LA LUNGA NOTTE delle IPOCRISIE
IN UN PAESE SENZA REGOLE
Torquato Cardilli
Per anni l’Italia è stata sotto schiaffo da parte dell’Europa in materia di profughi e rifugiati che approdano sulle nostre coste con l’aiuto di Ong non limpide o con ogni mezzo e sotterfugio possibile, profittando anche di connivenze o complicità di italiani disonesti e infedeli verso il proprio paese.
In Spagna quando ci si trova di fronte ad un giovane di belle speranze, vincente ed arrogante quanto basta, lo si definisce con ammirazione e rispetto “hidalgo”, cioè figlio di un pezzo grosso, di qualcuno importante. Nel bel paese di Lilliput (*1), invece, per definire chi immeritatamente gode di una posizione di privilegio o di favore, ci sono due espressioni che scivolano verso il sarcastico per la caratteristica del carattere vanesio e pavido: figlio di papà oppure cocco di mamma (ovviamente valido anche per le donne) come ben rappresentato da un vecchio film di oltre 60 anni fa intitolato proprio “cocco di mamma”.
Credo che ancor oggi a molti ragazzi di scuola media venga dato da leggere il romanzo scritto da un pastore anglicano irlandese del XVIII secolo, Jonathan Swift, “I viaggi di Gulliver” che sotto l’apparenza di un racconto di avventura di fantasia, in realtà rivolgeva una severa critica alla società. Gulliver dopo mesi di pericolosa navigazione a causa dell’ennesima tempesta fa naufragio. Si salva e rimane spossato ed esausto sulla spiaggia di una terra ignota, Lilliput. Quando si risveglia si trova circondato da nanetti, i lillipuziani, alti meno di una spanna, che lo hanno legato da capo a piedi impedendogli i movimenti. Solo dopo un giuramento di lealtà Gulliver li convince a slegarlo.
Con questo titolo (“Molto rumore per nulla”) alla fine del XVI secolo William Shakespeare, conoscitore del carattere italico, scrisse una tragicommedia, ambientata a Messina, nella quale gli aspetti tragici si mescolano agli accenni farseschi, agli equivoci, agli inganni, con il personaggio Benedetto da Padova che, dal punto di vista onomatopeico, ci ricorda il padovano Benetton. Da questo nesso del tutto casuale il discorso cade sulla vicenda autostrade, la cui tragedia occorsa due anni fa con il crollo del ponte Morandi che ha inghiottito per sempre 43 vite umane non potrà mai essere dimenticata.
MES – Meccanismo Europeo di Stabilità oMESSche (tradotto in italiano corrisponderebbe ad un “pasticcio”) potrebbe rappresentare un labirinto senza uscita o – più che di un piatto pronto – un’esca
Torquato Cardilli
Sono giorni, se non settimane, che in ogni occasione si sente menzionare la parola MES (Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche Fondo Salva Stati) che, se scritta e pronunciata in un certo modo, appena appena con altra tonalità, in inglese vuol dire una cosa ben diversa e cioè pasticcio. Dal modo in cui si accapigliano i sostenitori e i detrattori sembra proprio che questo scherzo semantico sia una vendetta del destino perché il MES di cui si parla o straparla è proprio un MESS, cioè un gran pasticcio.
“Le Metamorfosi”,dagli Scenari della Mitologia alla Palude dell’attuale Parlamentarismo in Italia *
Torquato Cardilli
Ovidio, poeta e scrittore latino di duemila anni fa, nativo della mia regione, nella sua età matura, prima dell’esilio a Costanza, scrisse un’opera letteraria mastodontica “le metamorfosi” che iniziano con la descrizione del Chaos e terminano con la gloria di Augusto. Il suo tema centrale, racchiuso nel titolo, è la trasformazione di un essere vivente o di un oggetto in un altro di diversa natura.
“La legge è uguale per tutti” è solo una tavoletta sumerica
lasciata alle spalle nella prossemica delle aule
Torquato Cardilli
Il primo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali».
Questo principio di uguaglianza assoluta non è un’innovazione italiana, ma trova le sue radici nelle prime enunciazioni politiche dell’antica Grecia fino ai più importanti documenti del XVIII secolo (Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti del 1776; Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese del 1789, riassunta nel rivoluzionario grido “libertè, egalitè, fraternitè) e poi ripreso con varie modulazioni da tutte le costituzioni europee.
