territorio; la cucina e la gastronomia; i musei e parchi archeologici.
E neppure l’agricoltura deve rinunciare ad affermare le sue eccellenze per finire confusa nel calderone del vicino mercato di Roma, senza poter ottenere il giusto premio di prezzo dovuto alla sua qualità. Mentre l’industria non può prescindere dalla lotta all’inquinamento, dalla ricerca e l’innovazione, come di un attento utilizzo dei fondi europei e di quelli del PNRR.

4) -D/ Nel 2025 ci sarà il Giubileo, un evento che la Capitale e la Regione dovrebbero essere in grado di affrontare nel migliore dei modi: quali quindi le tematiche ed i settori su cui riversare la maggior attenzione?
R/ Non si deve mai deve dimenticare che Roma è non solo una metropoli ricca di storia, di tesori archeologici e artistici, di monumenti, chiese e cattedrali che ne fanno una città unica al mondo ma anche la Capitale d’Italia e il Centro della Cristianità.  Pertanto il Giubileo va affrontato con decoro, quindi con strade pulite, una corretta gestione dei rifiuti, il termovalorizzatore di Roma, come sempre realtà interconnesse verso le quali si sono registrati colpevoli ritardi. Occorre poi snellire il traffico ricorrendo quando necessario a sottopassaggi, rotatorie, tunnel e sopraelevate, opere che vanno effettuate nel rispetto delle conseguenze che esse avranno sulla normale vita dei cittadini.
Inoltre bisogna evitare l’emergenza degli alloggi operando lo sfioccamento dell’affluenza  in tutto il territorio della regione.
Il raccordo anulare non può essere il cappio che strangola Roma. Essa deve imparare a fare della sua provincia, come del resto del Lazio, un polmone che le permetta di respirare. In questo quadro non va sottovalutata l’opportunità che il Giubileo può essere per un salto di qualità permanente per il turismo del Lazio considerato nella sua interezza.

5) -D/ Proprio in occasione del Giubileo, quali opportuni provvedimenti dovrebbero essere varati dalla Regione Lazio con le competenti Istituzioni affinché talune (o forse molte) organizzazioni imprenditoriali-ecclesiastiche non svolgano un’attività concorrenziale e sleale verso quelle imprese che operano legalmente e professionalmente in ambito turistico/ alberghiero e della ristorazione?
R/ Più che il ricorso a norme cogenti penso sia utile un’opera preventiva di moral suasion che la nuova amministrazione dovrà svolgere per convincere le diverse parti interessate che soltanto uno sforzo armonico può condurre a frutti condivisi.
A nessuno conviene tentare di imporre privilegi, primazie, sudditanza. Se attuato per tempo, sono personalmente del parere che questo lavoro di persuasione possa portare a risultati positivi senza necessità di dover usare altri strumenti.

6) D/ Per ben due volte sia la Capitale d’Italia, sia la “Politica” del Governo – purtroppo (a mio giudizio) quella con la “p” minuscola – hanno volutamente rinunciato a proporsi con autorevolezza per ospitare le Olimpiadi. A suo parere si è trattato di una scelta consigliata da prudenza e saggezza amministrativa, oppure di una scelta irresponsabile, pavida e sciagurata?
R/ Rimasticare sbagli passati a cui nel breve non si può porre riparo serve a poco. Tuttavia ponendola in archivio non posso non ricordare che la scelta allora fatta fu un raro esempio di pusillanimità, di mancanza di visione, di scarsa dignità.

7) -D/ Oltre a varie collaborazioni con alcune testate giornalistiche cartacee e televisive – tra cui Libero, La Verità, Il Tempo, TG-4 e Tgcom-24 – Lei è altresì impegnato presso il Centro Studi Machiavelli ed anche come autore di testi in ambito politico/militare. Tra questi ultimi è stato recentemente pubblicato, da Herald Edizioni, il libro: “Fermare l’invasione, le ragioni di un blocco navale”. Tale tematica è stata spesso proposta anche da Giorgia Meloni, prima di divenire Presidente del Consiglio …..trattasi di una coincidenza o di una visione condivisa?
R/ La nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata la prima a sottolineare come solo il blocco navale concordato in sede europea e con i paesi rivieraschi possa fermare lo sbarco incontrollato di migranti irregolari sulle nostre coste, che poi sono anche i confini esterni dell’Unione Europea. Io nel mio libro mi sono limitato ad elaborare l’argomento dimostrando che la tratta di essere umani condotta dai trafficanti sia di fatto una moderna forma di schiavitù e come essa danneggi non solo il nostro Paese e l’Europa nel suo insieme, ma anche i paesi africani di provenienza.

# D/ Ora, dopo queste 7 domande, siamo giunti al termine della nostra conversazione e mi interesserebbe conoscere quale sarebbe stata la domanda a cui avrebbe voluto rispondere e che invece non le è stata proposta? ……….A Lei la parola ed in piena libertà !
R/ La domanda che mi si potrebbe porre e che mi farebbe piacere é come intendo svolgere il mio ruolo nel caso fossi scelto dagli elettori a far parte della nuova amministrazione regionale. La mia risposta sarebbe semplice e di poche parole: con impegno, lealtà, onestà ed onore.

Ammiraglio, …. Grazie ed in bocca al Lupo!

 


Foto autore articolo

Giuliano Marchetti

Direttore Editoriale di Consulpress, Commercialista e Revisore Contabile.
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