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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

L’antifascismo non digerisce la sua sconfitta

VAE  VICTIS

________________di FRANCO D’EMILIO 

Davvero testarda la sinistra a non riconoscere come l’antifascismo, aspro, ideologicamente fazioso e incline all’odio, sia stato pesantemente sconfitto alle ultime elezioni politiche dalla destra di Fratelli d’Italia, partito sicuramente, anche se solo in parte, in continuità ideale e storica con il neofascismo del Movimento Sociale e, più alla lontana, con il fascismo del Ventennio.
Perché negare tutto questo? Un’ampia maggioranza di elettori andati al voto ha detto no all’antifascismo; dunque, ha estirpato con la propria scelta la pregiudiziale vincolante che il voto dovesse innanzitutto risultare antifascista ovvero barriera contro la destra, dura e pura.

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Il gioco a bocce della bufala antifascista
a Fiumana di Predappio

L’APOLOGIA DELLE BOCCE ROSSE 

Sabato scorso, a Fiumana di Predappio si è svolta la rievocazione della partita a “bocce rosse”.
IL 15 aprile 1923 l’allora Sindaco del comune fiumanese, il repubblicano Giuseppe Valpiani, preferì all’impegno istituzionale di recarsi nella vicina Predappio per un omaggio a Benito Mussolini, per la prima volta nel suo paese natale, quale capo del governo dopo la Marcia su Roma.
Dunque, Valpiani chiuse a chiave il municipio e andò a giocare a bocce tra un bicchiere di sangiovese ed una piadina.

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La Resistenza prigioniera di se stessa
nel segno di “Faccetta Nera”

……..FACCETTA NERA, BELLA ABISSINA !

………. sulle rime delle note musicali,
un intervento di FRANCO D’EMILIO

Certo, comprendo lo scorno, l’amarezza di tanti partigiani nostalgici che mai avrebbero immaginato di ritrovarsi, oggi, punto e a capo. Una bella beffa che davvero li umilia: nella ricorrenza del 78° anniversario costretti a festeggiare la Festa della Liberazione dal Fascismo mentre al governo c’è davvero la destra, quella veramente doc e a tutto tondo, sopravvissuta, ma pure progredita dal 25 Aprile 1945 in poi, nonostante il lungo deserto politico dell’emarginazione e dell’odio, impostole dal vincitore partigiano.

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Regolamento di conti del PCI a via Rasella
23 Marzo 1944

XXIII MARZO MCMXCIV 

una analisi storica e documentata di FRANCO D’EMILIO 

Smettiamo, una volta per tutte, di girare attorno ad una verità scomoda, scandalosa, sempre più testimoniata e pure attestata da fonti archivistiche, circa l’attentato del 23 marzo 1944 a Roma in via Rasella, ad opera di un Gruppo di Azione Patriottica del Partito Comunista Italiano contro un reparto delle forze d’occupazione naziste. Giudico incaute, perché storicamente insensate, le parole del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, che la strage di via Rasella sia stata “pagina non nobile della Resistenza, gli uccisi erano una banda musicale di semi-pensionati”: la dignità di un atto terroristico, ammesso che esista, non può certamente dedursi dall’età, giovane o tarda, delle vittime.

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Basta resilienza! W la resistenza!

TRA ETIMOLOGIA E LESSICO  ….
UN’ANALISI CRITICA SU EMPATIA E RESILIENZA 

_____________a cura di FRANCO D’EMILIO

Se definito empatico o resiliente, la cosa mi induce subito alla scaramanzia di “toccar ferro” oppure, per maggiore e diretto coinvolgimento personale, darmi una palpatina agli zebedei, non si sa mail!
Conosco il significato dei due termini, ma non li sopporto proprio: empatico mi richiama una malattia epatica; resiliente, considerata la sua origine dal verbo latino re + salire (saltare), mi fa sentire un povero Cristo che, pur opponendosi e resistendo, semplicemente salta senza sosta, rimbalza, sballottato dalle avversità della vita.

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La preghiera per un fascista non è reato

ARCHIVIATA LA DENUNCIA DELLA CONSULTA ANTIFASCISTA RAVENNATE
contro l’Associazione Arditi d’Italia per una preghiera in memoria dell’Eroe Ettore Muti

____________una duplice riflessione di FRANCO D’EMILIO

Sicuramente la notizia pesa e induce a riflettere: il peso sta nel colpo di spugna che ha archiviato l’accusa; la riflessione, invece, s’impone su quanto sia stato, ancora oggi, opportuno, intelligente accanirsi con faziosità ideologica e tanto sordido rancore contro la dignità, il rispetto della morte.

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