Se pensate che il Made in Italy sia solo una questione di cibo prelibato, moda sfavillante e auto di lusso, state sottovalutando una storia che parte da molto lontano. No, non parlo di qualche decennio fa, ma di millenni. Perché il successo planetario dei prodotti italiani non è un fenomeno moderno: è la nuova incarnazione di un’italianità nata con l’Impero Romano e poi affinata dalla Chiesa Cattolica. Sì, avete capito bene: oggi quando comprate un abito sartoriale o un Parmigiano Reggiano, state vivendo l’ecumenismo culturale dei nostri antenati! Di qui il titolo: Made in Italy: L’Italianità Ecumenica.
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Il Coronavirus è diventato una tragedia per l’umanità più per come è stato gestito che per altro. Gestione che ha determinato la più grave crisi economica dal dopoguerra secondo alcuni ma che per altri raggiungerà e supererà quella del 1929. Uno shock senza precedenti che ha implicazioni di magnitudo globale, non solo a livello sanitario, ma anche sociale, politico, economico e geopolitico. È bene ricordare che l’Italia, dopo la Cina, è stata tra i paesi più colpiti dall’emergenza sanitaria ma soprattutto economica.
Sono pochi coloro che nello scegliere il Paese target per l’export prendono in considerazione la situazione geopolitica che cambia ad una velocità impressionante in Europa e fuori: Libia, Venezuela, Corea del Nord, scontro frontale Stati Uniti e Cina, embargo verso l’Iran, la Russia sono solo alcuni degli esempi di un contesto internazionale che sembra essere sempre più instabile che ha inevitabili ripercussioni sul business (sia questo #export, investimento o produzione). Quindi dove esportare e quali Paesi scegliere è la domanda delle domande a cui un imprenditore deve saper rispondere.