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Alla scoperta dell’ISBEM, esempio illustre di innovazione scientifica, ricerca e medicina “made in Puglia”

Il viaggio conoscitivo della Consul Press fa una tappa a Mesagne, in provincia di Brindisi, per far emergere un Mezzogiorno che non dorme, che non resta in silenzio, che ha qualcosa da dire, ma soprattutto che fa cose belle nel campo dell’Innovazione sociale del Pianeta Salute, cioè un posto dove si integrano i saperi per fare medicina di eccellenza.

La stazione di arrivo è l’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) la cui mission è quella di aumentare i ricercatori e il tasso di ricerca applicata mediante progetti scientifici, corsi di formazione e servizi avanzati. Con il suo presidente Alessandro Distante, già docente di cardiologia a Pisa (Università e CNR), abbiamo ricostruito alcune attività svolte in 20 anni di esistenza, non privi di sofferenza ma ricchi anche di obiettivi raggiunti.

Foto di Gruppo con Alessandro Distante
Foto di Gruppo con Alessandro Distante

Caratterizzato dalla multi-istituzionalità ed ispirato dall’inter-disciplinarietà, l’ISBEM nacque il 25 maggio del 1999 per praticare la “TRIADE MAGICA” che lega tre fattori: cioè l’assistenza sanitaria ed i servizi di qualità interconnessi sia alla ricerca che alla formazione continua.

La sua mission è stata quella di dare vita ad un polo culturale di riferimento nel settore biomedico. Così ha fatto collaborare da un lato il Sistema Sanità, il Sistema Ricerca e il Mondo delle Imprese, e dall’altro ha spiegato alle Comunità locali, con una progettualità mai interrotta, che non si possono avere servizi di qualità sostenibili se non si fa innovazione, cioè ricerca e formazione.

Pertanto, l’ISBEM si è proposto quale catalizzatore per promuovere percorsi avanzati di ricerca biomedica e sanitaria nel Mezzogiorno, favorendo il trasferimento e la divulgazione di tecnologie innovative, facilitando l’introduzione di nuove metodologie quando si sono create le condizioni, vuoi nelle Aziende Sanitarie Locali, vuoi nelle municipalità, vuoi nelle imprese o nelle scuole.

La cosa è tutt’altro che facile, in quanto realizzare un polo scientifico per favorire l’integrazione tra sistemi contigui mediante la formazione e la ricerca biomedica (clinica, epidemiologica, gestionale, etc.), vuol dire far cooperare in sinergia i ricercatori con gli operatori sanitari ed industriali, oltre che sperimentare sul campo le innovazioni emergenti, incrementando il tasso dei progetti scientifici, potenziando il trasferimento delle conoscenze con giovani risorse, facendo leva sulle competenze acquisite e recuperando quelle perse o non possedute ma che sono utili se non essenziali al territorio.

Competenze, creatività ed operatività sono cruciali per dare una soluzione alle criticità vecchie e nuove che affliggono il Mezzogiorno e ne minacciano il futuro. Infatti, se c’è bisogno di risolvere un problema e se esistono le competenze, è facile poi selezionare i leader fra i giovani che cercano opportunità e si impegnano per questo.

Un Istituto come l’ISBEM in un dato territorio, può dare ai cittadini l’opportunità di innescare il suddetto processo, dando una “dimensione economica” al tutto e di fatto seminando nella propria comunità. Come? Ad esempio, contribuendo con il 5 per Mille e destinandolo agli enti della ricerca scientifica per far istituire alle Università dei posti aggiuntivi di Dottorato di ricerca con cui i giovani possono condurre progetti di interesse per la stessa comunità. E’ come dire, io destino il mio 5×1000 a giovani che affrontano, con la ricerca e la formazione avanzata, i problemi che affliggono il mio stesso territorio.

Oggi, si sa che in 15 anni, la Puglia ha perso circa 200 mila giovani laureati che “scaricano potenza” fuori regione. Si spera, quindi, che il 5×1000 all’ISBEM arrivi non solo dai pugliesi, ma anche da altre parti d’Italia, cioè da coloro che vogliono contribuire alla crescita del Mezzogiorno e che lavorano in vari settori e in contesti ricchi di persone lungimiranti.

