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Ancora un bel passo avanti alla Galleria Futurism &Co.

La Galleria Futurism & Co. ieri, 24 gennaio alle ore 18.00 ha aperto a Roma la mostra dedicata a Fortunato Depero ed a suo “figlio spirituale” l’artista statunitense Peter Halley. Depero è uno dei massimi esponenti del Futurismo, con caratteristiche più “meccaniche” e meno dedite ad innovazioni eccezionali come l’aeropittura di Dottori, ma è un cantore del colore espresso e reso infinito da accostamenti, giustapposizioni, variazioni.

Con l’attività esclusiva e precisa, nella ricerca, nella cura, nell’organizzazione, la Galleria Futurism &Co. ha riaperto felicemente lo spazio inesauribile della vera arte italiana agli occhi del mondo disgustato dalla chiusura politica e miope che l’avevano oscurato, bollandolo come “fascista”; chiusura dimentica del fatto che il Futurismo era già da prima nel pieno dell’affermazione, e con l’artista citato, già verso il 1920. La solita lotta sorda ed invidiosa verso una terra ricca di geni. Per continuare a fare storia ed essere se stessa l’Italia deve parlare con le sue arti e permettere ai cittadini di ascoltare ciò che riporta, e di seguire, anche superandoli, i personaggi che l’hanno fatta assurgere a livelli altissimi. L’opera, allora, della Galleria Futurism, che si adopera per chiudere una lacuna insensata e, ancora di più, per mostrare agli interessati come si è evoluta l’arte italiana e quali esiti ha avuto nel tempo, accostando sapientemente un maestro conterraneo a maestri della pittura americani, è assolutamente ed egregiamente inestimabile.

L’afflusso di moltissimi visitatori e la presenza di insigni critici come Maurizio Scudiero, un autentico esperto deperiano e profondo conoscitore di Halley, Giancarlo Carpi,  semplicemente in possesso di esclusiva per quanto concerne la conoscenza del Futurismo, Graziano Menolascina, che si muove agilmente nel mondo artistico americano evidenziando le “fratellanze” di colori, sentimento, significati con l’arte italiana del primo Novecento, hanno segnato luminosamente un passo avanti sicuro nel percorso dello studio rinnovato dei suoi esponenti, che avrà senz’altro significativi sviluppi.

Non si può ignorare ciò che lo stesso Depero disse dell’arte futurista: ” è un’arte che ha come spazio espositivo la strada, sotto lo sguardo di tutti”, è dunque un linguaggio che veicola, oltre a messaggi, pensieri sul vivere contemporaneo, affermazioni, anche diffusioni pubblicitarie come lodi al lavoro della gente.

Non resta che ringraziare Alessandro Bolic e Francesca Carpi, direttori della Galleria,  ripensare ancora sull’evento, che troverà a brevissimo nuovi luoghi di esposizione. e preparare il desiderio di sapere ad una nuova, ancora meravigliosa, occasione.

Marilù Giannone

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