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Anniversario della tragedia di Marcinelle

Antonio Tajani ricorda il disastro minerario di Marcinelle

Ieri il ministro degli affari esteri Antonio Tajani ha ricordato l’anniversario del disastro minerario di Marcinelle riflettendo su come tali sacrifici furono importanti per quella che allora era la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).

La CECA era concepita come passo iniziale di un processo federale europeo e fu l’istituzione che precorse la strada del Trattato di Roma con il quale venne costituita la Comunità economica europea nel 1992.

Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell’8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier, in Marcinelle in Belgio. Si trattò d’un incendio, causato dalla combustione d’olio innescata da una scintilla elettrica. Ad ogni sciagura spesso vengono associate e diffuse false notizie insabbiamenti o quant’altro e la sciagura di Marcinelle non fece eccezione.

L’incendio, sviluppandosi inizialmente nel condotto d’entrata d’aria principale, riempì di fumo tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. L’incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero dopo i disastri di Monogah e di Dawson . Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, al giorno d’oggi fa parte dei patrimoni storici dell’UNESCO.

Antefatti che portarono alla tragedia

Benché l’industria belga fosse stata scarsamente intaccata dagli effetti distruttivi della seconda guerra mondiale, il Belgio, paese di dimensioni modeste ma dalla grande influenza, si ritrovò con poca manodopera disponibile. Ciò fece aumentare la richiesta di manodopera da parte del Belgio, soprattutto per il lavoro in miniera. Il 23 giugno 1946 fu firmato il “Protocollo Italo-Belga”  che prevedeva l’invio di 50 000 lavoratori in cambio di carbone non s caso venne chiamato progetto “uomo-carbone”.  Nel 1956, fra i  142 000 minatori impiegati, 63 000 erano stranieri e fra questi 44 000 erano italiani. Compaiono volantini rosa che inducono i minatori e non solo a trasferirsi in Belgio. La speranza era di alleggerire la disoccupazione del nostro paese e dare da una parte una nuova vita ai disperati che emigravano e dall’altra carbone per un’Italia che ne aveva più bisogno per poter ingranare la marcia sempre troppo esigente dell’industrializzazione.

Le cause, molte ipotesi e una triste realtà in un’incendio:  il legno

Molte sono state le ipotesi sul perché l’incendio si sia sviluppato ma il problema maggiore fu il fatto che la struttura era per la maggior parte in legno, in quanto era il materiale più economico per costruirla e questa è la prima causa del perché l’incendio sia dilagato a dismisura uccidendo tutti gli occupanti della miniera.

La mobilitazione dopo l’incendio

“Orrore e disperazione a Marcinelle. Gridano in Italiano il nome dei loro cari davanti ai cancelli della miniera donne venete e napoletane coi figlioletti vivono le ore più angosciose della loro esistenza”.        LA STAMPA  9 Agosto 1956

Passate le prime ore di stupore, la mobilitazione fu generale. La croce rossa, i Vigili del fuoco, la Protezione civile, l’esercito e la polizia (ma anche semplici cittadini) unirono le loro forze. Nei giorni successivi arrivarono rinforzi di soccorso da Ressaix, Frameries e Beringen. Dalla Francia arrivò Emmanuel Bertieaux come specialista in radiotelefonia, dalla Germania arrivò Karl Von Hoff con un laboratorio mobile per le analisi dei gas. Le scuole dei dintorni furono convertite in mense e dormitori, le chiese in camere ardenti. E mentre in superficie l’assistente sociale G. Ladrière cercava di consolare le famiglie, nelle gallerie Angelo Galvan, “l’angelo del Cazier”, che quel giorno non avrebbe dovuto lavorare, cercò inutilmente compagni superstiti.

Foto Focus.it crocerossa italiana consiglio di Trento      Francesco Spuntarelli