Con i progetti di ricerca finanziati e con i fondi del Cinque per Mille, l’ISBEM ha “mandato” in Dottorato circa 60 giovani che hanno affrontato vari temi, dall’osteoporosi ai biomarkers, dall’inquinamento ambientale al melanoma, etc.

Per diffondere i concetti di Salute come Bene Comune, l’ISBEM ha creato anche uno Sportello Sociale con cui facilita il rapporto fra cittadini e istituzioni e favorisce la crescita delle Comunità quanto a Cultura della Salute, dell’Ambiente, degli Stili di Vita e dell’Alimentazione.

Tale Sportello orienta il cittadino non solo sui servizi socio-sanitari forniti dalle istituzioni o dagli enti accreditati ma anche da quelli erogati da altri centri del territorio. Essendo ISBEM un istituto inserito in reti nazionali e internazionali, le attività dello sportello sociale sono in continua evoluzione, per cui il personale dell’ISBEM non solo è lieto di trasferire le conoscenze e le esperienze acquisite ma anche di erogare i servizi appresi altrove, cioè, le buone pratiche importate e implementate a beneficio dei cittadini, come nel caso degli esami eseguiti gratuitamente per la prevenzione.

Inoltre, l’ISBEM, ha istituito il CISOM (Centro ISBEM Seconda Opinione Medica) in quanto al cospetto di un problema di salute, molti cittadini vogliono avere una seconda opinione specialistica, che si può ottenere grazie alla rete tecnico-scientifica attivata dall’Istituto. La seconda opinione non è una diagnosi ma un supporto che si offre al cittadino; essa in più fa interagire gli operatori sanitari fra loro, riduce la mobilità passiva extra-regionale e pure la naturale ansia.

Ultima sorpresa in questo viaggio a Mesagne è stato un progetto realizzato in sinergia fra i ricercatori dell’ISBEM e gli studenti di due IV classi dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Vincenzo Lilla di Francavilla Fontana e di Oria nell’ambito del percorso di Alternanza Scuola Lavoro. Sono stati protagonisti gli stessi studenti che hanno presentato i risultati di una intensa giornata di prevenzione, detta “Più aria…al respiro” svolta nella sede dello stesso liceo.

Coordinata da Francesco Costa, Pneumologo e Dottore di Ricerca di Scuola pisana che lavora da specialista all’Ospedale Moscati di Taranto, la giornata è ben riuscita, grazie ai processi di preparazione, esecuzione, interpretazione e, infine, di presentazione dei risultati che sono stati tutti acquisiti come patrimonio culturale dagli stessi studenti che hanno avuto come tutor i ricercatori ISBEM.

Alternanza Scuola Lavoro
Alternanza Scuola Lavoro

È stato bello vedere nel Monastero del 3° Millennio di Mesagne (cioè nel Convento dei Cappuccini del 1503, reso fruibile come incubatore interdisciplinare e multi-istituzionale) dei giovani studenti che presentavano dati e grafici come se fossero in un convegno scientifico, in cui era necessario argomentare i concetti, dimostrare l’utilità della spirometria e di altre misurazioni nella diagnosi precoce delle malattie polmonari ostruttive croniche e proiettare un film/documentario da loro stessi preparato per sintetizzare le attività svolte sul campo. Alternando la teoria con la pratica, con l’approccio dell’ISBEM, gli studenti hanno conosciuto nuove tecniche diagnostiche, hanno acquisito competenze, rispettato la disciplina, seguito un metodo e si sono “esposti” all’orientamento professionale, importante non solo per far emergere le motivazioni profonde di ognuno, ma anche per svolgere una fra le tante professioni del Pianeta Salute.

Per garantire ai pazienti e alle generazioni future cure e assistenza adeguate, appropriate e sostenibili, bisogna che ognuno si carichi, per tutta la vita, sia di passione che di responsabilità, cose che vanno oltre il mestiere. È necessario capire che la ricerca e la formazione sono le vie maestre con cui si può garantire i servizi di qualità nel Pianeta Salute. È il caso di dire: Tertium non datur!

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