AMSI e UMEM: preoccupazioni per la futura carenza di medici in Italia
In Italia, nei prossimi 5 anni, mancheranno più di 11.000 medici. I Professionisti della Sanità di origine straniera dell’ Amsi e Umem meritano più rispetto e più tutela dei propri diritti
una analisi di FABRIZIO FEDERICI
Ad oggi, ancora abbiamo più medici rispetto agli altri Paesi UE con sistemi sanitari simili al nostro, ma da qui al 2022, tra uscite dal lavoro e numero contingentato di nuovi specialisti, mancheranno più di 11.000 dottori, anche se ci fosse un totale sblocco del turn over.
Questo accade anche perchè il 35% circa dei medici lascia il lavoro prima dei limiti di età, optando per la pensione prima del tempo o preferendo andare a lavorare nel privato. Un problema è anche rappresentato dal fatto che, in entrata, uno specializzando su 4 non opta per il servizio pubblico. La FIMMG, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, prevede anche peggio per quanto riguarda la futura carenza di dottori, a causa soprattutto del consistente numero di medici di famiglia che andranno in pensione: creando, specie nelle campagne, obbiettive carenze di personale.
L’ associazione Medici di origine Straniera in Italia (AMSI) e la Confederazione Internazionale-Unione Medica Euro Meditteranea (UMEM) lanciano il loro allarme contro questa futura grave carenza di medici: cui si aggiungono le barriere burocratiche imposte, in Italia, ai professionisti della sanità di origine straniera, nei confronti anche del loro diritto all’esercizio della professione presso le strutture pubbliche tramite concorsi.
Per i professionisti della sanità di origine straniera, infatti, esiste ancora l’ obbligo della cittadinanza italiana per poter sostenere i concorsi pubblici, nonostante si registri appunto una forte carenza di medici nelle strutture pubbliche e presso i centri di pronto soccorso (che, specie negli ospedali, spesso hanno gravi lacune). Situazione, questa, che nei prossimi anni tenderà ad aggravarsi.
“Ormai dal 2000 proponiamo una soluzione a questo problema dei concorsi che colpisce i professionisti della sanità di origine straniera sprovvisti di cittadinanza italiana, senza però nessun ascolto da parte delle autorità”, dichiara Foad Aodi, fondatore di AMSI e UMEM e Consigliere dell’ OMCEO di Roma (dove coordina l’Area Rapporti Affari Esteri e l’ Area Riabilitazione). “Consideriamo che si parla, in Italia, di 80 mila professionisti di origine straniera: 20 mila medici, 40 mila infermieri ,5000 fisioterapisti, 4000 Farmacisti, 1000 psicologi, 250 podologi, 250 logopedisti. E ci sono anche tecnici di radiologia e di elettromiografia, diplomati Isef e altri professionisti della sanità in attesa del riconoscimento della laurea ottenuta all’estero. Il tutto secondo nostre statistiche, elaborate all’inizio di gennaio 2019”.
“La maggioranza dei professionisti della sanità di origine straniera esercita nelle strutture private proprio per l’impossibilità di sostenere i concorsi pubblici, in mancanza della cittadinanza italiana”, continua Aodi. “ Auspichiamo che il Governo Conte possa accettare le nostre proposte inerenti ai concorsi presso le strutture sanitarie pubbliche. Proposte presentate tramite i progetti “La Buona Immigrazione” e” La Buona Sanità internazionale “: basati entrambi sul rispetto del principio “Diritti e Doveri”, su un’ immigrazione programmata, con la concessione – ai professionisti della sanità di origine straniera esercitanti in Italia da più di 5 anni, con tutti i requisiti richiesti (iscrizione all’ordine, laurea e specializzazione riconosciute ) – di poter sostenere i concorsi pubblici. Con l’impegno ,da parte loro, di fare richiesta per ottenere la cittadinanza italiana”.
Va considerato poi, aggiungiamo, che negli ultimi 3 anni a molti concorsi non si è presentato il numero richiesto di medici specialisti, e che a volte i concorsi rimangono addirittura senza partecipanti. Inoltre, molti medici di origine straniera vengono assunti con un contratto a termine, con chiamata diretta e ben consci che, successivamente, perderanno il posto di lavoro quando sarà indetto il concorso. E’, chiaramente, una situazione con vari paradossi e incongruenze, che va senz’altro corretta nell’ interesse generale della collettività.
A proposito di paradossi, infine, le statistiche presentate da Amsi e UMEM nell’arco del 2018 dicono che, in tutta questa situazione, sono giunte più di 500 richieste ed offerte di lavoro per medici stranieri presso le strutture sanitarie pubbliche e private italiane; con un aumento, invece, del 35% di richieste da parte di medici italiani di poter esercitare all’estero, e del 25% di professionisti della sanità d’ origine straniera di rientrare nei propri Paesi di origine.
Negli altri Paesi UE, invece, si trovano più di 550 mila medici di origine straniera, di cui 450 mila esercitano la professione in modo stabile e 100 mila in mobilità. Vari Paesi europei offrono condizioni economiche e burocratiche vantaggiose e più immediate, per combattere questo problema della carenza dei medici: che sta diventando un preoccupante fenomeno mondiale, considerando anche le richieste che arrivano all’ AMSI da Europa, Sud America, Paesi del Golfo e Italia stessa.