Un’immagine, anche se è l’istantanea di un momento, e non ce ne può essere una tale e quale, se la esaminiamo attentamente, sembra che ci parli, che ci voglia raccontare qualcosa, se noi vogliamo ascoltarla.
C’è una folla, in uno spazio aperto, sembra sereno e ben illuminato, quindi è una zona sicura per persone che fuggono da una guerra.
Fa freddo, certamente molto freddo, molti hanno il capo coperto, cappotti e alcuni anche colli imbottiti.
La prima guerra mondiale iniziata nel 1914, per 2 colpi di pistola sparati a Sarajevo, finì nel 1918 con milioni di morti tra militari e civili.
Soltanto 20 anni dopo, quasi per rettificare dei confini stabiliti alla fine della “grande guerra”, nel settembre del 1939 scoppiò un nuovo conflitto in Europa che, negli anni successivi, interessò gli altri continenti e aprì la via all’arma atomica e alla missilistica per successive guerre e nuove distruzioni.
La guerra continua e continua l’esodo delle donne e dei bambini .
Sono ormai migliaia le donne e i bambini che hanno potuto varcare i confini, lasciare la guerra ed entrare in Polonia, Moldavia, Romania, Ungheria.
Gli uomini, quando hanno potuto, le hanno accompagnate fino al confine, hanno lasciato in sicurezza i loro affetti più cari poi sono tornati indietro, nelle loro città, nelle case, nelle strade a difendere la loro libertà, la loro storia.
Anche oggi è un giorno di passione per le città ucraine, per i civili e soprattutto per tutti i bambini che devono abbandonare le loro abitazioni e si devono separare anche dai loro papà che rimangono a difendere il Paese.
E’ una fuga da città che bruciano, è una fuga dall’orso russo che avanza, che distrugge e uccide. La grande “Madre” Russia non cambia, i giovani come me ricordano la Budapest del 1956, la Praga del 1968, oggi è la triste ora di Kiev, la città è in pericolo ma dopo, dopo quale città, quale Paese sarà la nuova vittima?
Oggi sono le CENERI, inizia la QUARESIMA per la prossima PASQUA di resurrezione, speriamo di non dover raccogliere le ceneri dell’Ucraina.
Il paese è sotto attacco della “Madre” Russia, ma c’è un popolo che non si arrende e renderà dura la conquista della sua terra, non è l’Afganistan, qui combattono gli uomini, le donne con figli lasciano il Paese, le altre si uniscono agli uomini per lottare, fanno le infermiere, preparano le molotov e se necessario prendono un fucile.
Ieri 14 ottobre è stato l’ultimo volo dell’ALITALIA, oggi è il primo volo di ITA
A questa giovane compagnia che oggi muove i suoi primi passi facciamo tanti auguri, alla vecchia e stanca compagnia che ieri ci ha lasciato un grande saluto e il ricordo di qualche volo passato insieme, su una breve rotta nazionale, su una internazionale lungo qualche parallelo e su una intercontinentale oltre qualche meridiano. Ora che quella vecchia signora ci ha lasciato raccontiamo qualcosa di lei e rivediamo qualche immagine che ci parla di lei.
Alitalia, costituita nel 1946 come Aerolinee Italiane Internazionali, nel 1957 si fuse con la Lai – Linee Aere Italiane. Nel 1958 la compagnia aveva una forza lavoro di 4.074 persone così composta, 3.427 a terra, 647 naviganti. Ita parte oggi con una forza lavoro di 2.800 persone e con una flotta di 52 aerei.