Il Rilancio dell’Italia, ennesima occasione mancata
Torquato Cardilli
Piano Prestito Patriottico Sono due anni che vado predicando inutilmente che l’Italia per risollevarsi economicamente, avrebbe dovuto sollecitare l’amor proprio degli Italiani (le famiglie detengono titoli pubblici solo per il 3% del debito dello Stato) per indurli ad investire parte della loro enorme ricchezza fluida, valutata intorno al doppio del Pil nazionale, nel cosiddetto prestito patriottico.
La mia proposta prevedeva che il prestito fosse riservato esclusivamente ai contribuenti Irpef o d’impresa con imponibile in Italia e direttamente collegato con uno sconto sulle tasse dell’1% del capitale investito. In altre parole il sottoscrittore di 100 mila euro avrebbe potuto pagare 1.000 euro di tasse in meno ogni anno fino alla redenzione dei titoli.
È UN LABIRINTO DI CNOSSO, …. altro che BAZOOKA !Solo mitologia per rinchiudere senza uscita gli italiani di oggi e le future generazioni
Torquato Cardilli
Il mese scorso il Governo ha annunciato trionfalisticamente di aver schierato un bazooka con una impressionante potenza di fuoco di 400 miliardi, resi disponibili per le attività produttive.
Avevo definito inizialmente questa arma metaforica piuttosto come un bazooka di latta (https://www.consulpress.eu/il-bazooka-di-latta-il-decreto-liquidita-del-governo/).
Infatti, diradatosi il fumo dell’annuncio, si è scoperto che in realtà il bazooka era proprio un’arma inoffensiva perché non sparava denaro liquido da erogare ai fini del ristoro delle perdite e del rilancio della ripresa economica, ma offriva semplicemente una garanzia statale al 90% su ogni prestito che le banche avrebbero concesso alle imprese.
Quindi il piccolo imprenditore, commerciante, artigiano avrebbe dovuto districarsi in un labirinto di 19 passaggi burocratici secondo norme scritte da chi non ha mai avuto la minima idea di cosa sia l’attività lavorativa di un piccolo imprenditore, o di bilancio aziendale, o di gestione del personale per chiedere alla banca un prestito, pagandoci sopra un interesse.
Coincidenze, una festiva e l’altra festosa La festa della mamma non poteva affogare in una gioia maggiore di quella manifestata nell’abbraccio a Ciampino tra Silvia Romano e sua madre.
Si è trattato di un quadretto di affetto cui hanno assistito, perdurando il blocco del paese, tanti italiani incollati alla tv. Tuttavia, la spettacolarizzazione della scena, quasi a reti unificate, come se il paese non fosse ancora immerso nella tenaglia del Covid 19 con i suoi corollari di morti, di imprese e cittadini su lastrico, è stata una stonatura oltretutto stridente per l’assembramento della folla degli astanti non certo multati dalla Digos come i quattro poveri ristoratori di Milano.
Se è comprensibile l’entusiasmo dei familiari e di chi si è adoperato per la fine della prigionia e il rientro a casa di una giovane donna italiana, tenuta ostaggio per un anno e mezzo prima in Kenia e poi in Somalia, o dei compaesani che hanno sciolto le campane, è però lecito porsi alcune domande.
Oggi 9 maggio le reti radio tv, i Ministeri, i Parlamenti, le Ambasciate nel mondo dei 27 paesi dell’Unione celebreranno, sulle note del preludio dell’Inno alla Gioia della 9ª Sinfonia di Beethoven, la festa dell’Europa senza che nessuno dei mali che più o meno opprimono i suoi popoli siano stati eliminati. Tra le tante cose che non vanno con l’Europa ci sono due questioni che destano perplessità, se non sdegno, nel cittadino informato: la troppa subalternità alla Germania e l’assenza di concreta solidarietà.
Prima o poi, per la legge di Murphy, la peggiore combinazione possibile di circostanze è destinata a prodursi perché l’incompetenza è direttamente proporzionale al posto occupato nella gerarchia. Avete presente come Berlusconi abbia distribuito in venti anni di controllo della politica italiana, posti di deputato, di senatore, di vertice nella Rai, nelle varie Authority e nelle società partecipate, a chi lo ha servito, a chi gli ha arrecato piacere o lo ha difeso da gravi accuse?
Vorrei provare a mettere in fila le tante storture, pecche, errori di gestione della crisi. Premesso l’attenuante che una pandemia del genere coronavirus non era mai avvenuta e che l’Italia, al pari di altre nazioni, si è fatta cogliere impreparata, va sottolineato che sarebbe bastato un atto di umiltà nell’ammettere la difficoltà iniziale, anziché dichiarare che eravamo pronti a far fronte all’emergenza.
Il coronavirus, male oscuro del terzo millennio, subdolo e aggressivo come uno squalo, che ha già devastato tante famiglie italiane, sconvolto le abitudini di un popolo, fortemente danneggiato tutti i settori dell’economia, e messo in ginocchio l’Italia, ci ha ricordato un film di quasi mezzo secolo fa, parodia dello scontro tra l’ipocrisia borghese e il velleitarismo rivoluzionario, “la Cina è vicina” di Bellocchio.
C’è in giro da noi un virus letale, molto più pernicioso e mortifero di quello cinese, che non conosce vaccini, che non ha di fronte schiere di ricercatori in azione pronti a isolarlo e sconfiggerlo, ma che gode di una protezione armata di consorterie e di corporazioni. E’ un virus che attacca le coscienze attraverso i veicoli compiacenti dei media e di alcuni istituzioni piegate dalla politica, mentre il cosiddetto buon senso comune se ne sta nascosto.
*Con questo titolo è pervenuto alla Redazione della Consul Press un intervento di Torquato Cardilli, come qui di seguito integralmente riportato. L’Autore da più tempo collabora con la nostra Testata (e di questo ne siamo lieti ed onorati) affrontando tematiche geo politiche, grazie ad una sua innegabile esperienza e conoscenza essendo stato per molti anni Ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola. Con lo stesso impegno l’Autore interviene anche su argomenti di politica interna, in quanto motivato da una propria passione manifestando accentuatamente il suo dissenso ed avversione verso determinati “partiti” o il suo plauso e compiacimento verso determinati “movimenti” e verso i loro rispettivi esponenti.
Da parte nostra non abbiamo mai esercitato alcuna censura od effettuato alcuna mutilazione sugli interventi dei vari Editorialisti e Collaboratori, ma abbiamo comunque ritenuto poter e dover esporre – quando necessario ed al termine di determinati articoli, tramite “Note a Margine” – la nostra ben diversa posizione…. [vds. ad esempio il caso di “Corruzione, Delinquenza, Droghe … Lega (ex Nord) e Movimento 5 Stelle” – un complesso articolo proprio a firma dell’Ambasciatore]. E, se a volte, qualche articolo non è stato pubblicato, il fatto non è derivato da alcuna forma di “oscuramento”, ma semplicemente per un sovra-affaticamento delle nostre esigue forze redazionali.
Ciò precisato, rinviamo i nostri commenti e/o puntualizzazioni in successive “Note” nei prossimi giorni, proprio per non ritardare – oltre il dovuto – la pubblicazione del presente articolo dell’Amico Torquato Cardilli.
E’ un’espressione latina, utilizzata retoricamente quando si è alla ricerca investigativa del movente che spinge qualcuno ad una certa azione, risalente a Lucio Cassio e a Cicerone, ripresa poi da Seneca che la mette in bocca a Medea “cui prodest scelus, is fecit”, cioè “chi trae vantaggio dal crimine ne è l’autore (o il mandante). Lasciandoci guidare da questa massima non possiamo comprendere le ragioni di quanto accade da molti anni nel Medio Oriente, senza risalire alle origini storiche del colonialismo, il cui albero, di salde radici e vari innesti, produce ancora frutti amari.
Non è un gioco di parole, né una battuta di spirito, anche se all’orecchio di tutti suona evidente il riferimento all’espulsione dal M5S del senatore Paragone. Purtroppo per quanti avevano creduto nella prospettiva di un rinnovamento radicale del paese è motivo di sconforto assistere allo spettacolo che il Movimento sta dando di sé, mentre per tutte le forze della reazione, comunque vestite ed inquadrate, lo sfaldamento dell’immagine del M5S è motivo di gioia che vira verso l’euforia.
Una serie di interrogativi razionali ed inquietanti
indicati dall’Ambasciatore TORQUATO CARDILLI
Ora che il Brigadiere Cerciello è stato sepolto,dopo gli onori funebri e militari,il pianto della vedova e dei familiari, la commozione delle autorità, l’omelia accorata dell’ordinario militare, l’applauso dei cittadini, è arrivato il momento di chiedersi come siano andate effettivamente le cose, non tanto per spiegare l’efferatezza dell’assassinio (da parte di due giovani delinquenti americani drogati che vanno in giro con un pugnale da marines), ma per fugare le incongruenze evidenziate su quanto rivelato dai media che non hanno risparmiato servizi e collegamenti dando ogni volta elementi difformi.
Sembra che le tre figure politiche di governo più rilevanti in Italia vogliano interpretare la trilogia di Pirandello del “gioco delle parti”, o “questa sera si recita a soggetto”, o “ciascuno a suo modo”.